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Inviato da avatar Simone Sollazzo il 20-11-2021 alle 11:08
SAN SIRO - Non si indietreggia (e non si demolisce) di un millimetro...
 
Nella vita esistono cose belle proprio perché non negoziabili. E lo stadio cittadino rappresenta proprio qualcosa di bello indistintamente per tutti, sia per i cultori ed esteti del pallone, come per chi ha avuto modo di apprezzare eventi musicali che hanno segnato non solo la storia dello show ma anche quella della nostra città ospitante. 
 
Giusto un anno fa ci siamo trovati a manifestare di fronte al parco adiacente dedicato non a caso a due glorie come Facchetti e Maldini. Da allora posso dire che le posizioni personali sul tema non sono cambiate. Anzi si sono rafforzate e sono qua a renderlo pubblico con una serie di riflessioni ulteriori, che non saranno tecniche, ma almeno di buonsenso e di valutazione di aspetti culturali ed ambientali al tempo stesso per quella che si preannuncia come la "battaglia delle battaglie" per l'inizio della prossima consiliatura. 
 
Non è ancora arrivato il weekend elettorale eppure i bookmakers già scaldano il motore per sapere la posizione della Giunta verso una riapertura del dialogo con le due squadre. E ancora più interessante è il quesito rivolto alla posizione dei Verdi, che non mi sento assolutamente di mettere in dubbio. E non lo dico per una semplice questione di appartenenza. Per quanto mi riguarda è una questione di #coerenza e per l'appunto di #buonsenso. 
 
Da componente di Europa Verde, seppur da poco, sono pronto a difendere la stessa idea indipendentemente dalle dinamiche di coalizione o di tendenza politica alla moda. Tantomeno per convenienza. 
Proprio perché determinati #beni e #valori pubblici non sono negoziabili e lo stesso concetto di "barra dritta" non è uno slogan da cucirsi addosso all'occorrenza ed è insito nella persona. Punto e basta. 
Come un bel punto decido di metterlo sulla questione di un ipotetico abbattimento dello Stadio di San Siro.
 
La risposta rimane un #NO e l'alternativa plausibile è solo quella della #ristrutturazione.
 
E queste restano 10 semplici riflessioni che a titolo personale valgono come un #mantra:
 
1) Impossibile separarsi da un simbolo di storia milanese fatta di sport, eventi ed aggregazione. Un po' come separarsi dalla Scala. Non a caso San Siro è soprannominato la "Scala del calcio". 
Gli inglesi si sono liberati di Wembley senza pensarci troppo? Buon per loro ma parliamo di culture e contesti diversi e non oso immaginare le differenti caratteristiche tecniche anche delle strutture in comparazione.
2) Inutile ribadire come l'operazione di abbattimento di San Siro appare pretestuosa per una rivoluzione totale di un quartiere che non ha bisogno di ulteriore cantierizzazione e offerta abitativa o terziario inteso come strutture alberghiere (già facciamo fatica a ripartire con le normali strutture ricettive a seguito del Covid) o centri commerciali (abbondantemente presenti in città). 
3) La costruzione di un nuovo stadio adiacente al Meazza andrebbe a compromettere definitivamente il parco dedicato a Facchetti e Maldini e quindi sputando ulteriormente sulla storia del sito stesso oltre che causare la cantierizzazione inutile a pochi metri dal centro abitato. 
4) Rifare uno stadio non accresce attrattività o fascino in uno sport. Casomai è la qualità del gioco delle stesse compagini che decreta il successo e il seguito. La cornice di gioco è importante ma rimane sempre la sostanza che dobbiamo mettere dentro due curve e due tribune. 
5) Dopo due anni di pandemia e di priorità che adesso vertono sostanzialmente sul piano sociale e lavorativo,riaprire un dibattito di questo tipo appare quanto più fuoriluogo e offensivo alla stessa stregua della riapertura dei Navigli. Oltre alla inadeguatezza della proposta siamo fuori tempo e fuori da ogni portata di priorità. 
6) La cosa triste è il fatto di non avere attivato una forma di consultazione pubblica che potesse finalmente e formalmente avvicinarsi al dibattito pubblico, tagliando dalla discussione proprio le persone e cittadini che hanno vissuto in prima persona l'evoluzione di un quartiere.
7) Nonostante esistano progetti di ristrutturazione, valutati abbondantemente anche in fase di commissione consiliare e dai costi decisamente inferiori ,si decide di escluderli a priori. Forse perché non aprono a spiragli di investimenti diffusi su tutta l'area come le attuali intenzioni delle due squadre. Ma guarda un po'...
8) Decidere anche di costruire un nuovo stadio lasciando come ricordo della vecchia struttura una torre o un pezzo di tribuna rimane un insulto e una sottovalutazione della sensibilità stessa della cittadinanza. Vuol dire lasciare il "classico contentino" per i nostalgici e perseguire bellamente gli interessi già menzionati sopra. Capolavoro di "presa per i fondelli" con faccia di bronzo direi...
9) Qualche opinionista a favore della demolizione ha avanzato la scusa secondo la quale lo stadio di San Siro è un'opera architettonica già incongruente e con i suoi anelli costruiti in epoche diverse che non danno uniformità di stile all'opera. E quindi ? Anche i teatri greci ancora funzionanti come a Taormina e Siracusa hanno subito logiche opere di rafforzamento e di ristrutturazione per fare fronte all'usura del tempo, ma in quel caso nessuno ha avanzato una levata di scudi. Qualcuno si è lamentato? Non mi pare. 
 
10) La decima riflessione per me importante, e qua la chiudo, è che sono cresciuto in un'epoca in cui, quando un giocattolo si rompeva o era difettoso, non correvamo subito dal giocattolaio per comprarne uno nuovo. Al contrario, lo si riaggiustava.
 
E siamo cresciuti lo stesso. Orgogliosi e consci del vero valore intrinseco che diamo alle cose.
 
#SanSiro
#StadioMeazza
#comunedimilano

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