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Inviato da avatar Paolo Scomazzon il 17-10-2011 alle 15:08

Oggi è il 16 ottobre. Mio figlio ha iniziato la scuola materna il 20 settembre. A giugno verbalmente, e a luglio per iscritto, avevamo richiesto l'adozione delle precauzioni necessarie per evitare i rischi legati all'allergia di cui mio figlio è affetto e che comporta anche il rischio di shock anafilattico. Fra l'altro e in particolare, chiedevamo che fosse garantita la possibilità di iniettare immediatamente l'adrenalina nel caso di evento anafilattico. Ad oggi, nulla è stato fatto e nessuna risposta scritta, di qualunque genere è mai pervenuta. Mio figlio frequenta la scuola solo nelle ore mattutine, uscendo al momento del pranzo (essendo allergico ad alimenti) e durante la sua permanenze, mia moglie resta nell'edificio scolastico con i medicinali salvavita: dall'antistaminico all'adrenalina. Le prescirzioni mediche per gli allergici a rischio di shock anafilattico prevedono che l'adrenalina, tramite apposito dipositivio autoiniettante, sia somministrata prima di ogni cosa, poiché anche l'intervento dell'ambulanza potrebbe essere tardivo. Lo shock anafilattico, tanto per intenderci, può provocare la morte. Solo la presenza (di fatto e non certificata) di mia moglie a scuiola evita che a mio figlio sia totalmente impedita la frequenza scolastica.

Tutto questo non è degno di un paese civile.

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