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Mi pare di poter affermare che ci si trovi in una situazione stagnante.
Ritornerei su aspetti già noti.
Il dato certo, anche se per approssimazione, è la quantità di CO2 che rilascerebbe una demolizione dello stadio (vedi Prof. Pileri – PoliMi).
- Nessuna chiarezza su un progetto che possa essere valutato seriamente (parlo a livello d’ingegneria).
- Nessuna chiarezza su cosa si faccia sul San Siro.
- Nessuna chiarezza su cosa siano le costruzioni accessorie allo stadio.
- Nessuna chiarezza sulle superfici cementificate e quelle a verde.
- Una posizione del Comune di Milano che blinda l’operazione con delibera d’interesse Pubblico.
- Un ok per il Dibattito Pubblico ma ad oggi non possibile mancando un progetto esecutivo su cui discutere.
- Una proposta di referendum.
- Nessuna novità da mesi, da parte delle Società Milan/Inter.
- Silenzio assoluto da parte del Comune di Milano oramai impegnato nel progetto: Olimpiadi 2026; peraltro con una inaugurazione prevista proprio a San Siro. Se ne desume che tutto resterà com’è almeno fino al 2026.
Credo opportuno un riposizionamento delle parti in causa, passando il varco oramai ideologico, facendo il famoso passo di lato, tradotto in una posizione possibilista che ammetta la “non demolizione” per evitare il disastro ambientale e; al tempo stesso, riporti i protagonisti intorno a un tavolo per provare a ipotizzare scenari diversi come la convivenza di uno stadio San Siro trasformato/ricondizionato e un nuovo stadio dotato di tutti i requisiti d’interesse economico/finanziario al minimo della fattibilità (ad esempio uno stadio e un albergo sinergico allo stadio, e il resto a verde). Ci si baserebbe sulla storia del luogo che; negli anni 80, ospitava sia lo stadio che il palazzetto dello Sport, riqualificando l’area urbanisticamente, tramite le opere accessorie che potrebbero essere del tutto compatibili con le aspettative del quartiere. Serve comprendere che senza una partecipazione privata, con questa Giunta, non sono possibili investimenti di riqualificazione se non in langhe desolate della periferia dove pezzi di terra vengono riproposti come edificabili o in ambiti quadranti del centro, in cui edificare robe tipo il Bosco Verticale. Questa è la periferia.
Gianluca Gennai
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