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Una manifestazione di asservimento
Sono abbastanza vecchio per averne viste tante, ma una manifestazione di asservimento agli interessi privati come quella andata in scena il 28 settembre a Palazzo Marino non mi era mai capitata.
Si presentava il “dibattito pubblico”, farlocco e pilotato, e a direzione unica: distruggere San Siro e fare una mega operazione immobiliare. Senza discutere altre alternative, che ci sono, in primis un concorso internazionale per l'ammodernamento, la sistemazione dell'area esterna e la gestione Meazza.
In sostanza, il conduttore (affittuario) di una casa chiede di abbattere la casa di proprietà del locatore ed esige di costruire, sul suolo del locatore, una nuova casa e per di più il locatore deve dargli anche dei benefici economici (immobili da costruire su terreni del locatore per pagare la nuova casa).
E il locatore dice di sì anche se non si sa, a detta dello stesso affittuario, quale sarà il progetto della nuova casa,
Cose da non credere.
Tradotto: il Comune è servo dei fondi americani Elliott/Red Bird e lussemburghesi-americano Suning/OakTree.
E viene da chiedersi: dove sta l’intesse pubblico di simile operazione? Nell’affitto dell’area pubblica?
Perché, per 280.196 mq di superficie pubblica, - in cui vorrebbero demolire il bene pubblico stadio Meazza, e costruire edifici per uffici, centro congressi e centro commerciale, ecc. per 98.321 mq.,- i due marpioni pagherebbero al Comune, con immensa generosità, la cifra astronomica di 7,74 euro al mq. all’anno (con magnanimità, concederebbero anche la rivalutazione inflazionistica). Un affarone per il Comune: 2 milioni e duecento mila euro all’anno! È questo l'"interesse pubblico"? Incassare quattro volte meno di quanto si incassa (8,4 milioni) per la concessione dello Stadio Meazza?
Cose da vergognarsi.
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