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La distratta assessora di Babilonia
Oggi, l’assessora all’Ambiente e Verde, Elena Grandi, manifesta le sue preoccupazioni alla stampa sul “progetto San Siro” che ha approvato dieci giorni fa in Giunta. Certamente queste preoccupazioni le ha manifestate in Giunta, al Sindaco Sala e al suo collega assessore alla Degenerazione Urbana Tancredi. E certamente gli uffici del suo assessorato hanno compiuto una approfondita istruttoria, sotto la sua supervisione, dei documenti oggetto della relazione dell’arch. Collarini per la delibera di Giunta.
Peraltro, visto che il gruppo consiliare verde è totalmente contrario al progetto, dignità vorrebbe, che lei si dimettesse da assessora. Perché se l’assessora avesse letto i documenti, saprebbe che sul verde raccontano delle balle pazzesche, peraltro riprese oggi dalla “Gazzetta di Scaroni”.
L’arch. Collarini, direttore della Degenerazione Urbana, ha avuto il coraggio di scrivere che il progetto contiene la “potenziale realizzazione di spazi a verde fruibili e di valenza ecologica in connessione con il sistema dei parchi limitrofi” .
È forse per questa “potenziale realizzazione” che il progetto prevede la riduzione del verde profondo/permeabile: dagli attuali 51.832 mq. del “Parco dei Capitani, in via Tesio, ai futuri (forse) 51.499 mq. del verde davanti a via Piccolomini, collocati lì per unirli al verde del nuovo insediamento residenziale dell’area dell’ex Trotto? Il verde profondo oggi occupa il 18,45% dell’intera area, domani forse il 18,33%.
Ah dimenticavo, vicino c’è anche il verde “sospeso” per aria, come dicono i proponenti, il “verde su soletta” di 48.902 mq., sul tetto del centro commerciale (88.000 mq) che sorgerà al posto del vecchio Meazza, secondo i voleri dei fondi Elliott/Red Bird e Suninhg/OakTree.
Forse l’assessora Grandi non se n’è accorta, ma Milano, sotto la monarchia elettiva di Sala, nuovo Nabucodonosor, vuole rinnovare i fasti della mitica Babilonia, con i boschi verticali, le torri botaniche, i giardini pensili, i balconi fioriti, le palme e i banani in piazza Duomo.
Intanto si vuole usare più suolo, specie se pubblico, per costruire uno stadio ( quale non si sa, aspettando che il Cardinale accetti la Cattedrale ) su 99.000 mq. quando il centenario Meazza occupa 66.000.mq. E questo per passare da 76.000 posti attuali ai 60.000 futuri. Una grande idea per favorire la partecipazione popolare alle partite dello sport più amato dagli italiani e dai milanesi in particolare.
E poi uffici con un palazzo di 87 metri per 17 piani, e poi un centro congressi di 4.000 mq.. Sono previsti anche 122.571 mq di parcheggi sotterranei per tre piani sotto terra, 3.715 posti auto. E pensate che allegria per gli attuali residenti, avere in contemporanea le partite allo stadio e il centro commerciale aperto, senza aver rafforzato il trasporto pubblico,
E non importa se il “nuovo” (si fa per dire) stadio sorgerà davanti alle case di via Tesio (383 metri) e di via Harar (259,5 metri), tanto, scrive la Collarini, “i proponenti hanno dichiarato che c’è un minor impatto acustico rispetto alla situazione attuale”. Non gli uffici comunali, ma i proponenti.
Poi, come è noto, demolire il Meazza è un bene per l’ambiente, per l’inquinamento, per la CO2. Cosa volete che sia smaltire 125.000 metri cubi di calcestruzzo, 8.800 tonnellate di ferro di armatura, 20.000. tonnellate di ferro della copertura.
E dove metteranno questi rifiuti ”speciali”? Non si sa.
Si sa però che i proponenti scrivono che in 235 giorni (tra settembre 2027 e maggio 2028) demoliranno il Meazza, e porteranno via 180.000 mc di macerie con 11.300 viaggi di camion di grandi dimensioni. Una goduria per gli abitanti della zona e per l’aria della città.
Ma cosa volete che sia per la zona, un cantiere aperto per 80 mesi, per sette giorni alla settimana, per tre turni di lavoro al giorno ?
Dal 2030 ci sarà una foresta amazzonica a vedere i rendering presentati (senza vergogna) a Palazzo Marino.
Intanto però ci sarà lo scavo con trasporto di 1.789.380 metri cubi di terra, 148.250 viaggi di camion da 23 mc. Tanto per dare una idea: è come se l’attuale superficie dell’area San Siro (280.916 mq.) venisse scavata fino ad oltre sei metri di profondità. Il duomo di Milano ha un volume di circa 585.000 metri cubi, un terzo di quanto scavano a San Siro.
Si aggiunga che ci sono anche 208.060 mc di demolizioni; oltre al Meazza, il sottopasso Patroclo, che è stato costruito appena trent’anni fa ma bisogna rifarlo per immetterlo nei sotterranei del “nuovo” stadio di via Tesio/Harar.
Demolizioni che verranno portate via con 20.806 viaggi di camion da 20 mc.
Poi ci sono 180.788 viaggi di camion da 10 o da 3 mc per le nuove costruzioni: 562.479 mc.
E poi ci saranno anche 1.340 viaggi per la messa in opera e la gestione del cantiere, dal 2024 al 2030.
“Sempre a titolo di prima valutazione, nella relazione relativa
alla gestione dei materiali di cantiere si indica, per le varie fasi di realizzazione dell’opera, flussi massimi di traffico di veicoli pesanti dell’ordine di 300÷400 viaggi/giorno nelle fasi di scavo e demolizione e dell’ordine di 150÷250 viaggi/giorno durante la nuova costruzione.” scrivono i proponenti.
Proprio un bel cantiere per le Olimpiadi. Glielo avete detto al Comitato Olimpico Internazionale ?
Forse vale la pena di dirglielo, visto che avete valorizzato lo stadio Giuseppe Meazza in San Siro, come il nono impianto in Europa, in termini di capienza, per ospitare il 6 febbraio 2026 la Cerimonia d'Apertura dei XXV Giochi Olimpici invernali di Milano Cortina.
Ditegli anche che i fondi americani Elliott/Red Bird e i fondi lussemburghesi-americani Suning/OakTree lo vogliono demolire per farne un altro meno capiente. perché il Meazza è “poco conforme a soddisfare … le esigenze di visibilità, confort e più diffusamente esperenziali delle tifoserie”.
E il CIO, con grande dabbenaggine, ha creduto il contrario.
Luigi Corbani
(venerdì 30 settembre 2022)
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