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Inviato da avatar Luigi Corbani il 08-10-2022 alle 17:47

Con l’operazione San Siro,
Sala fa perdere al Comune 907 milioni

Il Sindaco Sala e l’Assessore Tancredi continuano a turlupinare la opinione pubblica con un falso problema: “Se le due squadre vanno via, ci dobbiamo accollare noi i costi di San Siro”. Le due società non hanno i soldi per costruirsi uno stadio “nuovo” di loro proprietà: se ce li avessero e costruissero uno stadio nuovo a Sesto San Giovanni, saremmo tutti contenti. Anche perché a quel punto diventerebbe obbligatorio fare un concorso internazionale per l’ammodernamento del Meazza, la sistemazione dell’esterno e per la gestione di San Siro.
C’è una cosa curiosa e sconcertante di tutti questi anni: fra i documenti di questa triennale, assurda vicenda, mancano i conti del Comune sui ricavi dal 2000 ad oggi per la concessione dello Stadio Meazza, e mancano i dati sul valore patrimoniale dello stadio stesso. E mancano anche i bilanci della società M-I s.r.l, che gestisce il Meazza per conto dei due fondi americani-lussemburghesi, bilanci che dovrebbero essere pubblici visto che stiamo parlando di un bene pubblico dato in concessione.
Sarebbe anche bello avere i dettagli degli incassi, prima del Comune e poi dell’M-I, per gli affitti a terzi dello Stadio (per esempio per i concerti) e il dettaglio dei lavori con i relativi costi della manutenzione ordinaria (a carico delle due società) e dei costi di manutenzione straordinaria o di innovazione (fatti dalle due società a scomputo dell’affitto al Comune).
Pretendiamo troppo? È troppo volere trasparenza e chiarezza su una vicenda che rischia di essere un enorme buco per il Comune di Milano?
Nella delibera di martedì 20 settembre del Sindaco Sala e della sua Giunta, riunita telematicamente, si scrive testualmente:
“Il valore indicato (dai proponenti) corrisponde ad una rata annua pari a circa 2,2 mil crescente con il crescere dell’inflazione; tale valore è stato ritenuto adeguato nell’ambito di valutazione più generale del Piano economico finanziario”.
Badate: il valore indicato non è adeguato e conveniente per il Comune di Milano, è adeguato per il piano economico delle due società. Dove sta l’interesse pubblico? Roba da non credere!
Le due società (i fondi Elliot/Red Bird e Suning/OakTree) hanno proposto di corrispondere al Comune di Milano “per il diritto di superficie novantennale di una area pubblica di 280.314 mq., ai fini dell’attuazione dello sviluppo immobiliare previsto” (demolizione dello Stadio Meazza; costruzione di uno stadio meno capiente; costruzione di uffici, centro commerciale, centro congressi, ecc. per un totale di 98.361 mq.) la cifra a valori reali di 195,8 milioni che corrisponde a euro 2.175.555 all’anno.
Per intenderci, a Sala va bene la proposta della cifra pazzesca (state seduti!) di 7,74 (sette virgola settantaquattro) euro al metro quadrato !
La somma di 2,2 milioni all’anno, rivalutata annualmente con una inflazione - poniamo – del 1%, porterebbe nelle casse del Comune in 90 anni la somma di poco più di 315 milioni di euro. Un affarone per il Comune o per le due società? Ovviamente, la risposta è scontata: per le due società.
Si noti che, dal 2000 fino al 2030, il Comune di Milano ha dato in concessione esclusiva lo Stadio Meazza in San Siro alle due società, Inter e Milan.
Per sapere qualcosa dei conti, dobbiamo fare riferimento alla risposta dell’assessore allo sport Roberta Guaineri, in data 29 aprile 2021, a una interrogazione del consigliere Rosario Pantaleo.
Il Comune ha avuto un provento di 175 milioni tra il 1 luglio 2000 e il 31 marzo 2021, ovvero in 20 anni e 9 mesi.
“Di questo ammontare una quota parte, pari al 53,30% è corrisposto al Comune in valore monetario; la parte restante del 46,70% deriva da interventi di manutenzione straordinaria e/o di innovazione realizzati dalle concessionarie,..mediante l’approvazione di un piano quinquennale di lavori”
Quindi, in questi anni, in media il Comune ha incassato
8,4 milioni euro all’anno di cui € 4,5 milioni in valore monetario e 3,9 milioni a scomputo per opere straordinarie o di innovazione.
Si noti che oggi la concessione riguarda solo lo Stadio, e il Comune ha incassato 8,4 milioni all’anno; domani se va in porto l’operazione, per tutta l’area pubblica e lo stadio, uffici, centro commerciale, ecc. incasserebbe 2,2 milioni all’anno.
Oggi, dunque, si parte già con una perdita per il Comune di 6,2 milioni di euro all’anno, che per 90 anni fa la bella differenza di 558 milioni. Avete letto bene: il Comune perderebbe, a valori di oggi, oltre 558 milioni.
Se calcolassimo l’affitto dello stadio (8,4 milioni) con la rivalutazione dell’1% annuo, nei 90 anni il Comune incasserebbe 1 miliardo e duecento ventidue milioni di euro.
Con la proposta dei proponenti, fatta propria dalla Giunta, quindi il Comune perderebbe 907 milioni di euro.
Se facessimo il calcolo solo sulla parte monetaria (4,5 milioni annui), con l’inflazione 1%, nei 90 anni il Comune incasserebbe 651 milioni di euro.
In questo caso, solo sulla parte monetaria, con la proposta dei proponenti, fatta propria dalla Giunta, quindi il Comune perderebbe 336 milioni di euro.
Si tenga conto inoltre che allo Stadio Meazza dal 1980 al 2000 ci sono stati 28 grandi concerti, e gli affitti per l’uso dello stadio andavano direttamente nelle casse del Comune.
Dal 2000 al 2019 ci sono stati 102 concerti che hanno pagato l’affitto al concessionario (Milan-Inter). Quanto? Un milione a concerto? Sono 102 milioni. Mezzo milione a concerto? Sono 51 milioni.
Perché il Comune non mette a disposizione i numeri del bilancio dal 2000 al 2021 e non costringe la società M-I a rendere pubblici i bilanci ? Per di più, il Comune dovrebbe anche rendere pubblica la lettera con cui il Comune si è affrettato a chiedere dieci milioni alle società, subito dopo i rilievi della Corte dei Conti. Peraltro anche questi dovrebbero essere resi pubblici.
O la trasparenza e la chiarezza, nel caso di San Siro, sono un optional ?

Luigi Corbani
Comitato SiMeazza
(sabato 8 ottobre 2022)

Foto del concerto di Bruce Springsteen
21 giugno 1985 a San Siro


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