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Inviato da avatar Enrico Vigo il 09-10-2022 alle 10:12

Fonte IL SECOLO XIX del 09/10/2022:

<< Il sindaco Beppe Sala ha fatto decollare la cosiddetta "Area B" (che perimetra non solo il centro, ma tutta la città, periferie comprese) impedendo l'accesso ai mezzi ritenuti inquinanti. Per intenderci, anche ai diesel Euro 5 di non più di sette anni. Chi non conosce bene la situazione locale, è portato a pensare che si tratti di un provvedimento per disincentivare l'uso delle auto private, quindi apprezzabile di per sé. Non è così. Almeno, non è solo così. Le implicazioni sono così forti che si è subito scatenata un'ondata di protesta. Le analizzeremo. Le contestazioni riguardano due punti. Si dice che è un provvedimento classista. Una decisione che scarica sulle fasce meno abbienti della popolazione tutto il peso economico di dover cambiare macchina. Lo fa senza scalfire per nulla i privilegi dei più benestanti. Quelli che possono abitare in centro, acquistare nuove auto senza problemi, continuare a muoversi senza alcuna limitazione e avere anche i parcheggi gialli riservati ai residenti sotto casa. È un provvedimento che discrimina i cittadini per censo. Come se, nel frattempo, nella storia non fosse nemmeno avvenuta la Rivoluzione Francese. È difficile immaginare, in un momento in cui il Pd discute addirittura di cambiare nome, immaginare un provvedimento che accrediti di più l'idea che sia "il partito delle Ztl". Secondo effetto negativo: se convinci i cittadini che le politiche "green" ricadranno sulle loro spalle, e soltanto su quelle dei più deboli, questa è una pessima propaganda per le politiche ambientali, che diventano odiose per chi è in difficoltà.Sala non ha voluto arretrare. Ha accusato le opposizioni di utilizzare l'argomento per puri fini di propaganda politica. Ma nelle ultime ore è accaduto un colpo di scena clamoroso. La Cgil si è scagliata contro il provvedimento di Sala e del Pd con le stesse parole. Massimo Bonini, il segretario della Camera del Lavoro, in un'intervista al Corriere della Sera, lo bolla così: «L'Area B è un provvedimento classista, Milano rischia diventare un club esclusivo». E ribadisce quello che in migliaia stanno ripetendo al sindaco: «La gente deve fare i conti con bollette raddoppiate, costi insostenibili per la casa e noi diciamo a 340 mila persone dovrebbero cambiare la macchina per venire in città a lavorare?».La correttezza impone di spiegare che esistono alcune agevolazioni. Si può entrare a Milano 50 volte l'anno. Oppure scegliere in alternativa duemila chilometri di bonus installando MoveIn, una scatola nera. Che, però, scala il chilometraggio 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, anche oltre l'orario dei divieti. Davvero pochissima cosa. E MoveIn costa comunque50 euro per l'installazione. Di fatto, una nuova tassa. C'è, da parte della "sinistra milanese", l'incapacità psicologica di ammettere che 50 euro, per moltissime persone, siano decisive per vivere negli ultimi due o tre giorni del mese. Insomma: le contestazioni sono rivolte non alla finalità, ma alla modalità. Al periodo drammatico che tutti stiamo vivendo. Sala replica: Area B doveva partire ancora prima ed è stata rimandata per il Covid. È vero. Però è altrettanto vero che tutti ci saremmo risparmiati volentieri la pandemia e dopo la pandemia, quando speravamo di e vivere più tranquilli, l'aumento esponenziale dei prezzi e delle bollette e la guerra. Purtroppo è andata così e l'emergenza attuale, secondo molti analisti, è persino peggiore di quella del Coronavirus. Area B ostacola i milanesi. Ma molto di più chi arriva a Milano per lavoro. La maggior parte delle persone non per pigrizia. Le dinamiche del lavoro sono cambiate in questi ultimi 20-30 anni. C'è chi proviene dall'hinterland, dove il servizio pubblico è assai più limitato rispetto alla città e dopo una certa ora inesistente. C'è chi lavora con orari irregolari e non prevedibili, magari finendo a tarda sera. Chi, come il personale sanitario (che infatti è insorto) che non sa quando uscirà dal lavoro, appeso ormai a continue emergenze e straodinari. Chi ha bisogno del proprio mezzo perché deve portare con sé delle attrezzature. Una panoramica nella quale raramente rientrano i più abbienti. Tutte persone per bene, che faticano, pagano le tasse ma non navigano nell'oro. Gli incentivi offerti dal Comune non valgono nulla, per chi non ha un euro per comprare una nuova auto. Ora il sindaco della confinante Sesto San Giovanni ha deciso per una ritorsione: "pedaggio" per i milanesi. Così altri Comuni dell'hinterland: una tassa per raggiungere la tangenziale, che passa nei loro territori. Sesto era un tempo la "Stalingrado d'Italia", percentuali bulgare al Pci. Alle politiche del 25 settembre Isabella Rauti di Fratelli d'Italia ha vinto contro Emanuele Fiano del Pd: 46 a 31. È vero che Sesto dal 2017 ha svoltato a destra. Ma un tale distacco è figlio anche della protesta contro Area B: la città ne è diventata capofila. Il sindaco Roberto Di Stefano ha un legittimo terrore, giustificato. Che i Comuni dell'hinterland dove arriva la metropolitana diventino giganteschi parcheggi di interscambio. Così via: un'"Area S" anti milanesi. Siamo solo all'inizio della battaglia. Credo che questi eventi debbano tenuti in considerazione dal sindaco Bucci. Tutti aspiriamo a un'aria migliore nelle nostre città. Ma le decisioni devono essere avvedute. E, in ogni caso, se penalizzano solo i "poveri" della società sono sbagliate. >>. 

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