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Inviato da avatar Luigi Corbani il 06-11-2022 alle 18:04
HA PARLATO IL SINDACO
O IL PROCURATORE DELLE DUE SOCIETÀ PER AZIONI ?

Ha ragione Sgarbi, e già dall’anno scorso avevamo posto il tema della tutela del Meazza, che scatta con il 2025.
Il Sindaco non ha letto bene la delibera della sua giunta n. 1379 del 5 novembre 2021, che non cita la Sovrintendenza di Milano, ma il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo “segretariato regionale per la Lombardia”.

Primo errore:
La verifica dell’interesse culturale è stata avviata dal Comune di Milano, solo in data 13.11.2019 e, dunque, dopo l’approvazione del 8.11.2019 della dichiarazione da parte della Giunta di Milano “di pubblico interesse del progetto “Stadio di Milano” presentato dalle due società, che prevedeva “la demolizione dello stadio esistente”.

Secondo errore:
Il primo anello è del 1926 e il secondo anello, che ha inglobato il primo anello, è del 1955, quindi nel 2025 avrà 70 anni. E fino al 6 febbraio 2026 (data di inaugurazione delle Olimpiadi invernali nello stadio Meazza in San Siro) non si potrà intervenire sullo stadio, tantomeno per demolirlo.

A pagina 6 della relazione istruttoria alla delibera di Giunta del 5 novembre 2021, si scrive
"Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo - Segretariato Regionale per la Lombardia - con nota del 13/05/2020 ha dichiarato la non presenza dell’interesse culturale e pertanto l’immobile risulta escluso dalle disposizioni di tutela di cui alla seconda Parte del codice, con le seguenti motivazioni:
«trattasi, allo stato attuale, di manufatto architettonico in cui le persistenze dello stadio originario del 1925-’26 e dell’ampliamento del 1937-’39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento e ampliamento, realizzati nella seconda metà del Novecento e pertanto non sottoposti alle disposizioni di cui agli articoli 10, comma 1, e 12, comma 1, del Codice perché non risalenti ad oltre settanta anni. Difatti, le stratificazioni, gli adeguamenti e ampliamenti fanno dello stadio – come oggi percepibile nel suo insieme – un’opera connotata dagli interventi del 1953-’55, oltre a quelli del 1989-’90, nonché dalle opere successive al Duemila, ovvero un’architettura soggetta a una continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo».

Terzo errore.
Definire lo stadio Meazza “privo di interesse culturale” è già di per sé una evidente forzatura. Per di più la legge parla di “interesse artistico, storico, etnoantropologico” e che “sono beni paesaggistici gli immobili e le aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio”. La legge poi tutela “le opere dell’architettura contemporanea di particolare valore artistico”
E lo Stadio Meazza in San Siro ha tutte le caratteristiche per rientrare nella tutela assicurata dalla legge.

La stessa SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LA CITTÀ METROPOLITANA DI MILANO in data 4.10.2019, con nota prot. n. 1067 4 affermava che:

«la proposta di demolizione [dello Stadio di San Siro] ha certamente un’estrema rilevanza non solo locale ma nazionale ed anche internazionale, in quanto percepito come una icona dello sport calcistico«,

evidenziando ancora che «
all’interno le strutture del 1955 (Ing. Ferruccio Calzolari e arch. Armando Ronca), il secondo anello e le rampe elicoidali, si ritengono degne di considerazione, nella prospettiva conservativa di un suo adeguamento e/o nuova trasformazione.

In fase di valutazione preliminare, si ritiene che l’opzione proposta della demolizione, ma da realizzarsi in una fase successiva alla realizzazione del nuovo stadio accanto a quello esistente, non sia da considerarsi l’unica possibile.

Si invita pertanto a valutare e proporre ipotesi alternative alla demolizione.

E soprattutto se tale opzione fosse considerata prevalente…omissis…su tale aspetto debba necessariamente essere coinvolta la Superiore Direzione Generale APAB…omissis…

Si sospende pertanto il parere per l’acquisizione delle valutazioni e l’espressione del parere da parte della Superiore Direzione Generale ABAP"»

È quindi del tutto evidente che la polemica del Sindaco è fuori luogo e sopra le righe. E soprattutto dimostra che ha perso di vista l’interesse generale, e quello pubblico nello specifico, perché il Meazza non è di proprietà del Sindaco, né delle due società dalla incerta proprietà. È un bene pubblico, ed è un simbolo di Milano, ricco di contenuto sociale, di costume, parte integrante della storia del Novecento di questa città, di cui in primo luogo il Sindaco dovrebbe essere fiero e orgoglioso.

In questo caso, sembra di non aver sentito parlare il Sindaco, ma il procuratore delle due società per azioni.

Luigi Corbani
Per il Comitato SiMeazza
(domenica 6 novembre 2022)

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