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Inviato da avatar Marco Gui il 11-01-2023 alle 09:30

Il contesto

Diventa sempre più evidente che il processo di digitalizzazione, con l’arrivo di molteplici occasioni di connessione, la crescente diffusione e pervasività dei device digitali, ha aggiunto molti elementi di complessità al compito educativo, in particolare a scuola e in famiglia.
A fianco delle innumerevoli opportunità offerte da questo processo, esistono sempre più evidenze sui rischi e i pericoli legati all’utilizzo precoce dei dispositivi digitali, sia in termini di sicurezza che di salute e benessere.
Tuttavia di questo non vi è ancora una sufficiente presa di coscienza da parte dei genitori e del mondo adulto nel suo complesso e, ove anche ve ne sia, non sempre ci sono le condizioni per fare scelte che ne tengano conto.
Molto spesso i genitori si sentono impreparati a questo compito sia per mancanza di nozioni tecniche ma anche perché forti pressioni sociali e commerciali rendono difficile fare scelte consapevoli e adeguate, in un contesto in cui a volte tutto sembra inevitabile. Tanti sono gli attori già coinvolti e impegnati nell’affrontare, sotto diversi aspetti, il tema dell’educazione digitale, e tante sono le iniziative volte a sensibilizzare, educare e gestire i problemi che inevitabilmente si vengono a creare. Tuttavia, una riflessione veramente collettiva su questi temi non è stata ancora fatta e la discussione mediatica, molto spesso legata a una retorica stereotipata tra tecno-ottimismo e tecno-pessimismo, non aiuta in questa direzione. Ciò che manca sono delle indicazioni su tematiche concrete per supportare le famiglie.
Un esempio è una decisione collettiva sull’età a cui riteniamo che sia opportuno consegnare ai minori uno smartphone personale, evitando così l’effetto emulazione e la spinta alla precocizzazione continua che si è vista finora.
Un secondo esempio riguarda i social: la norma che vieta l’accesso autonomo alle piattaforme prima dei 14 anni è in realtà quasi del tutto ignorata e le stesse iniziative di educazione digitale sono costrette a dare per scontato che essa non sia osservata.
Un terzo esempio è legato al mondo dei videogiochi: nonostante esistano degli standard di classificazione per età (primo tra tutti PEGI) questi non sono conosciuti e il loro rispetto non è diffuso.
Un quarto esempio concerne le scuole e le loro richieste di utilizzare la connessione durante i compiti a casa: come è possibile sfruttare le potenzialità didattiche del digitale senza scaricare sulle famiglie l’onere di rendere sicuro l’ambiente di navigazione a casa?
Si rende necessario pertanto uno sforzo coordinato per intervenire collettivamente e in maniera decisa in aiuto non solo dei genitori di oggi, ma anche delle future generazioni, fornendo loro indicazioni e strumenti per affrontare una delle sfide educative più impegnative dei nostri tempi. Questo permetterà di fare sistema anche tra alcune valide esperienze di educazione digitale esistenti in città (es. patentino digitale/smartphone,
progetto “Selfie!”). Milano, avanguardia della trasformazione digitale, può guidare l’innovazione anche su questo piano di indirizzo collettivo.


L'iniziativa

L'iniziativa, di durata biennale, si situa nell'ambito del progetto MUSA (Ecosistemi dell’Innovazione, Spoke 6, PNRR).
Promossa dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca e Comune di Milano, con la collaborazione di diverse istituzioni cittadine, punta a promuovere una discussione collettiva su queste tematiche attraverso:

  • interviste e focus group in 5 scuole della città;
  • incontri pubblici di approfondimento con esperti con successivi dibattiti;
  • una rilevazione estensiva sulle famiglie con figli minorenni della città di Milano.

L'obiettivo finale sarà la stesura di alcune raccomandazioni condivise da utilizzare per firmare veri e propri "Patti educativi digitali" a livello territoriale.

 

Un breve trailer del progetto:


Video
dell'evento di lancio alla Digital Week 2022...

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