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Inviato da avatar Giulio Beltrami il 10-01-2023 alle 19:35

Lasciamo stare i "saccenti", perché gli informatici sanno bene quanto sia difficile sviluppare servizi digitali efficaci, a partire dalle imprese e a maggior ragione per il Paese, tant'è vero che chiedono maggiore considerazione delle loro competenze (che spesso emigrano) e maggiore consapevolezza del compito e meno blateramenti, da parte del committente pubblico.

Non capisco poi l'allergia all'assistenza che, nel caso non sia rivolta alla testa, dovrà essere dedicata ai piedi, per arrivare allo sportello.

La Rete Civica di Milano ha una eccezionale esperienza in merito, quando si andava a configurare PC e modem a casa di fior di professionisti, per permettergli di interloquire in rete.
Così come Informatici senza Frontiere e altre associazioni di volontariato informatico si occupano da anni della alfabetizzazione di anziani e di giovani profughi.
Ed io ex progettista informatico chiarisco con mio nipote decenne, che sa fare ma non sa quello che fa (anche i giovani non sono indenni!), certi misteri dello smartphone o di Alexa.

Certo basta poco, qualche svarione di politici e media, per perdere quel recupero sulla transizione digitale che, obtorto collo, abbiamo acquisito con la pandemia.

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