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Buon giorno.
La conferenza mi ha suscitato un interrogativo e un'ipotesi.
1°- Se è vero, come mi sembra vero, che l'occhio emette qualcosa "...s'accende di lampi ... [...]...vedi qualcosa che ne esce" (diapositiva Wittgenstein), mi sorge una curiosità: c'è effettivamente qualcosa che esce dall'occhio, oppure sono i muscoli espressivi che, contraendosi, mi danno l'impressione che qualcosa esca dall'occhio inducendomi a percepire lo sguardo? Il fatto che un dipinto emetta uno sguardo mi fa propendere per la seconda ipotesi, anche se, in certi casi, sono fortemente in dubbio.
2°- La domanda di Giulio Beltrami mi fa sorgere l'idea, non so quanto plausibile, che la realtà virtuale non è mai pericolosa, e che quella reale, invece, può esserlo. Ciò mi fa pensare che, nel primo caso, il mio organismo si senta più tranquillo, perciò più disposto a "ricevere". Nel secondo, invece, davanti a una realtà reale, che, non si sa mai, potrebbe reagire, esso si ponga automaticamente in uno stato di allerta, quindi meno disposto a ricevere. Non so quanto sensato possa essere un tale meccanismo, ma è quello venutomi in mente alla domanda di Beltrami che mi sembra, oltretutto, porre il dito su ciò che a me appare come uno dei problemi moderni: la forte inclinazione verso la realtà virtuale a discapito, a volte, di quella reale.
Forse chiedo troppo (il tempo è tiranno, soprattutto per cose di scarsa importanza), ma mi piacerebbe conoscere l'opinione di altri.
In ogni caso, voglio ringraziare la professoressa Borutti e il dottor Beltrami per avermi stimolato.
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