Rispondi

Interessante dibattito. A parte il discorso del furto forzato... per esempio nel corso di una rapina alla cantina o al box. Io personalmente credo che noi cittadini del mondo, le biciclette c'è le facciamo rubare per nostra incuria. Molto simile a quando si smarrisce il cane che lasciamo privo di guinzaglio mentre ciacoliamo con gli amici, e non rendendoci conto che i feromoni di qualche cagnolina in calore ogni tot giorni mietono vittime.

Il discorso della targa o della punzonatura a mio giudizio è sbagliato.

1° perché andrebbe solo ad ingrassare una certa percentuale di furbacchioni che farebbero fluttuare notevolmente il prezzo di una normale bicicletta, grazie a questa scusa.

2° perché le punzonature come le targhe sono rimovibili e sostituibili facilmente.

3° perché così facendo siamo ancora più indifesi.

Ammettiamo che la bicicletta rubata in cantina viene utilizzata per scopi poco benevoli e che tu in cantina ci vai raramente "ti vengono a prendere a casa..."

Il microchips è un'ottima idea, ma si deve trovare all'interno del telaio in maniera che sia impossibile estrarlo e che debba avere un certo numero di anni di durata. Altrimenti siamo punto e a capo (uno svita la sella e lo toglie).

E' impossibile pensare di parcheggiare la bicicletta nuova fiammante o anche datata nelle rastrelliere delle stazioni delle metropolitane, o legate con una catena ad un palo della luce (magari limitando o mettendo in pericolo i pedoni) e credere di ritrovarla al ritorno perché spesso per vandalismo vengono distrutte. Se non si creano appositi parcheggi custoditi. Se calcoliamo a quanto ammontano i furti delle famose ciclibike del Comune di Milano nonostante abbiano un ottimo sistema di ancoraggio amici miei ci mettiamo le mani tra i capelli.

Certo, chi ha proposto di applicare numeri di identificazione o la targa  auna bicicletta, sicuramente ha preso spunto da ciò che accade in altri Stati. Ma qui siamo in Italia, siamo stati educati in maniera molto differente.

Buona giornata