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Per Werner Heisenberg e Niels Bohr era possibile comprendere ed accettare la meccanica quantistica solo a condizione di abbandonare pregiudizi molto radicati tra gli addetti ai lavori.
Se i pregiudizi ostacolano i fisici nella comprensione dei progressi della loro scienza, non dobbiamo sorprenderci se l’abitudine ci ostacola nell’apprezzare le novità che il digitale ci offre incessantemente, anche quotidianamente con la rete.
Da questo punto di vista siamo tutti “migranti digitali”, salvo giovani di primo pelo, che smanettano senza remore l’ultimo telefonino o applicazione per comprenderne le modalità d’uso; giovani che tuttavia dovranno migrare anche loro, alla successiva tornata di innovazione digitale.
In passato l’addestramento dell’utente era affidato a manuali cartacei e lezioni orali, mentre oggi si pretende ergonomia e standardizzazione delle interfacce utente, hardware (PC, Tablet o Smartphone) e software (macOS/Windows, Iphone/Android, Internet Email, WEB Browser, ecc.), in modo da garantire chiarezza (affordance) e omogeneità d’uso, almeno nell'ambito di ciascuno standard.
Restano i dettagli operativi e la soluzione di dubbi e problemi, che oggi si rimandano a siti e forum di esperti ed a videolezioni in rete, che ormai coprono ogni angolo del sapere pratico: dalla riparazione delle lampadina del frigo a quella del miscelatore della doccia.
A monte resta l’esigenza culturale di condividere nozioni di architettura dei sistemi digitali, oggi anche ecologia intesa come relazioni tra noi ed i sistemi ed i sistemi tra loro, in modo tale da non trovarsi nelle condizioni di quel guidatore dell'auto, che confonda la ruota con il volante, perché sono ambedue rotondi.
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