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Inviato da avatar Attilio Paparazzo il 12-04-2023 alle 17:23

Aspettative deluse dal 1° rapporto sulle disuguaglianze della Fondazione Cariplo.

Molto si dovrebbe scrivere sui vari capitoli del rapporto, ma qui mi limito a commentare la presentazione del presidente della fondazione Giovanni Fosti.

Va riconosciuto l’impegno per aver scelto di esaminare la scuola come terreno privilegiato per misurare come agiscono le disuguaglianze in rapporto alla condizione socio economica delle famiglie.

Va dato atto all’impegno a voler mantenere una attenzione continua sull’effettivo utilizzo delle opportunità offerte per conseguire il successo formativo degli studenti provenienti da famiglie di meno abbienti.

Analogamente va apprezzato il grande investimento che la Fondazione Cariplo ha messo in campo per la realizzazione del rapporto perché, come scrive il presidente della Fondazione Giovanni Fosti “Nel 2022 la Fondazione ha lanciato il primo bando “Inequalities Research - Generare conoscenza per ridurre le disuguaglianze”, investendo 2,5 milioni di euro, con lo scopo di promuovere, attraverso la ricerca, lo sviluppo di conoscenze in grado di rafforzare e sostenere politiche più efficaci per il contrasto alla disuguaglianza”.

Il rapporto mette in luce un dato tutt’altro che originale, per lo meno per chi la scuola la frequenta professionalmente, vediamo che all’interno del sistema scolastico le disuguaglianze di apprendimento rimangono stabili dalle scuole elementari alle medie”. Da questa scoperta il presidente Fosti fa discendere la seguente considerazione; “Chi vive condizioni più fragili esprime aspettative più limitate, e minore fiducia nella propria possibilità di vederle soddisfatte, indipendentemente dal proprio talento o dal proprio potenziale. Non si tratta quindi solo di diversità nelle condizioni di partenza, che possono rendere più o meno faticosi i percorsi di ciascuno, ma di condizioni talmente disuguali da rimuovere l’accesso ad alcune opportunità di crescita nei primi anni di vita.”

Tesi discutibilissima! Si pretende di desumere da un oggettivo svantaggio sociale anche la fragilità delle aspettative future. Chi ha mai misurato la consistenza delle aspettative? Forse lo svantaggio impedisce ai bambini di umili natali di sognare di diventare astronaute/i o ballerine/i dell’étoile della Scala? E poi quei sogni spesso svaniscono non per effetto di un minore successo scolastico, ma per la condizione drammaticamente classista della società in cui vivono.

Fosti giunge poi a una affermazione ardita e molto preoccupante quando afferma che grandi disuguaglianze sociali rendono vane le opportunità offerte nei primi anni di vita. Sembra questa una dichiarazione politica ispirata da quella fitta schiera di detrattori della pubblica amministrazione e della scuola pubblica sempre pronti a nuovi tagli della spesa sociale. Forse di sbagliamo ad attribuire al presidente della Fondazione Cariplo questa intenzione, ma quel pensiero tira dritto (inconsapevolmente?) verso i tagli.

Non dubito, invece, della vocazione filantropica del presidente Fosti, una ardita filantropia che, dopo aver deciso di “passare da un atteggiamento “di attesa” a uno “di iniziativa” poiché  “la semplice offerta di opportunità,   rischia di risultare un alibi” allora il presidente si assegna il compito di scardinare la dinamica, non possiamo attendere che siano proprio queste persone a prendere l’iniziativa, ma dobbiamo deliberatamente e tenacemente “andare a cercarle”. (…) andare a cercare chi ha una condizione più fragile e sostenerlo nel proprio percorso”.

Incredibile quanto ardita sia la vocazione filantropica, fallite le opportunità di eguagliamento, “ghe pensi mi”, ad uno ad uno andiamo a prenderli, chi? noi, i soggetti dell’economia, gli attori istituzionali e le organizzazioni non profit per individuare nuove modalità di intervento”.

Confidando sulla buona fede del proposito non posso che augurare i migliori successi, tutto ciò che produce un sia pur minimo avanzamento nel superamento delle disuguaglianze è sempre meritevole… ma, la scuola dove sta? La parola insegnante è quasi totalmente assente dal rapporto. La scuola come istituzione è assente, si prescinde totalmente dal suo quadro normativo, dalle politiche governative, dalle centinaia di migliaia di operatori scolastici che quotidianamente ci mettono le mani in pasta nelle disuguaglianze, ci provano, sbagliano, ci riprovano ancora e ancora nel totale e abissale silenzio.

Si sa, “la  scuola è meglio della merda…” vi si scaricano le contraddizioni di una società opulenta e classista, schifosamente ricca e drammaticamente povera a tal punto che la stessa natalità è un lusso per pochi.

Sarebbe opportuno riconsiderare le conclusioni del rapporto della Fondazione  Cariplo, è vero la scuola non riesce ad annullare le condizioni dello svantaggio scolastico che continua a presentarsi tale durante tutto il percorso, ma sicuramente non le favorisce. Nella scuola pubblica statale, tra i banchi, si fanno continue prove di uguaglianza e fraternità malgrado tutto.

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