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Inviato da avatar Valentina Turazzi il 26-10-2011 alle 10:13

Sicuramente le mie aspettative erano molto alte, proprio perché mi sento molto in sintonia con l'obiettivo e il senso dell'iniziativa.

Ho scritto alcune considerazioni sulla 2 giorni sul mio profilo FB:

Le mie critiche vogliono essere uno spunto di riflessione costruttiva, per migliorare la prossima volta ma anche per rettificare, se possibile, già oggi.

Personalmente ritengo infatti che le proposte (azioni) operative individuate alla fine del percorso non bastino a rimotivare i comitati per il prossimo anno.

Il lavoro di brainstorming permette d'individuare i temi più sentiti, ma non è detto che questi siano anche i migliori da perseguire, perché si livella al basso. In genere il brainstorming permette d'individuare temi DA APPROFONDIRE. Nella discussione (dove pesano anche competenze ed esperienza) si sarebbe potuto evidenziare per esempio come la mappatura sia indispensabile ma esigenza caratteristica di chi appare per la prima volta sul territorio e come l'esigenza di una sede sia sì centrale, ma poi i cittadini vanno cercati altrove perché non vengono spontaneamente nelle nostre sedi.

Seguono le mie considerazioni (pubblicate il 24/10/2011 alle 10:26):

http://www.facebook.com/valentina.turazzi.milano/posts/176850429068005

DUE GIORNI X MILANO: alcune riflessioni.

Gli organizzatori sono soddisfatti. Indubbiamente quelli che dovevano essere i loro obiettivi sono stati raggiunti:
1. capitalizzare e incanalare le risorse umane che si erano attivate durante la campagna elettorale dandogli una regia d'insieme;
2. farsi un'idea del potenziale del "materiale umano" rappresentato dai comitati.
Anche la maggior parte dei partecipanti era soddisfatta. Forse un po' meno chi con la partecipazione attiva è abituato a lavorarci tutti i giorni e in questo fine settimana ne ha visto solo un timidissimo accenno (brainstorming). Ma al termine della 2 giorni scopriamo che i facilitatori sono rimasti sorpresi dalla partecipazione ai gruppi di lavoro e che pensavano che avrebbero incontrato resistenza anziché una maggiore richiesta di formazione in tal senso.
Un errore di sottovalutazione? Può starci, ma riflettiamoci. All'atto dell'iscrizione si chiedeva di specificare competenze ed esperienze.
I gruppi di lavoro (3 momenti da circa 1,5 ore ciascuno con gruppi delle dimensioni minime di una trentina di partecipanti) hanno lavorato con un obiettivo prefissato: Milano città partecipata. Condivisibile. Ai gruppi è stata chiesto d'individuare gli obiettivi secondari e un metodo di lavoro. Nessuno ha avuto più di pochi minuti per esprimersi, nessun dibattito, confronto, possibilità seria di argomentare. Si poteva fare diversamente semplicemente riducendo i momenti frontali in plenaria e dedicando MOLTO più tempo ai lavori di gruppo, ai quali non sarebbe stato male che partecipassero attivamente per tutto il fine settimana sindaco e assessori, anziché limitarsi a raccontarci in assemblea cosa stanno facendo (cosa che costituisce comunque un enorme passo avanti rispetto al passato!).
I problemi più grossi a mio avviso si sono verificati nella fase d'individuazione delle 3 azioni su cui lavorare nel prossimo anno: mappare i territori, trovare una sede sono state tra le azioni più votate, insieme a proposte operative di orizzonte a mio avviso spesso minimalista, quando non addirittura politicamente non condivisibili (nel mio gruppo azioni volte al ripristino della legalità, tipo erogazione di finte multe, alla faccia delle ronde padane!).
Ora i comitati saranno ributtati nei territori a cavarsela. Gli auguro che il lavoro fatto serva davvero anche a loro. La consapevolezza dei partecipanti di avere bisogno di formazione per avviare percorsi partecipati è già un buon segnale, ma la strada è lunga e difficile. Mi permetto un suggerimento agli organizzatori per l'anno prossimo (forse anche un cartellone Suggerimenti sarebbe stato utile): arrivare alla prossima due giorni con un percorso sui territori, anche perché la mia sensazione era che chi sui territori lavora fosse sottorappresentato rispetto alla Zona 1, che ha caratteristiche un po' peculiari in città.
Segnalo il mio disagio di cittadina interessata a questo percorso e attiva nelle commissioni di zona, nei comitati e nelle reti di quartiere pre esistenti, a trovare una collocazione del mio lavoro e della mia militanza politica e sociale in un percorso pensato solo per i comitati x Milano. O si sceglie di non aprire alla cittadinanza tutta o, se lo si fa, si trova un modo di coinvolgere nel percorso anche chi dei comitati non fa parte. Sento forte il rischio di produrre dei doppioni del lavoro che in molti territori si sta già facendo.
Spero che il mio intervento sia vissuto come una critica costruttiva. Non credo di essere l'unica delusa da questa 2 giorni.

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