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A riguardo ricordo una accesa discussione tra due persone attente alla questione, una assessore di municipio e l'altro un cittadino vicino alla comunità di Sant'Egidio, per la decisione del Comune di confiscare (e bruciare) le coperte, dando ai senza tetto altre dotazioni (precisazione obbligatoria, altrimenti sarebbe riconoscibile esclusivamente la tortura). Per l'assessore, questa scelta era obbligata, per i problemi igienici che lei correttamente evidenzia. Per il cittadino, si toglieva agli individui ciò che per loro rappresenta la "casa".
D'altro canto, ci sono dormitori, centri di accoglienza ed altre opportunità per i senza tetto, ma spesso questi preferiscono - per dignità, paura o altre ragioni - la strada, o la sala d'attesa di una stazione, di un aeroporto, ecc..
Condivido in pieno il suo grido d'allarme, non vorrei essere frainteso, ma faccio solo presente che talvolta garantire la giusta dignità a tutti potrebbe essere piuttosto complesso.
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