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La gestione dei SFD sarà sempre complessa per la presenza di gruppi di potere e di interesse, ideologici, politicizzati, poco addentro alle dinamiche e alla vita dei quartieri, con la pretesa di insegnare e spadroneggiare sugli altri: come quel cittadino che ha ben descritto e che credo proprio di aver conosciuto di persona...
Dobbiamo conviverci, purtroppo, con l'ignoranza superba non si può competere...
Esistono dormitori e servizi diurni ma appunto non sempre vengono accettati dalle persone, per vari motivi.
Se poi la loro collocazione avviene dentro a quartieri popolari già complessi in sè, portando ulteriori fragilità di cui la comunità locale è chiamata a farsi carico unilateralmente, con decisioni calate dall'alto e nemmeno comunicate se non come fatto compiuto... allora temo che esista un grave problema di comunicazione e di convivenza civile di cui la Comunità di Sant’Egidio di Milano, che vanta la sua presenza trentennale in quel quartiere del Municipio 4, sarà chiamata a breve a rendere conto, qualora perseveri a interferire in modo a dir poco discutibile con e dentro alla Pubblica Amministrazione, rendendo faticoso il lavoro dei Servizi Sociali e delle forze dell'ordine rilasciando peraltro dichiarazioni opache e non trasparenti per mantenere lo status quo su situazioni di degrado e violenza intollerabili...
Intorno a tali realtà di accoglienza ci vogliono infatti mille attenzioni e accortezze; i cittadini devono essere coinvolti per tempo e accompagnati con rispetto, pena il venir meno della fiducia negli amministratori politici di turno, peraltro appoggiati a questi "volontari" che si ergono a giudici su tutti e tutto, incutendo soggezione in persone poco informate o distanti dai fatti di cui parliamo.
Ho conosciuto al contrario varie realtà di accoglienza virtuosa e concreta sparse per Milano: trovo ammirevole lo sforzo del Comune per coordinare tutto con il Centro Sammartini e il lavoro encomiabile dell'equìpe di viale Ortles 73 sulla grave emarginazione sociale in età adulta, proprio per migliorare questi aspetti e favorire un'accoglienza diffusa.
Ma ci scontriamo poi con la triste realtà di associazioni altisonanti come quella menzionata, in cui personaggi con un ego smisurato operano in modo autoreferenziale: invece di mediare e aiutare, alcuni storici membri sembra che sappiano soltanto criticare e remare contro: al Comune, alla Regione, ad altri operatori sociali e volontari, agli stessi cittadini residenti che chiedono rispetto, sicurezza dei luoghi e delle parti comuni ...
Colgo occasione per portare a conoscenza le istanze degli abitanti di via Barabino e vie limitrofe del Corvetto sud, da Piazzale Gabriele Rosa fino al depuratore di Nosedo.
Qui la piaga delle associazioni politicizzate, non radicate nel territorio, ma con eventi spot di propaganda, un blando volontariato occasionale e un'ideologia di fondo contraria al normale buon senso civico è ancora più evidente e rappresenta una nota dolente per il superamento di situazioni di grave marginalità e/o fenomeni di devianza talvolta correlati.
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