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Inviato da avatar Gabriele Mariani il 30-10-2011 alle 01:00

A Milano vige una regola non scritta sulla sosta privata .

Questa regola non scritta divide la sosta in tre categorie:

-la sosta regolare

-la sosta irregolare sanzionata

-la sosta "tollerata"

Accade cosi' che se piazziamo un Suv sullo sterrato sotto un viale alberato (ad esempio Viale Lombardia, o Via Eustachi, o fra le piante di via Morgagni verso Piazza bacone) o nel bel mezzo di una piazza (sopra uno spartitraffico) , noi si possa tenerlo li' fermo per settimane senza prendere una contravvenzione.

Al contrario , se parcheggiamo in strada , dentro le striscie gialle per residenti che ci competono, ma la notte del lavaggio strade, possiamo stare quasi certi che , con grande solerzia , passera' un vigile alle tre di notte ad elevarci la contravvenzione.

Questo accade perche' nel primo caso la nostra sosta viene definita "tollerata" mentre nel secondo caso no.

Nessuna legge e nessuna regola stabilisce cio' formalmente.

Ma che senso ha tutto questo?

Eccolo il senso:

io, Comune di Milano, che non sono in grado di risolvere il problema dei parcheggi per residenti, "chiudo un occhio" su moltissime aree della citta' non facendo la multa dove dovrei, appunto "tollero" la sosta su determinate superfici, specialmente quelle che dovrebbero essere destinate a verde.

Pero', siccome sempre io, Comune di Milano, ho bisogno di fare cassa, elevo le contravvenzioni per la sosta non tollerandola in altri casi, ad esempio per il lavaggio delle strade: questo mi permette di incassare circa 30.000.000 di euro all'anno che, siccome non ho quattrini, difficilmente li destinero' ad opere legate alla mobilita' ed alla sosta di cui pero' c'e evidente necessita' .

Questo circolo vizioso ha fatto un po' comodo a tutti .

Ha fatto comodo al Comune di Milano che, non volendo inimicarsi i proprietari di automobili (praticamente 7 milanesi su 10) ha elevato un tot di multe, diciamo quanto bastava per raggranellare quel po' di soldi necessari al bilancio; ha fatto comodo a  noi automobilisti (mi ci metto anch'io) che abbiamo potuto negli anni acquistare, cambiare auto, prendere la seconda auto per la famiglia, senza preoccuparci che tale acquisto ha di fatto portato con se' la automatica  sottrazione di 10 mq di suolo pubblico per ogni auto acquistata.

Questo circolo vizioso ha ridotto gli spazi pubblici di Milano per quello che sono.

Non c'e' piu' spazio per piste ciclabili, corsie preferenziali ed il verde e' martoriato ed invisibile dietro una cortina di auto buttate ovunque.

Il pessimo esito dei vari piani parcheggio (specialmente in Zona 3) ha poi limitato l'effetto positivo generato dall'interramento delle auto.

Fra comitati contro questo o quel parcheggio, imprese affidatarie dei lavori di scarsa serieta', convenzioni fatte dal Comune nell'esclusivo interesse della societa' affidataria piu' che del cittadino, sono solo pochi i parcheggi ben fatti ed in tempi ragionevoli.

Il conflitto latente fra noi possessori di auto ed allo stesso tempo ciclo-pedoni, fruitori di verde e mezzi pubblici, e' ormai evidente a tutti.

Milano non e' piu' in grado di assorbire auto private , sia in sosta che in movimento.

Le 70 auto su 100 abitanti che possiedono i milanesi sono troppe, sono il doppio che a Parigi, il triplo di Copenaghen.

La soluzione non sta a mio avviso nell'offrire piu' sosta, piu' parcheggi, non basteranno mai: la soluzione e' limitare progressivamente la possibilita' di sostare ovunque e comunque per spingere i milanesi a rinunciare progressivamente alla seconda e terza auto, ad acquistare auto meno ingombranti, a portare le auto sottoterra, a usare di piu' il mezzo pubblico, la moto o la bicicletta.

Sono cose sgradite da sentirsi dire, ma credo sia il caso di ragionarci sopra tutti insieme con sincerita' se veramente vogliamo bene a questa citta' e non vogliamo solo usarla.

gabriele mariani

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