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Aiutati che GenAI ti aiuta
Mi sembra che l’intensa relazione del prof. De Michelis confermi l’idea, che la mole di informazioni pubblicate su Internet equivalga a una sorta di Bibbia del terzo millennio, per la cui interpretazione ci rivolgiamo all’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), come ne fosse l’esegeta: non la voce di Dio, ma il risultato della nostra cosiddetta “intelligenza collettiva”, che generalmente produce “buon senso”, con qualche eccezione, che troviamo creativa o sbagliata, a seconda del caso.
Quindi di per sé la GenAI, se non fosse manipolata alla Orwell 1984, ci aiuterebbe democraticamente, riflettendo la nostra stessa Storia, senza dovere ricorrere ad Autorità, come paventato dal professore.
Anche per quanto riguarda il rischio che una Intelligenza Artificiale Generale (AGI) prenda il sopravvento, segnalo il recente saggio di Stuart Russel, un’autorità nell’insegnamento della IA, “Compatibile con l’uomo. Come impedire che l'IA controlli il mondo”, nel quale si indicano dei criteri per una IA benefica, con l’unico obiettivo di sostenere la realizzazione delle “preferenze” umane, preferenze da indurre (o meglio abdurre) dal comportamento umano stesso, senza pretendere “valori” a priori, una “ossessione etica” che ho cercato di sfatare anch’io in “Cosa ci azzecca l’intelligenza artificiale generativa con le Leggi di Asimov sulla robotica?”.
Resta il problema di superare le pulsioni umane auto distruttive, estremizzate dalla tecnologia, con la metamorfosi (meglio che rivoluzione) invocata nell’articolo “La prossima Singolarità sta in Noi”, a partire dal BIAS cognitivo del “fine che giustifica i mezzi” (“si vis pacem, para bellum”!), quando “i mezzi distruggono i fini” (Gunther Anders).
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