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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 06-11-2011 alle 12:06

Mi sono convinto che il rafforzamento dei poteri dei consigli di zona non possa prescindere da un eguale rafforzamento delle norme che regolano la politica di governo di questi ultimi.

Il consiglio di zona è il primo terminale delle istituzioni di governo con cui i cittadini entrano in contatto, e l'immediatezza della risposta è un requisito fondamentale.

Avere delle norme ben fatte che possano essere applicate nella maggior parte dei casi senza perdersi in troppe discussioni può fare la differenza tra un buon governo a cui i cittadini si affidano e uno latitante a cui i cittadini non danno fiducia.

Una volta stabilite le competenze, quindi, siano stabilite le norme di applicazione, da seguire fedelmente, e correggere in caso risultino inadeguate.

Di seguito riporto la riflessione fatta per giungere a questo convincimento:

"Vorrei fare alcune riflessioni di carattere molto generale.

In questo periodo il gruppo di quartiere in cui ero si è di fatto sciolto.

Cosa è successo?

Dal momento in cui abbiamo avuto un consigliere di zona eletto i più attivi si sono impegnati nel seguire le sue attività per aiutarlo, avvicinandosi nel contempo alla parte più politica del movimento 5 stelle.

Molti del gruppo di quartiere, i cittadini "comuni" con poco tempo e tanti altri problemi non hanno voluto/potuto fare il salto e si sono ritrovati un po' abbandonati da chi teneva le fila del gruppo di quartiere dedicandoci un po' più di tempo.

Ora che ho provato entrambe queste esperienze mi sento di affermare quanto segue:

Tra il consiglio di zona e i cittadini vi è lo stesso abisso che separa la politica dei partiti nazionali dai cittadini.

Il punto scuote le fondamenta stesse della democrazia.

Nel gruppo di quartiere (che non ha capacità esegutive o rappresentative) l'esercizio della democrazia è doveroso: ognuno rappresenta se stesso, difende i propri ideali, è quindi necessaria una mediazione che porti a un consenso unanime.

Nel consiglio di zona, e in qualunque altro posto in cui si delibera su argomenti che poco hanno a che fare con gli interessi personali, la democrazia e il voto di maggioranza sono elementi assolutamente negativi.

Esempio della buca nella strada:

I cittadini, i vigili di zona, ecc. denunciano una buca in strada.

Il consiglio di zona non deve mettersi a discutere se è da riparare subito, la settimana prossima o tra dieci anni, o se bisogna usare l'asfalto drenante, quello giallo, affidare i lavori a tizio o a caio...

No! Il consiglio di zona (e come esso tutti gli organi preposti a far eseguire qualcosa attraverso delle delibere) deve solo applicare le norme ed i regolamenti che garantiscono che il lavoro sia fatto presto e bene.

Si ha la naturale conseguenza che se il lavoro non sarà fatto presto e bene i casi sono due:

1) Qualcuno non ha seguito le normative. (si ricercherà allora il responsabile per avere un risarcimento)

2) Le normative sono sbagliate. (si interverrà su di esse per correggere l'errore)

E' aberrante vedere come, una volta entrati in consiglio di zona, la democrazia prenda il sopravvento e si trasformi in demagogia fine a se stessa.

Tutti hanno qualcosa da dire (la loro opinione) e tutti cercano di ascoltarla e inserirla nella delibera con l'intento sincero e nobile di accontentare tutti.

Questo crea insicurezza, tempi ingestibili, risultati pasticciati, responsabilità condivise e indecifrabili, norme inutili e mai applicate (quindi mai corrette) e offre autostrade d'intervento a chi vuole far prevalere i propri interessi anche se contrari al bene comune.

L'obbiettivo a cui si dovrebbe puntare è: il cittadino chiede, l'organo istituzionale di turno esegue in modo corretto e virtuoso applicando norme e leggi giuste.

Purtroppo oggi non è così: il cittadino non sa chiedere (non lo fa perchè scoraggiato, non ci riesce perché sbatte contro il muro della burocrazia o lo fa in modo sbagliato), le istituzioni (sia che ascoltino o che non ascoltino) rimettono tutto in discussione, pasticciano, non danno risposte immediate, distruggono la responsabilità personale.

Le norme e le leggi poi sono solo dei vaghi punti di riferimento, sempre disattese (perché carenti se non sbagliate), mai corrette (perché mai applicate alla lettera) a meno che non si vada dinanzi a un giudice e in tal caso, pur dimostrando tutta la loro pressapochezza, le leggi sono interpretate alla lettera o interpretate da chi non ne capisce nulla e si ingigantisce il danno.

Per venirne fuori si deve lavorare su due fronti: quello dei gruppi di quartiere per educare la gente a mantenere un sano rapporto con la politica e le istituzioni, e quello istituzionale, per riportare enti come i consigli di zona a applicare le norme su richiesta dei cittadini piuttosto che fare da bar in cui si discute su ogni inezia senza lavorare su norme di governo certe."

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