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Cronaca di una giornata in città:

- Ieri, domenica 13 novembre, uscendo con la mia bestiola dall'area cani della pericolosissima Piazzale Siena (chi ci abita lo sa) l'auto della polizia municipale non mi ha dato la precendenza sulle strisce pedonali (come pretendere che lo faccia il cittadino comune?)

- Tornando a casa in zona Porta Venezia, ho girato per quasi un'ora nell'attesa (speranza?) di trovare un parcheggio. Molte auto parcheggiate erano prive di contrassegno residenti. Non ho chiamato i vigili, questa volta. Altre volte l'ho fatto, generalmente la sera, quando mi è capitato di rientrare da sola e cercare un parcheggio, senza mai fermarmi, dall'1:00 alle 2:30 di notte (1 ora e mezza!), rischiando peraltro di consumare tutta la benzina. Gran parte dei posti riservati ai residenti erano occupati dai veicoli degli avventori dei locali notturni. I vigili non sono mai venuti.

- Al semaforo disposto in corrispondenza dell'incrocio tra Corso Magenta e via Carducci, una moto, che si trovava ferma alla mia sinistra, allo scattare del verde mi ha prontamanente tagliato la strada, dirigendosi verso via Monti. Per lo meno il centauro mi ha chiesto scusa. A volte, però, le scuse non bastano...

- Questa mattina, intorno alle 8, come tutte le mattine a quest'ora, il traffico nella stretta via Legnano era quasi del tutto bloccato a causa della lunghissima doppia fila di macchine delle mamme che accompagnavano i figli alla scuola tedesca. Tra queste, alcune riprendevano la marcia senza nemmeno segnalare con la freccia. Tra parentesi, di vigili neanche l'ombra, nemmeno di quelli che spesso in prossimità delle scuole agevolano l'attraversamento sulle strisce.

- Da ieri ad oggi, guidando per Milano, almeno in cinque-sei occasioni un pedone mi ha ringraziato per avergli permesso di attraversare la strada sulle strisce pedonali.

Ecco, quest'ultimo evento è quello che forse, tra tutti, mi mette più tristezza. Mi domando di cosa si tratti: rassegnazione o disabituazione?