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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 03-12-2010 alle 10:59

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/12/03/news/politica_lista_stranieri_la_lega_va_all_attacco_non_vogliamo_kamikaze_in_consiglio-9791505/


POLITICA

Lista stranieri, la Lega va all'attacco
"Non vogliamo kamikaze in Consiglio"

Pdl e Carroccio: alle urne non andranno oltre lo 0,3 per cento. Pd: no ai partiti religiosi
La replica di Shaari: "Noi parliamo di valori e la moschea non è al centro del programma"
di ZITA DAZZI

"Siamo cittadini italiani che vogliono partecipare alla vita civile e politica della città". Così Ibrahim Niang, senegalese a Milano da 30 anni, presenta la lista civica "Milano nuova" che candiderà a sindaco Abdel Hamid Shaari, presidente dell'Istituto culturale islamico di viale Jenner. Nel tendone Ciak di via Procaccini, la lista è stata presentata. E la Lega è partita subito all'attacco, col segretario provinciale Igor Iezzi (intervenuto alla presentazione) che invita le istituzioni "a vigilare affinché a palazzo Marino non entrino kamikaze".

Ma i promotori della lista non si scompongono: "Siamo laici, non integralisti. Ci interessano i valori, in questa città ormai l'ultima coscienza morale è il cardinale Tettamanzi. Noi vogliamo solo occuparci di problemi concreti: il traffico, lo smog, la casa, la precarietà del lavoro, il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti fra i quali quello di culto per tutte le fedi in luoghi dedicati e dignitosi. E chiederemo a tutti i nostri candidati il certificato penale", spiega, leggendo dalla bozza di programma distribuita ai presenti, Iulian Curelea, rifugiato politico dalla Romania, al tavolo assieme ad altre dieci persone, fra le quali Mohamed Hammadi, italo-siriano già consigliere comunale dei Ds a Sesto, Annalisa Mortirolo, insegnante, Roberto Reyer, peruviano, mediatore linguistico-culturale.

Shaari sottolinea più volte che il tema della moschea non è, e non sarà, il perno del programma: "Il nostro è un laboratorio per contribuire al cambiamento della città. Non abbiamo sponsor, né padrini politici, né consolati alle spalle. Con noi ci sono cittadini cinesi, dal Bangladesh, dall'Eritrea e dalle Filippine, ma anche tanti italiani".

Ma le proteste fioccano. Il presidente del consiglio regionale, il leghista Davide Boni chiede di "vigilare, perché non vorrei trovarmi in futuro a dover combattere politicamente formazioni estremiste come nei paesi fondamentalisti". Il vicesindaco Riccardo De Corato liquida l'iniziativa: "Rapportato sull'elettorato attivo di circa un milione di votanti a Milano, nella migliore delle ipotesi prenderanno lo 0,3 per cento". L'europarlamentare e consigliere comunale del Pdl Carlo Fidanza assicura che "gli stranieri per bene, desiderosi di integrazione, non si presteranno a questa clamorosa patacca mediatica, che alimenta separazione, autoesclusione ed estremismo".

La nuova lista è "una vergogna e un pericolo" per l'eurodeputato del Carroccio Matteo Salvini. Ma l'idea non piace neppure a Roberto Caputo, vicecapogruppo Pd in Provincia: "È un pericoloso precedente che aumenterà le tensioni perché divide i cittadini. Una lista etnica con forti connotazioni religiose ed islamiche non aiuta l'integrazione".

(03 dicembre 2010)

La presentazione di Milano Nuova (foto)

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