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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 07-12-2011 alle 14:00

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

Giorno di Sant'Ambrogio

Civiche benemerenze, il discorso del Sindaco

Le parole di Giuliano Pisapia al Teatro dal Verme il 7 dicembre 2011


Buona festa a tutti!

Questo è il mio primo 7 dicembre da Sindaco, e vi confesso che sono emozionato.
Sono emozionato e contento.
I riconoscimenti che la città dà ai suoi cittadini migliori, a chi ha messo la sua intelligenza al servizio di tutti, a chi ha dedicato competenza e impegno al bene comune, sono un bel segnale per i tempi difficili che stiamo vivendo.

Ma la ricchezza di contributi di cui la nsotra Milano è capace, la generosità dei tanti che si impegnano non solo per se stessi –quello spirito insomma, che ha fatto grande la città – sono motivi di speranza e di ottimismo.

Anche oggi non piove, e il paradosso è che siamo costretti a dire che è una brutta notizia…anche se i primi provvedimenti presi nei giorni scorsi stanno dando effetti positivi.
Lo smog non è un problema che si è creato in pochi mesi, siamo in compagnia di molte altre città del mondo, eppure quello dell’aria che respiriamo è un problema drammatico.
A Londra per pulire le acque del Tamigi ci hanno messo dieci anni…noi vogliamo metterci molto di meno per pulire l’aria di Milano.
Con umiltà, sgombrando la mente da facili slogan e ideologie, ho provato a capire quale fosse la soluzione migliore.
E quello che ho capito è che ci vorrà tempo, che tutti noi dovremo cambiare abitudini, che ci sarà bisogno di misure strutturali che avranno effetto a lungo termine.
Però bisogna cominciare e dunque perdonatemi se vi costringo a passare qualche giorno a piedi. Anche se la speranza è l’ultima a morire.
Vi ho parlato di questo problema perché è da qui, dalla festa dei milanesi, che voglio dire che solo insieme, con la consapevolezza che i grandi problemi richiedono sforzi collettivi, usciremo da questa e altre emergenze.
E so – sappiamo – che siamo capaci di restare uniti, di fare sacrifici, di faticare oggi per qualcosa che sarà utile domani.
Milano non si tira indietro.
Abbiate fiducia, spazzeremo l’aria sporca dal cielo di Milano.
Ce la faremo. Ce la farà l’Italia e ce la farà Milano.

Ieri ho partecipato alla celebrazione religiosa nella Basilica di S.Ambrogio, patrono di Milano, e ho ascoltato le parole dell’Arcivescovo, Card. Angelo Scola.
Con lui ho condiviso il richiamo alla coesione sociale, all’attenzione per i più poveri ed emarginati e l’invito a unirci per uscire da una crisi profonda che possiamo e dobbiamo contrastare e superare.
Una crisi, non solo economica, ma anche sociale e culturale, che si supererà solo se vi sarà un impegno comune – ognuno nel proprio ruolo – che dia una risposta alle domande e ai bisogni  e guardi al futuro di tutti, soprattutto dei tanti che non hanno un presente e non vedono un futuro.

Oggi siamo qui per consegnare le Benemerenze Civiche, per riconoscere la grandezza di tante donne e uomini; di tante organizzazioni di cui Milano va fiera, perché hanno saputo accendere una luce di speranza, di generosità, di passione, di grandezza civile.

Luci che ancora oggi sono in grado di indicarci la strada.
Questa sera, il Don Giovanni di Mozart farà grande ancora una volta il nome di Milano.
La Scala, ogni 7 Dicembre, è per Milano un sublime colpo d’ala, un respiro felice e gioioso di arte e di cultura, con cui Milano riesce a rendere felice se stessa e il mondo.

Segni, eventi, che parlano al mondo e a noi stessi di una bellezza e di una forza civile di cui siamo giustamente fieri, e che ci fa dire oggi: sì, Milano è davvero grande, Milano ce la farà, come sempre.

Se tutto questo è possibile lo dobbiamo a noi stessi, a noi come comunità civile, a noi e voi come singoli cittadini.

Lo dobbiamo – e oggi lo vogliamo ricordare - al nostro impegno, alla nostra voglia di far parte di un progetto comune, alla capacità di pensare al bene di tutti e non solo di pochi.
Lo dobbiamo a migliaia di milanesi consapevoli che si è felici davvero solo se si lavora per gli altri, come hanno fatto i premiati di oggi.

I loro nomi, le loro storie – le vostre storie - ci raccontano la pluralità di Milano. Ma ci dicono anche della capacità di credere a un progetto comune, creando un legame che è parte integrante della nostra città.

Abbiamo bisogno di unità, di coesione, di prossimità. Un Paese e una città divisa, sfilacciata, conflittuale, non può reggere nessuna crisi, né quelle di oggi, né quelle di domani.
Milano ha saputo dare grande prova di unità in tutti i momenti più difficili della storia nazionale.
Le Cinque Giornate, il Risorgimento, la Resistenza, il terrorismo: la voglia di libertà e di riscatto hanno stretto i Milanesi in un abbraccio solidale e fiero, che ci ha consentito di superare le difficoltà più grandi.

La diversità, la contrapposizione politica, la competizione economica, lo scontro anche aspro tra visioni diverse, non sono contrari all’unità.

Quello che serve è riconoscere di essere tutti alle prese con un destino comune e avere insieme il desiderio di migliorarlo.

Quello che serve è volere il bene degli altri, di tutti, anche di chi la pensa diversamente; di chi professa una diversa fede religiosa, di chi non è nato nella nostra città, ma è venuto a Milano perché sa che Milano è stata e deve continuare a essere, una città accogliente e solidale.
Quello che serve è voler fare della propria vita un dono.
Così ha fatto S.Ambrogio, così hanno fatto i benemeriti di oggi, così siamo chiamati a fare tutti noi.

Le sfide che viviamo sono tante. C’è una crisi devastante, che attacca al cuore la nostra economia.

Milano ne avverte gli effetti in modo pesante: le imprese faticano a crescere, a stare sul mercato. I lavoratori, specialmente i meno tutelati e i più giovani pagano più di tutti con licenziamenti improvvisi che gettano nella disperazione intere famiglie.

La sfida della crisi si vince restando uniti, sostenendo i più deboli.
Nessuno si salva da solo.
L’esperienza del Fondo di Solidarietà che tanto ha voluto il Cardinale Tettamanzi e di cui, proprio ieri, il Cardinale Scola ha annunciato la prosecuzione, il Fondo anticrisi che il Comune ha messo in campo insieme ai Sindacati, le tante collaborazioni con le imprese e con il privato sociale, sono esempi di solidarietà che hanno dato risposte a chi si trovava solo muri e silenzi alle richieste di aiuto.

Anche le misure anticrisi che l’Italia sta mettendo in campo devono essere tali da non minare l’unità sociale, e quindi essere eque. Perché l’equità e la giustizia sono i presupposti dell’unità.

C’è poi la sfida dell’ambiente: una sfida che non possiamo più ignorare.
I disastri e i lutti che ad ogni pioggia colpiscono il Paese denunciano l’arretratezza delle nostre politiche ambientali.

Milano, con l’Esposizione Universale – che ha per tema e obiettivo le parole magiche “ Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita – si candida a diventare un modello di sostenibilità ambientale urbana.
Anche qui occorre, dopo tante divisioni, l’impegno di tutte le energie progettuali, culturali, scientifiche della città.

Sono certo che Milano vincerà le sfide che ha di fronte. Ne sono certo per ciò che vedo ogni giorno per le strade di Milano, nelle sedi delle Istituzioni e delle Imprese, nelle scuole, nelle università, nei posti di lavoro e anche qui oggi.

Vedo, ovunque – pur in una situazione difficile - generosità, passione, voglia di avere un obiettivo, una speranza comune.
Quella generosità; quella passione; quell’impegno che sono stati i nostri punti di riferimento nell’assegnare le benemerenze di oggi.

Un grazie a tutti, a nome dell’intera città.

Giuliano Pisapia


 

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