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Inviato da avatar Enrico Vigo il 29-12-2011 alle 13:42

Da IL CORRIERE DELLA SERA web:

L'ad del fondo F2i avrà due consiglieri. Al Comune anche un maxi-dividendo

Sea, il giorno di Vito Gamberale

Versa 340 milioni ed entra nel cda

Linate, assemblea dei soci. Corritore: salvo il Patto di stabilità

MILANO - E finalmente il grande giorno arrivò. Giovedì, con uno scambio in contemporanea, il Fondo F2i mette sul piatto di Palazzo Marino 340 milioni di euro e il Comune nell'assemblea dei soci di Sea nomina due rappresentanti del fondo di Vito Gamberale. Più che un closing assomiglia a uno scambio mercantile «tradizionale». Soldi da una parte, rappresentanza nel cda dall'altra. Fatto sta che alla fine della giornata, Palazzo Marino potrà tappare la falla del patto di stabilità e la Sea avrà un nuovo socio privato. Una corsa contro il tempo. Bisogna incassare i soldi entro le 15.30 per rispettare il patto. Sono stati messi in atto tutti gli accorgimenti del caso. A partire dalla doppia delega per il rappresentante del Comune. Se il direttore generale del Comune, Davide Corritore, non dovesse presentarsi per qualsiasi motivo, è pronta la riserva. Si parte alle 11.30, quando nella sala Orsetta di Linate si riunirà l'assemblea dei soci di Sea - per cortesia si permetterà l'ingresso dei rappresentanti di F2i - per approvare il nuovo Statuto della società modificato in base alla delibera di vendita. E qui si chiude la parte straordinaria. Poi si apre l'assemblea ordinaria.

Primo tema all'ordine del giorno è il voto che modifica le condizioni per la distribuzione del maxi-dividendo straordinario: 147 milioni di euro che la Sea verserà nelle casse del Comune in due tranche, nel 2012 e nel 2013. A questo punto, fermi tutti. L'assemblea si interrompe. Arriva il notaio, si sbrigano tutte le pratiche e F2i affida nelle mani del Comune 340 milioni di euro (la prima tranche per l'acquisto del 29,75% di Sea, la seconda di 45 milioni arriverà quando il governo varerà il Dpcm che permette l'aumento delle tariffe aeroportuali).

Solo dopo aver incassato il conquibus si riprenderà l'assemblea con l'integrazione nel cda di due rappresentanti di F2i. Tra i papabili nel nuovo cda c'è Mauro Maia, senior partner di F2i. Uno dei due assumerà la carica di vicepresidente di Sea. Ma toccherà al cda nominarlo e dopo che l'attuale vicepresidente Lino Girometta, con un atto di cortesia istituzionale, formalizzerà le sue dimissioni: il primo cda utile è previsto per fine gennaio.

«Il rispetto trasparente del patto di stabilità - attacca il direttore generale di Palazzo Marino, Davide Corritore - è la prima condizione per dare una prospettiva al Paese. Con la giornata di domani (oggi per chi legge, ndr) Milano dà il suo contributo, anche se al fotofinish e con una vendita. Ora comincia il duro lavoro per dare equilibrio al bilancio corrente del 2012, al cui pareggio mancano centinaia di milioni». Non ci sta invece il centrodestra: «La nuova governance consociativa di un pubblico debole e di un privato forte - attacca il capogruppo del Pdl, Carlo Masseroli - vedrà presto soccombere le istanze pubbliche. Esattamente come era scritto nella seconda parte della lettera di F2i che Tabacci non ha voluto rendere pubblica».

Maurizio Giannattasio 29 dicembre 2011 | 9:44

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Mio commento:

La questione della nuova strategia aziendale SEA, alla luce dell'entrata del nuovo azionista privato di minoranza, va fatta collimare con gli interessi pubblici locali e nazionali.

La stessa questione di aggregare più aeroporti nel nord Italia, se può avere un senso in termini aziendali tutto da dimostrare, non è detto che allo stesso modo gli interessi pubblici più in generale siano salvaguardati, occorre focalizzare innanzi tutto l'attenzione sui ruoli complementari di Linate e Malpensa, senza il cannibalismo di oggi, il resto viene dopo.

L'interesse pubblico si estrinseca nel servizio che Malpensa come scalo intercontinentale potrà dare al paese restituendo i forti investimenti pubblici messi in campo ed in procinto di essere investiti (numeri da capogiro), e non è detto che questi interessi collimino con quelli dell'investitore privato o della stessa SEA in quanto azienda.

La questione non è semplice, occorre che il Comune di Milano non si lasci travolgere dai problemi legati ai rapporti col nuovo azionista e di una corretta governance che deve rimanere saldamente di mano pubblica.

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