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Inviato da avatar Fiorella De Cindio il 30-12-2011 alle 10:02

Complice una connessione poco affidabile e, lo ammetto, il bisogno di staccare un po', arrivo che molte delle cose che penso a questo riguardo sono gia' state dette. Ma ho colto l’occasione di dover scrivere offline (chiedendo l’aiuto di Oliverio per inserire i link giusti) per metterle in fila e per aggiungerne una che mi sta molto a cuore e capirete bene il perché.

  1. l'usabilità di Facebook merita una riflessione approfondita, e la sua concezione di privacy altrettanto: non è solo questione delle azioni elementari che chi usa Fb deve conoscere, ma anche degli effetti che hanno, che a volta non sono per nulla chiari. Non sono poche le persone che hanno un'ottima confidenza con le tecnologie digitali e di rete che non amano per nulla Facebook proprio per questi aspetti. Anzi, per quanto possa sembrare paradossale, a volte sono proprio i più esperti che non riescono a distinguere una pagina da un profilo (il cui layout è per molti aspetti effettivamente indistinguibile), che è invece una differenza immediata per chi passa molto tempo su Facebook;
  2. Facebook con i numeri che ha è sicuramente un poderoso strumento di marketing, e il "prodotto" da “vendere” può essere anche un politico, un partito, una causa sociale; lo si è visto nelle ultime campagne elettorali, e si sono viste anche le (deform-)azioni tipiche del marketing, con i numeri di “fan” fatti crescere ad arte inserendo una porzione di codice che ne incrementa automaticamente il numero;
  3. ma anche detto che questo stesso ambiente può essere configurato in modi significativamente diversi: poco prima di Natale ho usato proprio le pagine dei nostri assessori (proprio quelli che cita Pietro Riccio) per far notare ai miei studenti le differenze possibili, confrontando quella “Giuliano Pisapia Sindaco X Milano” con quelle di Stefano Boeri, PierFrancesco Maran, e quella di Mattia Calise. Vado un po’ a memoria perché non riesco a ricontrollare proprio tutto (alcuni testi li ho salvati): quelle di Pisapia e Boeri sono pagine gestite evidentemente da uno staff (credo con una certa continuità con lo staff che li aveva seguiti in campagna elettorale), mentre è abbastanza chiaro che Maran e Calise gestiscono direttamente il loro profilo. Sono scelte di progettazione, incluse le scelte dei default che vengono impostati, ovviamente negli spazi di possibilità offerti da Facebook, che spesso li modifica sulla base di sue esigenze (ragionevolmente orientate al profitto, come è naturale che sia), non sempre dandone la necessaria evidenza (e così anche gli utenti esperti a volte smarriscono la bussola);
  4. questo ci dice che gli spazi online non sono tutti uguali: esattamente come nel mondo reale ci sono le sale riunioni e le discoteche, la cucina e il salotto. Sono spazi dotati di strumenti in cui le persone compiono azioni diverse. Lo stesso succede anche online. Nel mondo fisico ci sono architetti che progettano questi spazi, anche se è vero che ciascuno sa un po' di architettura per sistemare i propri spazi, la propria casa e il proprio ufficio. Ma nessuno di noi si prenderebbe l’incarico di progettare la nuova sede di un Comune. Idem in rete, dove ad esempio i blogger, o gli amministratori di una pagina Facebook, anche se non espertissimi, hanno imparato quel che serve a personalizzare, tenere in ordine, decorare il proprio ambiente. Ma per progettare una cosa per nulla semplice come lo spazio per il dialogo pubblico, possibilmente civile, democratico e produttivo (cioè evitando di discutere a vuoto) online tra una amministrazione comunale e i cittadini qualche esperto “architetto digitale” sarebbe da ascoltare;
  5. in questo contesto (la progettazione dello spazio per il dialogo pubblico online tra una amministrazione comunale e i cittadini) andrebbe affrontata la questione richiamata da Paolo Ramella degli spazi privati, pubblici e istituzionali, magari insieme agli esperti di comunicazione pubblica/istituzionale/di pubblica utilità. Anche questa ormai una disciplina e una professione ben definita; uno dei più noti esperti è quello Stefano Rolando che ha recentemente pubblicato il libro intervista con il sindaco Pisapia “Due arcobaleni nel cielo di milano (e altre storie)”. Non certo affrontabile qui al volo. Ma c’è una cosa che vorrei sottolineare: al di là del fatto che sia vero o meno che “tutto quello che c'e' su FB ci sia anche sul portale del Comune”, una differenza sostanziale è che le notizie, i documenti, gli atti, siano o meno commentabili; che un cittadino possa aggiungere altro materiale a quello fornito dall'amministrazione a supporto delle sue argomentazioni; che un altro possa ritrovare tutto il filo di una discussione, cosa che su Facebook è impossibile perché i vari commenti non hanno un loro URL (indirizzo che resta nel tempo) e tutto scorre via (tra l’altro con spreco del tempo dedicato a scrivere);
  6. a questo punto avrete capito dove vado a parare: se abbiamo perso tanto tempo (ma non troppe risorse perché molto è stato fatto con tesi di laurea o stage dei migliori neo-laureati, badando più alla sostanza che alla forma, proprio per il fatto di non poterci avvalere di un esperto di grafica web; ovviamente tanto potrebbe essere fatto solo ad avere qualche risorsa in più per migliorare l’interfaccia e l’usabilità di openDCN; per questo rimando alla discussione Costruiamo una piattaforma di partecipazione per la città) a sviluppare un ambiente come partecipaMi è proprio per permettere tutto ciò che non c'è su Facebook (per la buona ragione che Fb è uno spazio pensato per favorire interazioni sociali diverse da un dibattito civico) e neanche sul sito del Comune che, nonostante gli enormi investimenti fatti (mi piacerebbe proprio conoscere il totale), è ancora un sito statico. Lasciatemi ricordare che Fondazione RCM ha avuto un lungo rapporto con il settore Comunicazione della Provincia di Milano proprio per dotare il sito della Provincia di spazi di dialogo interattivo con i cittadini, anche se la collaborazione negli ultimi anni sta progressivamente scemando.
  7. si potrebbe quindi proporre al Comune di adottare, per il suo sito, le soluzioni tecnologiche di partecipaMi o altre analoghe. Ma questa ipotesi, presenta dei problemi, che illustro proprio ricordando una esperienza fatta con la Provincia di Milano. Si era agli inizi del web e noi gestivamo RCM, la Rete Civica di Milano, l'antesignana di partecipaMi. La Provincia (come vari altri enti locali allora) metteva a disposizione delle associazioni no profit spazio web per i proprio siti. Ma successe che una associazione usò quello spazio per promuovere sul proprio sito, ospitato sui server della provincia, una campagna serrata contro una decisione presa proprio dalla Giunta provinciale. Ne nacque un dibattito se era giusto o meno ospitare “chi ti fa la guerra”. Per evitare il ripetersi di episodi analoghi, il settore comunicazione propose alla Giunta di “passare” la gestione del sito associazioni a Fondazione RCM a cui la Provincia aveva da poco aderito, corrispondendo dal 2001 al 2009 un corrispettivo per il servizio svolto (grosso modo: 25.000 euro il primo anno e una media di circa 12.500 euro negli otto anni successivi).
    Queste considerazioni sono state generalizzate da coloro che si occupano di democrazia deliberativa online, identificando il ruolo di soggetti individuali o collettivi che giocano un ruolo di 'intermediari democratici': un soggetto giuridico 'terzo' (Blumler & Coleman la chiamano ‘public agency’) e dei moderatori che operano per suo conto che garantisca che tutti - cittadini, amministratori, funzionari - rispettino le “regole del gioco”.
    Ma se alla fin fine di arbitri si tratta, è bene che siano chiaramente identificati e identificabili, affinché il loro comportamento non divenga 'arbitrario'. Cosa che non accade sulla pagina Facebook Pisapia per Milano dove la “policy” di discussione è gestita da un non meglio identificato “staff web di Giuliano”. A quanto mi risulta, diversamente da quanto scrive Simone Storti, non sono dei volontari, e credo che è giusto non lo siano, visto l'impegnativo compito che svolgono: i volontari vanno bene in campagna elettorale, non per gestire “il punto di contatto [del Sindaco di Milano] con le opinioni dei cittadini.” Ma sarebbe bene conoscerli, proprio come tutti su partecipaMi conoscono Oliverio Gentile che opera come community manager per conto di Fondazione RCM che gestisce partecipaMi.

In questi mesi abbiamo dialogato con molti 'pezzi' dell'amministrazione facendo presente queste considerazioni: molti si sono detti d'accordo con noi, ma altri hanno proseguito con le scelte fatte in campagna elettorale. Non ci resta che sperare che il nuovo anno porti qualche buona novità a questo riguardo.

Scusandomi per la lunghezza, faccio a tutti gi auguri di Buon Anno. E se pensate che ne valga la pena, vista la complessità dei temi che stiamo discutendo, potremmo anche, per una volta, nel 2012 vederci di persona!

-- fiorella

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