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Inviato da avatar Paolo Petrozzi il 02-01-2012 alle 17:29

Perchè è importante l'aggregazione sociale in periferia

(estratto dall'intervento durante l'incontro del 20 dicembre al CAM Olmi alla presenza dell'assessora Bisconti)

Spesso il senso di mancanza di legalità viene confuso con la partecipazione alla vita attiva, nelle strade e nelle piazze. In realtà il senso di cittadinanza è espresso proprio attraverso la partecipazione alla vita sociale nei quartieri periferici ancor più che nelle zone centrali della città.

In Spagna, in Francia ed in molte grandi città europee il senso di appartenenza lo si può toccare con mano durante le feste di quartiere.  A Valencia si sviluppa una festa annuale, nei quartieri, che mette in competizione le varie zone della città (las fallas) incrementando il senso di appartenenza alla comunità.

I modelli di partecipazione, lo vediamo nelle iniziative organizzate dal comitato,  sono molteplici ed ognuno interpreta il proprio sostegno all’iniziativa: partecipando si appiattiscono le differenze di classe, di sesso, di etnia, ecc. Anche in questo caso, l’esserci determina il senso di appartenenza e permette di apparire come essenza della società che si muove e consente di muovere anche gli interessi, le passioni e le attenzioni verso gli altri e le cose.

La consapevolezza del senso di appartenenza amplifica il senso di sicurezza nei confronti delle popolazioni migranti che rappresentano le uniche forze in grado di vivere la città: questi occupano festosamente le piazze ed i quartieri con i bambini e le famiglie, perpetuando il loro senso di appartenenza vivendo le dinamiche della piazza.

La politica deve intervenire per governare l’aggregazione offrendo spazi di socialità, fornendo supporto all’autorganizzazione di situazioni funzionali alla coesione sociale; solo in questo modo si perpetua il concetto di comunità come identità collettiva che cresce e moltiplica il proprio substrato di coscienza civile.

Anche il lavoro è funzionale alla coesione sociale e la crisi dei centri di attività produttiva mette a dura prova l’esistenza materiale dei cittadini, ed anche il senso di appartenenza, scatenando il conflitto all’interno della stessa classe sociale. Il compito della politica è appunto quello di mitigare e risolvere il conflitto attraverso l’opportunità di sviluppo che l’aggregazione può offrire. Pensando alla trasformazione del lavoro a cui si è assistito negli ultimi anni, alla frustrazione della perdita di occupazione a favore dei contratti interinali (sotto-occupazione), occorre ripensare ad un modello di società che prescinda dall’essere individuale di fronte ai mezzi di produzione e che si appropri delle dinamiche produttive autonome o cooperativistiche.

La politica deve sostenere le soggettività che intendano autopromuoversi per esprimere al meglio le proprie potenzialità. E’ un’occasione di sviluppo che occorre incentivare per creare nuove opportunità di crescita collettiva e sociale che meglio integra il senso di cittadinanza tra i soggetti attivi, in tutti i campi: dal lavoro alla presentazione di progetti culturali, di aggregazione elementare, come spazi di socialità per i giovani, gli anziani, ecc.

In questo contesto è bene considerare il messaggio culturale come l’asse portante dell’agire collettivo al fine di contestualizzare la proposta aggregativa ed affinare i valori e le idealità dei riferimenti  a cui la politica deve tornare ad ispirarsi. La partecipazione, vista con l’ottica ideale dell’appartenenza, rappresenta un’istanza di cambiamento sia nella realtà che negli aspetti più squisitamente cognitivi, cambiando il modello percettivo di ciò che è utile e necessario per la collettività.

Il contesto in questo caso non può che essere plurale ed inclusivo; ogni istanza di cambiamento deve essere salutata indipendentemente dalla portata culturale e sociale che esprime perché occorre fondare il significato dell’iniziativa dentro un contesto reale e virtuale di valori e ideali condivisi. La somma delle esperienze è più grande della somma delle singole azioni, nel senso che il valore aggiunto e la portata simbolica delle iniziative superano di gran lunga la reale rappresentazione dell’iniziativa stessa.

In questo senso l’analisi che abbiamo tratto dalle iniziative che sono state messe in opera in questi mesi dal comitato di BaggioX (cinema al’aperto, partecipazione attiva alle feste di quartiere, concerti ed eventi) è stata l’aggregazione di qualità ovvero, il tratto caratterizzante della partecipazione ha visto la cittadinanza rispondere in modo attivo: pensiamo alla partecipazione al questionario di quartiere.

Di più: oggi siamo riconosciuti sul territorio come soggetto attivo, e presente, che ha superato la proposta elettorale e che si mostra nella sua fase proponente.

L’iniziativa, quindi, deve essere rilanciata attraverso ipotesi di realizzazione di strutture concrete e visibili che permettano di organizzare in autonomia l’offerta aggregativa, quali gli oratori laici, per il doposcuola, per lo sport e per l’organizzazione del tempo libero.

E’ possibile, in ultima analisi, dare spazio a quei soggetti che abbiamo definito “imprenditoriale collettivo” che è espressione di competenze ed interessi  che vanno nella direzione sin qui tracciata; ci riferiamo ad eventuali scuole di cinema, di teatro, di musica ecc.

Il ruolo del comitato, che si affina nel tempo, è quello di accompagnare la politica verso una nuova socialità creando, per esempio, il contenitore culturale di quartiere che permetta di riconoscere il territorio come produttore di istanze collettive (al momento specificamente di carattere culturale). Abbiamo creato il marchio “Bart” (Baggio Arte) che è di proprietà territoriale e che fornisce un senso alla partecipazione attiva.

La speranza è che le istituzioni (di zona e municipale) si facciano carico delle istanze di cambiamento, sostenendole, al fine di trasformare in meglio la città di Milano e di creare un modello per le altre città italiane. Infine, potrebbe essere una buona occasione per far diventare Milano una vera città europea in linea con le altre grandi città della UE.

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