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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 03-01-2012 alle 22:28

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_gennaio_3/risposta-polemica-piazza-duomo-lettera-1902737627592.shtml

LA REPLICA

Zajczyk: per alcuni giovani la trasgressione è segno d'identità

La risposta del Comune alla polemica dello show di Capodanno

MILANO - Devo fare una premessa. Leggendo alcuni commenti su quanto accaduto nelle piazze delle città, italiane e non, la notte di San Silvestro la mia prima reazione è stata di stupore. Stupore per commenti che inneggiavano alla felicità e alla gioia di festeggiare fine e inizio di anno. Reazione di stupore e un po’ di incredulità per una gioia che sembrava mettere – o voler mettere - sotto il cuscino ansie, insicurezze, paure legate ad una crisi per molti davvero oscura. Insomma, voglio solo dire che le reazioni ad un evento quale l’ultima notte dell’anno possono essere molto diverse e soggettive. E’ con questo spirito che ho letto la lettera di Diletta Colombo sul Corriere. Lettera assai realistica, nei fatti e nelle sensazioni che trasmette. Le ordinanze di molti sindaci che hanno proibito i petardi, diciamolo, non hanno funzionato appieno. Anche a Milano ha prodotto certamente una diminuzione di “botti” e incidenti ma non ha evitato il fenomeno. Coloro che in piazza Duomo si sono infischiati del divieto sono stati soprattutto, come hanno scritto i giornali, “giovani, maschi e stranieri”. Forse non sapevano del divieto o forse avevano già comprato tutto prima che l’ordinanza fosse resa pubblica. Ma certo non possiamo escludere che tra le diverse motivazioni possa esserci stato anche un desiderio di trasgressione. Erano giovani e stranieri: due categorie che, insieme, rappresentano quanto di più invisibile, precario e socialmente marginale ci sia nelle nostre città, e anche a Milano. Il sistema scolastico non li aiuta ad inserirsi nei normali percorsi di formazione e spesso lasciano la scuola; quanto al lavoro, è troppo facile per loro cadere nei richiami della micro-criminalità. Vivono in caseggiati e quartieri che la non-politica delle vecchie amministrazioni ha ridotto in territori di degrado ed emarginazione abitativa, sociale e culturale. La trasgressione spesso è l’unico modo per farsi riconoscere come gruppo, per darsi una sorta di identità sociale. Diletta Colombo però pone un tema assai importante: l’uso dello spazio pubblico che oggi è esposto a tensioni e trasformazioni di non sempre facile gestione e accettazione. Dico però che la scelta di restituire piazza Duomo ad un evento importante e popolare, come il concerto di fine d’anno, insieme all’ordinanza sui botti, rappresentano una scelta importante e coraggiosa. Certo, la strada per far convivere libertà e regole, sicurezza e convivenza, è sempre lunga e difficile. Ma è l’unica possibile per poter ribadire che il vento è cambiato.

Francesca Zajczyk
docente di sociologia urbana e delegata
del sindaco alle pari opportunità

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