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Inviato da avatar Enrico Vigo il 07-01-2012 alle 09:40

Se ragioniamo con la profondità del "bar sport", o del dopolavoro-bocciofila, nel pieno di un torneo di "scopone scientifico", tra bianchi-amari e urla belluine di gente infuocata con la pressione a 190 che impreca per il 7-di-denari sprecato nella mano di turno, probabilmente, Sig.Mazzilli, i suoi strali a 360°, che impallinano una serie di problemi vasti e complementari, in quel contesto grasso troverebbero molti fans, tra un sorso e l'altro di frizzantino, io invece non mi associo e vedo il pericolo di peggiorare il quadro d'insieme senza neppure risolvere i problemi.

Quando leggo certe invettive, faccio una pausa di riflessione, mi metto ferocemente in discussione per primo, e poi mi viene spontaneo chiedere se l'autore dell'invettiva sia o meno conscio del suo di contesto, del suo peso specifico in rapporto alla produzione di un reddito che lo sorregge, che lavoro faccia l'autore, e se è nel suo intimo convinto di pagarsi al 100% (ovviamente nel rispetto della sua sacrosanta privacy, non voglio certo una risposta che riguardi la sua sfera personale, il mio è solo un invito di approfondimento che rivolgo impersonalmente a tutti e a mè stesso, rispondo a Lei solo perché ha dato lo spunto alla mia riflessione, ma la stessa cosa la potrei dire al Sig.Rossi, al Sig. Bianchi, al Sig. Verdi, al Sig. Pincopallino, quindi quanto scrivo è rivolto ad un soggetto collettivo generico, senza personalizzazioni improprie e inopportune).

Spesso le introspezioni mi portano ad arrossire, mi auguro che questo metodo si diffonda, ma quel che vedo in giro invece mi inorridisce, sono molto sospettoso, e spesso la realtà conferma la mia prudenza.

Con il suo modo di pensare non si risolve nulla, né l'efficientamento, né la gestione in bonis di una società complessa, azioni che devono seguire canoni precisi di aggiornamento con i tempi e traghettarsi verso un sistema tendenzialmente sempre più sostenibile economicamente e socialmente, in un contesto etico con regole precise di competizione globale, dove "criticare" spesso è lo sport più vigliacco, facile e praticato talvolta in modo fin troppo disinibito, in questo i politici spesso sono bravissimi, fanno campagna elettorale gratis e aggregano consenso facile e ventrale.

Gestire invece, o amministrare e governare, non lo è, le questioni vanno considerate tutte, con tutte le conseguenze possibili ed immaginabili nel contesto sociale, poi va ricercato il punto di equilibrio meno penalizzante, mettendo in gioco una vasta base di valori positivi (se mi permette quando parlo di valori mi affido anima e corpo a quelli ben espressi dalla nostra eccellente Costituzione della Repubblica Italiana), valori che nella sua dissertazione vedo in molti casi mortificati, in pochissimi altri esaltati, ma il bilancio finale non funziona assolutamente, rimane di segno negativo.

Certo si pone un problema di giustizia sociale, quelli che soffrono senza salire sulla torre, per incapacità o perché ancora più disperati e paralizzati nel loro fare quotidiano, o semplicemente perché non fanno "categoria", numero o notizia, sono isolati nel privato, non possono essere sempre ignorati e scartati: su questo ci troviamo d'accordo.

Ma mi creda la sua è solo una "latta di benzina" buttata frettolosamente sul problema e alla fine "morti tutti", non serve, fa più danni che risultati positivi, ci rifletta, riflettiamoci tutti..

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