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Inviato da avatar Chiara Copello il 27-12-2010 alle 15:00

Corriere.it - 23 dicembre 2010:

Tettamanzi al campo di via Triboniano e De Corato tra i residenti di Rubattino

Il cardinale: "Troviamo una soluzione più umana per questa gente. Tutti dobbiamo fare di più"

«Dobbiamo tutti quanti insieme ragionare e trovare una soluzione che sia davvero rispettosa di tutti, dei diritti di tutti, delle esigenze e dei doveri di tutti: il desiderio e la speranza è quella di chiudere il campo di Triboniano e trovare una soluzione più umana per questa gente». Così l'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha detto durante l'incontro con il comitato di quartiere del Triboniano, prima di recarsi nel campo che ospita i rom. Arrivato nel campo nomadi, ridotto a una palude dopo due giorni di pioggia ininterrotta, Tettamanzi è stato accolto da don Virginio Colmegna e dai volontari della Casa della Carità, da moltissimi bambini e da una comunità entusiasta, che nonostante la pioggia battente ha più volte applaudito alle sue parole e suonato i violini per festeggiarlo. Alla domanda se Milano fa abbastanza per l'integrazione, l'arcivescovo ha risposto: «Tutti quanti, nessuno escluso, possiamo e dobbiamo fare qualche passo in più». Tettamanzi in mattinata aveva visitato il centro di San Vittore per donne detenute, incontrando una decina di mamme, che sono recluse in questa struttura autonoma del carcere milanese, perché madri di bimbi fino a tre anni.

Il cardinale Tettamanzi ha incontrato in bambini del campo rom di via Triboniano e ricevuto i loro auguri, in particolare quelli di Annamaria, una ragazzina rom di 16 anni che ha raccontato all'arcivescovo la sua esperienza. «Vivo da 13 anni al Triboniano - ha detto Annamaria -, ho studiato e continuo a studiare e da grande mi piacerebbe avere un lavoro». «Sono qui a ringraziare tutti quelli - ha detto Tettamanzi - che nonostante le difficoltà credono sia possibile camminare insieme, superare le difficoltà». Il cardinale ha nel contempo richiamato anche i bambini, al rispetto delle regole e all'osservanza della legalità: «L’augurio è che voi possiate andare a scuola, essere amici tra di voi e anche degli altri, anche dei "gaggi", che possiate continuare ad andare a scuola perché vi renda capaci di affrontare il domani come tutti gli altri senza complessi di inferiorità, perché il Signore ci ha fatti tutti preziosi, perché siamo esseri umani e tutti figli di Dio, non dimentichiamolo mai. In questo modo, tutti insieme riusciremo ad avere una vita più serena, più gioiosa, più degna del nostro valore e della nostra importanza». L'arcivescovo ha poi ricevuto in dono molti biglietti di auguri dai bimbi rom e ha chiesto loro di scrivergli. I minori presenti attualmente nel campo di via Triboniano sono 194, di cui 98 sotto i 10 anni; dei bambini presenti oggi nel campo, 20 frequentano la scuola materna, 60 le scuole elementari, 40 le medie.

Sono due i casi di bimbi gravemente ammalati al Triboniano: quello di Tsara, otto anni, tetraplegica dalla nascita, e quello di un bambino con un tumore al cervello. Il cardinale ha fatto visita alla piccola, che non può avere cure adeguate perché non ha accesso alla cittadinanza e quindi non ha la tessera sanitaria. Tsara è una piccola rom di origine bosniaca: la sua famiglia è stata sgomberata dal campo abusivo di via Bacula, sotto il cavalcavia. Tutto quello che Tsara riesce a fare è rotolarsi sul materasso della roulotte, ma ha sorriso alla carezza dell'arcivescovo. «Si rimane senza parole», ha detto all'Ansa il cardinale Tettamanzi appena uscito dalla roulotte di Tsara. «Senza parole, ma proprio per questo diventa ancora più urgente l'appello a darsi da fare, tutti quanti insieme, perché casi del genere siano affrontati e e risolti nel senso dell'umanità». «Si tratta di cittadini comunitari - spiega Fiorenzo De Molli, volontario della Casa della Carità di don Colmegna - ma senza residenza. In queste condizioni non si può stare qui, ma non sono rom che avranno diritto alla casa».

In contemporanea con la visita del cardinale, il vicesindaco Riccardo De Corato ha deciso di portare gli auguri di Natale ai residenti del quartiere Rubattino, dove qualche mese fa è stato sgomberato un grande accampamento nomade abusivo, per «fare gli auguri natalizi e ringraziare i cittadini per la pazienza che hanno avuto nel sopportare l'abusivismo dei nomadi». La coincidenza tra l'iniziativa del porporato e quella del vicesindaco, in una settimana segnata dalla decisione del tribunale civile di sconfessare la linea assunta dal Comune di Milano e dalla Prefetturasulle popolazioni rom, non è casuale. Rubattino è proprio il quartiere dove alcune famiglie italiane, recentemente insignite dell'Ambrogino d'oro per essersi prese cura dei bambini rom vittime degli sgomberi, sono in aperta polemica con l'amministrazione. «Contro l'abusivismo dei nomadi - ha affermato De Corato - il Comune di Milano ha mantenuto una linea di fermezza che ha dato importanti esiti anche in quella zona, come dimostra lo sgombero in settembre dell'area ex Innse che era occupata da 200 rom romeni».

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