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Inviato da avatar Massimo De Rigo il 13-01-2012 alle 22:00

Ci sono almeno due buone ragioni per difendere ad oltranza Cascina Linterno, luogo della memoria e Monumento Nazionale, emblema della Zona 7, pregiato anche se lasciato colpevolmente in degrado.


- La prima è una testimonianza inestimabile che ci aiuta a comprendere la personalità complessa del suo ospite più illustre: Francesco Petrarca, gigante precursore dell’Umanesimo alle radici della Cultura occidentale (la grande poetessa americana Emily Dickinson ne è un'epigona) che in questo luogo rustico cerca la quiete indispensabile per la sua mente creativa, rielabora gli scritti e studia i testi classici con introspezione impossibile in una metropoli nevrotica qual'era Milano all'epoca...


- Il secondo motivo è quello di evidenziare alle Istituzioni - attraverso la ricerca e l’illustrazione delle fonti a partire da quelle coeve al Poeta - l’essenza più profonda di questo monumento che pare indicarci le basi progettuali di un restauro conservativo degno della sua storia e che dia un futuro definitivo.

La ricerca di solitudine è ricorrente nella vita di Petrarca.


Lo era stata anche a Vaucluse vicino ad Avignone e a Selvapiana nei dintorni di Parma, lo sarà ad Arquà presso Padova.

Tutte queste località sono mete turistiche di milioni di cultori, anche se solo Arquà (l'ultima, quella di un Petrarca malato e stanco) è attestata senza dubbi.


Luciano Patetta scriveva nel saggio "Petrarca e l'architettura delle città italiane":…numerose sono le lettere che testimoniano del piacere e del ristoro nella cascina di campagna (detta Interno o Inferno) della quale invano si è cercata l'esatta ubicazione…” Per quasi vent'anni, è stata fatta un’indagine analitica alla riscoperta dell'antica tradizione, scavando negli archivi che hanno svelato perché "Infernum" e "Linternum" corrispondono alla stessa, ultima residenza del Poeta sopravvissuta a Milano. La metropoli, avanzando, ha cancellato località e riferimenti storici. Scomparse la dimora presso Sant'Ambrogio e quella vicino a San Simpliciano; accanto alla Certosa di Garegnano, che pure fu visitata da Petrarca, nessuna traccia della presunta sua ipotetica dimora (emersa da una lettera scoperta nel 1601) oggetto di dibattiti senza avere una collocazione documentata da fonti precise.


Nel "Libro Annotationum" stampato a Lione nel 1576 dall'editore Guglielmo Rovillius, tra i più illustri del tempo, si legge: "Linterno era sua diletta Solitudine, assai delitiosa, poco discosta da Milano, contigua a Quarto, e vicina a Baggio così detta da lui, per veneratione di Linterno, già Solitudine di Scipione Africano. Ed ivi anche oggidì vedesi con ammiratione, massima d'Oltramontani, l'antica Sua Casa, da lui stesso fabricata moderatamente, e con qualche vestiggio de delitiosi passeggi, di cui era arricchita nobilmente. Il qual luogo viene chiamato goffamente da Villani, invece di Linterno, Linferno.... egli fabbricò, & aggiustò questo Luogo di solitudine l'anno 1351, ricevendo il Possesso del medesimo podere, da Nicolò Feo; suo Compatriota e Podestà di Milano, mentre in Età d'Anni 47, erasi già tutto infervuorato in Roma... Le Virtù che esercitava in questa Solitudine erano in particolare: l'Austerità Heremitica; il vivere de cibi grossi, de frutti d'Arbori, e d'Herbe crude; il bere parcamente Vini leggierissimi, e frequentemente solo Acque correnti..."


La ricerca del nostro gruppo culturale si basa sull'analisi esegetica delle fonti e Rovillius è attendibile, non solo perché è l’editore dell’"Historia generalis plantarum", il più antico trattato di botanica, edito nel 1585, ma per la conferma degli Archivi che attestano un preciso riferimento a Milano del Podestà Nicolò Feo d'Arezzo (quindi compatriota di Petrarca) in occasione della pubblicazione dei nuovi Statuti, sanzionati il 22 marzo 1351 dal Consiglio Generale alla presenza del vicario dell'Arcivescovo Giovanni signore di Milano e dei 12 deputati del Tribunale di Provvisione. Quindi il 1351 potrebbe essere la data della ristrutturazione dell’antica Linterno, da antica grangia semi abbandonata a villa di campagna di Petrarca, che all’epoca si trovava a Roma per il Giubileo del 1350 e sembrava presagire, in una lettera del 1351, gli effetti dell’incuria dopo una scossa tellurica “Caddero gli antichi edifici trascurati dai cittadini e ammirati dai pellegrini…”


Una grangia in stato di abbandono, quindi, restaurata dalla Signoria di Giovanni Visconti, ma non abbattuta (soluzione sicuramente più conveniente) perchè doveva già a quei tempi incutere rispetto: in passato le fonti la indicano come probabile luogo di transito per i Pellegrinaggi diretti ai Luoghi Santi della Palestina.

Non casualmente, questo luogo è legato ad un'indulgenza nella festa di Santa Maria assunta ed ottava.


Riferimento importante riscoperto dal nostro gruppo è la lettera autografa di Petrarca conservata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze Papiae vicesimus juni ad vesperam raptim” all’amico Modius de Modiis, segretario di Azzo da Correggio, signore di Parma e di Modio, che ospitò diverse volte il Petrarca in città e nella residenza estiva di Selvapiana. Modius de Modiis era magister attivo nel contesto culturale che precede il Rinascimento.


Questa lettera porta l’intestazione di Pavia (Papiae) nel castello dove il Poeta accompagnava Galeazzo Visconti.

Leggendo che il Petrarca sperava di passar qualche giorno a Milano in compagnia di Azzo di Correggio, notiamo la meraviglia del nostro poeta per l'avvicinarsi dell'amico, e la speranza di passare presto con lui qualche giorno nella sua dimora agreste di Infernum/Villa Linterno.

Nella lettera, scritta il 20 giugno 1360 "al calar della sera", Petrarca cita chiaramente “Infernum” in questo passaggio:

“…aliquot dies, si dabitur, tranquillos rure acturus, cuius ethimologiam tibi committo. Ego quidem Infernum dicere solèo…” (se sarà possibile, trascorrerò alcuni giorni tranquilli in campagna, di cui ti allego l’etimologia. Veramente, sono solito chiamarla Inferno…).

In diversi incunabuli successivi realizzati nel 1473 nel centenario della morte di Petrarca, il "Canzoniere,Trionfi, Memorabilia de Laura" nella "Vita di Petrarca" di Pier Candido Decembrio e il "Canzoniere, sez. Vita di Petrarca" di Leonardo Bruni, si precisa: "…si steva a Milano per la maggior parte hebbe la sua habitatione in villa lungo da la città miglia IIII, a uno luoco ditto Inferno: dove la casa dallui assai moderatamente edificata anchora si vede…".


Documenti attendibili perché le pergamene e gli incunaboli non indicano altre “Infernum” nel milanese (è nota solo una cascina “Invernum” nel lodigiano) e riscontrabili, perché la Linterno è contigua al borgo di Quarto Cagnino, situato - come dice il nome stesso - a quattro miglia da Milano.


Si tratta quindi di una tradizione coeva al Poeta che si tramanda da secoli.


Tutto questo è un patrimonio incommensurabile, che la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici ha fatto propri nella relazione Storico-Artistica che accompagna il Decreto Ministeriale 9/3/1999.


Questo il motivo principale perchè Cascina Linterno, chiamata "Villa Linterno" fino al secolo scorso, è un Monumento Storico di importanza internazionale, una perla preziosa che qualcuno furbescamente voleva declassare a semplice cascina, per chissà quali interessi sotterranei...


La sua difesa ad oltranza era una battaglia di civiltà dovuta.

 

( http://www.ildonodivedere.com/?page_id=1544)

 

 

Grazie per l'attenzione.

 

Massimo de Rigo

Comitato Salvaguardia Ambiente Zona 7

http://www.partecipami.it/csazona7

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