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Inviato da avatar Enrico Vigo il 19-01-2012 alle 13:54

Vergogne milanesi senza una paternità apparente, regna la disattenzione delle istituzioni fino a quando?

Da LA REPUBBLICA WEB:


IL CASO

Malpensa sempre più in declino
ora è Linate il vero hub di Milano

Più 9 per cento per il city airport, sempre più un ponte per i grandi scali europei
A Varese si lotta per limitare le perdite, ma il sistema lombardo risulta più debole

di ETTORE LIVINI

A quattro anni dal dehubbing di Alitalia, Milano – complice il lento declino di Malpensa – ha trovato finalmente il suo nuovo hub: Linate. Il Forlanini ha mandato in archivio un 2011 d’oro. I passeggeri sono aumentati del 9,2 per cento tornando oltre la soglia dei 9 milioni e l’aspirante cityairport meneghino ha consolidato la sua vocazione internazionale: i viaggiatori in partenza verso l’estero sono stati 3,5 milioni, il 25 per cento in più del 2010 e ben un milione in più del 2007, l’anno in cui Linate aveva messo a segno il suo record con 9,9 milioni di clienti.

Il boom del secondo scalo milanese coincide, non a caso, con il preoccupante calo di volumi di traffico a Malpensa. L’aeroporto bustocco ha chiuso l’anno con un lieve incremento (+2%) di passeggeri a quota 19 milioni. Ma dall’estate in poi tutti i suoi indicatori hanno iniziato a puntare verso il basso: a ottobre – il mese in cui Air France ha trasferito i suoi voli a Linate e Lufthansa ha chiuso la sua base in brughiera – i passeggeri sono calati del 2,4 per cento. A novembre il dato è peggiorato a 5,6 mentre a dicembre il saldo è stato negativo per un altro 4. Il sogno dell’hub è sepolto dalla fredda logica dei numeri: i transiti a Malpensa sono calati del 12,7 per cento (a Linate sono più che raddoppiati) mentre i clienti in partenza verso destinazioni estere sono cresciuti solo dell’1,3. Cifre che – come ovvio – mettono in freezer per il momento il progetto della terza pista.

La metamorfosi degli scali meneghini ha due chiari colpevoli: la comodità (per gli abitanti milanesi) del Forlanini e la “solita” Alitalia. Il trasferimento a Fiumicino di gran parte dei voli intercontinentali dell’ex compagnia di bandiera ha avuto l’effetto ampiamente prevedibile di mettere ko il principale aeroporto lombardo. Di più: come accade ormai da vent’anni, il peggior concorrente di Malpensa è stato proprio Linate. L’antitrust – su richiesta del governo Berlusconi – ha garantito alla nuova Alitalia della cordata ColaninnoSabelli una protezione di tre anni. Un ombrello che dopo l’acquisizione di Air One ha regalato all’aerolinea il sostanziale monopolio del city airport.

Sabelli ha raggiunto così accordi commerciali molto vantaggiosi con il partner Air France. Obiettivo: convogliare verso Parigi e Amsterdam il ricco traffico lombardo in partenza verso destinazioni intercontinentali facendolo partire da Linate. Il vettore transalpino e quello olandese, non a caso, hanno trasferito tutti i loro voli dalla brughiera all’Idroscalo, sfruttando gli slot garantiti da Alitalia. E il boom del Forlanini, fatti salvi i limiti di legge ai decolli orari, pare così destinato a continuare. Anche perchè sul tavolo di Giuseppe Bonomi, numero uno della Sea, ci sono oltre 50mila richieste di tutti i principali vettori mondiali per operare nuovi voli da Linate.

Malpensa invece lotta per tamponare le perdite. La Livingston è fallita. La speranza di convincere Lufthansa a impiantare qui il suo quarto hub è svanita. Il ministero dei Trasporti guidato da Corrado Passera (grande sponsor della cordata italiana per Alitalia) continua a negare il via libera a Singapore Airlines che chiede di proseguire fino a New York dopo lo scalo a Milano il suo volo dalla base asiatica. La Sea e il fondo F2I di Vito Gamberale, fresco socio di minoranza dell’azienda di gestione aeroportuale lombarda, sono quindi, come è accaduto spesso nella storia del traffico aereo della città, a un bivio: puntare tutto su Linate o trovare nuove strade per riuscire a valorizzare la Malpensa.

Un dilemma mai risolto il cui unico risultato, finora, è stato di depotenziare il sistema aeroportuale regionale. In ballo ci sono 1,4 miliardi di nuovi investimenti. I cittadini lombardi, che presto dovranno pagare tasse aeroportuali più alte per finanziare questi progetti, possono solo augurarsi che i soldi dei contribuenti siano spesi con più criterio dei miliardi stanziati per fare di Malpensa il grande hub che non è mai stato.

(18 gennaio 2012)

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