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Ciao a tutti, ho seguito con interesse la giornata del 25/1 alla quale ho partecipato su segnalazione di Daria Santucci (che ha condotto il primo della serie di questi workshop).

Sto scrivendo una tesi di laurea magistrale all'Università degli Studi di Torino sui bilanci partecipativi e sull'e-participation, ho trovato tutto molto valido all'incontro e quindi ho provato ad intervenire solo alla fine, ma non c'era più tempo.

Volevo aggiungere alcune considerazioni su temi che amplierebbero ancora le motivazioni per cui affidarsi ai bilanci partecipativi. Mi riferisco alle pari opportunità, all'inclusione sociale e all'educazione civica.

Credo sia interessante andare a vedere esempi come quello di Capannori, dove l'estrazione a sorte di un campione di cittadini con regole di pari opportunità permette di allargare la partecipazione civica di più alle donne, che altrimenti normalmente sarebbero poco coinvolte nella politica locale.

C'è poi da dire che il bilancio partecipativo può influire anche sull'inclusione sociale. Dato che non diamo ancora il voto a stranieri ormai qua in Italia da tempo, il B.P. permette di bypassare il voto amministrativo potendo almeno votare sui progetti di anno in anno. Vota chi è residente e non solo chi ha la nazionalità.

Altro argomento che lascio come contributo da valutare è il fattore dell'educazione civica che si collega anche molto all'e-participation: oggi i 12-17 enni sono al 90% online, in questo senso i B.P. devono avere la capacità di aggiornarsi anche per l'uso dei nuovi media. Sto concentrando proprio su questa parte la mia tesi (peccato che questo ultimo argomento sia stato poco trattato, varrebbe la pena di approfondirlo), oltre che sui temi precedentemente accennati, e credo che qua stia un buon pezzo della chiave di possibile volta per rendere i B.P. veramente casi di democrazia diretta di successo nel presente e soprattutto nel futuro.

Lorenzo