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Inviato da avatar Paolo Sassetti il 29-01-2012 alle 17:49

Area C e bici elettriche incentivate al posto dei motocicli


L’Area C è nata con lo scopo dichiarato di ridurre il congestionamento del traffico e non l’inquinamento. Infatti, la tassa d’ingresso non è correlata alla classe dei veicoli che vi transitano. Che un veicolo inquini tanto, inquini poco o non inquini, esso paga la stessa tassa.

Tuttavia, il regolamento entrato in vigore il 16 Gennaio per l’Area C prevede l’esenzione, almeno per tutto il 2012 (poi si vedrà), per i veicoli ibridi, elettrici, a metano e gpl che, congestionando il traffico esattamente come gli altri veicoli, hanno un impatto ambientale nullo o minimo. Probabilmente si è trattato di un sensato “atto di cortesia” per chi, negli anni passati, aveva investito in veicoli a basso/nullo impatto ambientale per evitare di pagare l’Ecopass.

Lo stesso regolamento, tuttavia, consente e consentirà in futuro l’attraversamento gratuito dell’Area C da parte di motocicli e ciclomotori dalla classe euro1 (ed anche da quella euro 0 a quattro tempi il sabato e la domenica). La logica dell’esenzione è che è che questi veicoli aiutano a ridurre la congestione del centro. Ciò è vero, ma è anche noto che l’inquinamento da particolato prodotto da tali veicoli (specie se con motori a due tempi), è ben più elevato di quello di automobili moderne od a basso impatto ambientale. Non è difficile prevedere che – così come l’Ecopass incentivò il rinnovo dei parco veicolare – analogamente l’Area C incentiverà l’afflusso in centro di motocicli e ciclomotori più o meno inquinanti.

“La quadratura del cerchio non è facile” si osserverà.

In molti casi l’uso del motociclo a Milano è confinato al puro pendolarismo casa-lavoro, non ha altri impieghi. Chi usa un motociclo per andare al lavoro spesso possiede anche un’automobile per spostare la famiglia. Le bici elettriche – con una velocità di 25 km/h ed una autonomia non inferiore al 40 km –potrebbero, in alcuni casi, sostituire i motocicli per questo impiego puramente urbano. Ma le bici elettriche – sebbene abbiano il vantaggio non indifferente di non essere gravate da tasse di circolazione, assicurazione, ecc. – sono ancora troppo costose, o percepite come tali.

Possono aiutare a risolvere questo problema i “kit di conversione” (delle bici normali a quelle elettriche a pedalata assistita) che hanno prezzi relativamente contenuti e che possono ulteriormente scendere. Essi sono sconosciuti ai più, persino ai riparatori di biciclette.

Ma per incentivare la bici elettrica è necessario che il Comune di Milano stipuli convenzioni con i meccanici di biciclette a Milano (per calmierare i costi delle installazioni) e favorisca gruppi di acquisto per far calare i prezzi dei “kit di conversione”. Non è una cosa complicata, ma richiede un minimo di impegno in questa direzione. Colonnine per la ricarica delle bici elettriche distribuite sul territorio potrebbero ulteriormente favorire questa tendenza di incentivare le bici elettriche al posto dei motocicli.

Non bisogna scomodare Herbert Marcuse per fare un esercizio di immaginazione in favore di soluzioni semplici, economiche ed amiche dell’ambiente.

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