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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 12-02-2011 alle 09:42

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/02/11/news/comunali_boeri_capolista_del_pd_adesso_il_partito_si_apr_alla_citt-12353708/


L'INTERVISTA

Comunali, Boeri capolista del Pd
«Adesso il partito si apra alla città»

L'architetto sconfitto da Pisapia alle primarie: "Lavorerò in consiglio comunale. I miei punti chiave sono il fare impresa per la crescita di Milano, la metropoli cosmopolita, le scuole aperte e l'ambiente"
di ALESSIA GALLIONE

L’annuncio ufficiale lo farà di fronte a Pierluigi Bersani, Giuliano Pisapia e al popolo del Pd riunito al teatro Parenti per il lancio della campagna elettorale. È lì che Stefano Boeri scenderà in campo come capolista del partito: «Sono molto contento che il Pd confermi l’interesse per il progetto di una Milano nuova che abbiamo presentato durante le primarie e che forse non ha avuto il tempo sufficiente per essere comunicato», dice. Perché la nuova sfida, per l’architetto, è «il modo migliore per dare valore a quell’impegno, una grande dimostrazione di unità a sostegno di Pisapia».

Aveva annunciato la sua candidatura alle primarie nel segno dell’indipendenza. Presentarsi come capolista di un partito non è un passo indietro?
«No. Non solo mantengo la mia indipendenza, ma sono convinto che questa lista debba esprimere un forte grado di apertura ad altri esponenti della vita della città, che possono dare un contributo per superare l’era Moratti. È un’idea che abbiamo condiviso fin dalle primarie con il Pd. Sarebbe stato un grande errore pensare che una sconfitta potesse fermare un progetto in cui credo moltissimo: Milano può essere davvero un laboratorio per pensare alle città del futuro».

Dopo le primarie, però, aveva parlato della necessità di una «rigenerazione del Pd», che avrebbe dovuto rappresentare la complessità di Milano e non quella delle correnti. C’è stato questo cambiamento?
«È anche questo il senso della lista: superare le differenze tra le anime del partito proiettandolo verso il futuro, aprendolo a nuove energie della città. Non solo. Sono stato il primo a lanciare l’idea di una formazione unitaria dei candidati delle primarie e vorrei portare quello stesso spirito nella lista del Pd. Mi auguro vivamente, per esempio, che ci siano nomi legati a Valerio Onida. Questa lista, in ogni caso, sarà importante per dimostrare la capacità di innovare Milano. Penso a quattro punti chiave».

Quali?
«Dobbiamo parlare al mondo dell’imprenditoria, delle professioni, dei giovani, della creatività, concepire l’impresa anche come un’occasione di coesione sociale. Va superato anche il concetto di integrazione: già oggi la nostra è una città cosmopolita, abitata da migliaia di milanesi di origine straniera, che rappresentano una risorsa formidabile negli scambi internazionali. Il terzo punto riguarda le scuole: devono essere sempre aperte alla città, luoghi di dialogo tra generazioni e veri e propri municipi di quartiere. Infine la qualità ambientale intesa come motore di sviluppo, che può attivare le filiere delle energie rinnovabili e dell’agricoltura. In questa logica, Expo non deve diventare una semplice fiera di prodotti, ma restare coerente all’idea originaria: un orto planetario dove tutta la città mette in scena i suoi talenti».

A guardare i risultati delle primarie, sembra esserle mancata una parte dei voti del Pd. Come pensa di convincere quello stesso elettorato a votarla?
«È cambiato lo scenario. Con le elezioni dobbiamo parlare alla città, non solo a una coalizione o a un partito. Il progetto che stiamo costruendo riuscirà a convincere tutte le anime del Pd, al di là di chi lo rappresenta: si tratta di scegliere la migliore politica per Milano. Non sto rifacendo il bis delle primarie, ma portando avanti un progetto al servizio di una grande forza riformista e rinnovatrice per far vincere Pisapia».

Spera quindi di allargare il consenso oltre i confini del centrosinistra?
«Certo. Questa lista, come deve sempre fare il Pd, deve avere il respiro di tutta la città, non quello rancoroso o chiuso in una posizione di parte. Ci sono per questa ragione».

In caso di vittoria chiederà un assessorato?
«Non ho mai legato il mio investimento in politica a un posto. Mi vedo in consiglio comunale, insieme con Pisapia sindaco, a lavorare per Milano».

(11 febbraio 2011)

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