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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 20-02-2012 alle 11:12
In merito ai fatti descritti nel post iniziale di questa discussione, mi sembra giusto riportare, dal blog della Consigliera Carloni, questo resoconto:http://giovannacarloni.blogspot.com/2012/02/fascismo-foibe-esodo-la-protesta-in.html

"Fascismo, Foibe, Esodo": la protesta in CdZ6 contro la "sinistra negazionista"



Sul piazzale di Legioni Romane due camionette della polizia, con i poliziotti in tenuta anti sommossa, una quarantina di ragazzi dei centri sociali, una quindicina di attivisti di Forza Nuova. Nell'aula consigliare cinque agenti di polizia, un nutrito pubblico.
Presenti al secondo appello trentatré dei quarantun consiglieri di Zona, alle 19.15 di giovedì 16 febbraio, il Consiglio è in numero legale per aprire i lavori.
Ma cosa sta succedendo?
Facciamo un rapido passo indietro, e ripercorriamo velocemente i fatti avvenuti in Zona 6 nell'ultima settimana.
Venerdì 10 febbraio, 15 attivisti di FN entrano mascherati nello spazio del Consiglio di Zona di via Savona, lo spazio culturale SeiCentro, dove era stata allestita la mostra realizzata dalla "Fondazione della Memoria e della Deportazione", intitolata, "Fascismo, Foibe, Esodo", mostra patrocinata dalla Presidenza della Regione Lombardia e fornita al CdZ dall'IPR, istituto che ha sede all'interno della nostra Zona: imbrattano un pannello, prima di essere fermati da visitatori e operatori del Comune, lasciano volantini che rivendicano l'azione e un mazzo di fiori. Sul luogo interviene la Questura. L'azione viene condannata da numerosi rappresentanti istituzionali. Viene organizzato un presidio di condanna per il giorno seguente.
Sabato 11 febbraio, esce il primo comunicato stampa, di un consigliere della Lega di Zona 6, Vincenzo Sofo, che giustificando l'irruzione, di fatto si rende corresponsabile del fatto avvenuto.
Lunedì 13 febbraio, nel suo intervento in aula consigliare, David Gentili chiede che la Lega si dissoci da quanto espresso dal consigliere di Zona, e censuri il suo comportamento.
Giovedì 16 febbraio, il secondo comunicato stampa di Vincenzo Sofo, preannuncia disordini all'interno della seduta del Consiglio di Zona.

Ore 19.15 il Consiglio di Zona 6, con questi precedenti, inizia. Il consigliere Sofo, assente.
Il Movimento 5 stelle presenta una mozione per richiedere che l'intera seduta venga ripresa: con tutti i distinguo, i se e i ma del caso la richiesta viene accolta.
Si accendono le telecamere, si aprono le macchine fotografiche.
Lo show inizia.
Contrariamente al solito, pochi gli iscritti a parlare. Nessun cittadino che avanza richieste di intervento.
Si vota immediatamente l'inversione dell'ordine del giorno e si arriva quindi velocemente alla discussione della mozione urgente presentata dalla maggioranza di centro sinistra e firmata anche dal Movimento 5 stelle, mozione che chiede la condanna unanime da parte del CdZ dei fatti avvenuti al SeiCentro.
Entra in aula il consigliere Sofo, e con lui un gruppetto di sostenitori di FN, con zainetti contenenti l'annunciata mascherata.
Sofo interviene, riprendendo i punti menzionati nei suoi comunicati stampa, mentre il gruppetto indossa i costumi da cadaveri. Il pubblico si fa sentire. Gli agenti di polizia intervengono a riportare la calma. Tre agenti riportano all'ordine anche il consigliere Lettieri, consigliere che come sempre si distingue per i suoi toni accesi e violenti nei confronti del Presidente del Consiglio di Zona e della maggioranza.
L'opposizione accusa la maggioranza di aver portato in aula le "truppe cammellate": affermazione curiosa, giustificata dalla palese assenza, questa volta, dei soliti simpatizzanti dei partiti di opposizione che in diverse occasioni hanno recato notevole disturbo alle sedute.
Girtanner si schiera a fianco di Sofo, giustifica i fatti avvenuti, impedisce a uno dei consiglieri del PdL di firmare la mozione, costringe il suo gruppo a lasciare l'aula in segno di protesta dopo neanche mezz'ora.
La Lega... La Lega, che suo malgrado si trova al centro della questione, prende posizione: chiede che dal testo della mozione si stralci il riferimento alla Lega e al suo esponente, ma dopo due ore di ampio dibattito di fatto condanna l'atto, e nella dichiarazione di voto, annuncia che voterà a favore.
Sofo, senza l'appoggio del suo partito, abbandona l'aula prima del voto.
Alle 21 la mozione viene votata all'unanimità da PD, SeL, FdS, Radicali, Verdi, IdV, Udc, M5stelle, Lega.
Ma perché tutto questo?
La mostra era stata allestita su richiesta di una consigliera del PdL, la consigliera Telmon, che in aula aveva chiesto che come il CdZ celebrava il ricordo della Shoah, così doveva ricordare anche le vittime delle Foibe.
Secondo Girtanner e Sofo, la mostra era faziosa, e nagazionista: imputava al fascismo e non alla reazione antifascista, i fatti che portarono all'eccidio delle Foibe.
Ma come si può leggere la storia senza mai considerare il processo causa-effetto, che determina ogni avvenimento?
Come si può raccontare l'antifascismo, nel bene e nel male, senza analizzare il periodo fascista che l'ha generato?
"Fascismo, Foibe, Esodo", il titolo della mostra, ripercorre un percorso storico: non accusa, non giustifica. Racconta. Racconta, anche attraverso testimonianze, un periodo marchiato da eventi dolorosi, anche se non sempre sufficientemente conosciuto, che ha segnato la storia italiana.
Nessuno, leggendo quanto riportato nei pannelli della mostra, può vedervi faziosità o partigianeria.
Ciascuno invece può analizzare i fatti, nella loro tragicità, seguendo la lettura storica di causa-effetto: causa condannabile, effetto altrettanto condannabile.
E' giusto ricordare, e la mostra lo sottolinea, che le vittime delle Foibe, sono innanzitutto vittime italiane. Fascisti e Partigiani. In ogni caso Italiani. Condannati dal nascente regime jugoslavo sulla base dell'assioma italiani=fascisti. Che lo fossero oppure no. Italiani condannati ad un esodo. Italiani che hanno vissuto il dramma della non accoglienza.
La mozione votata in CdZ impegna il Consiglio di Zona, nella sua totalità, a difendere i valori della Costituzione, a promuovere la cultura della tolleranza, dell'inclusione e della solidarietà, anche vigilando contro i rigurgiti fascisti e contro il razzismo.
Questo la mozione chiedeva. Questo il testo che il PdL, abbandonando l'aula, si è rifiutato di votare.

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