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Inviato da avatar Roberto Michele Mazzilli il 03-03-2012 alle 21:19

Qulacuno sta controllando il lato economico della faccenda o siamo rimastri ai trioni sul numero delle macchine entrate.

Ma possibile che si inizi/continui un cambiamento della vita della città senza prevedere la misura delle grandezze economiche ??

Ma chi ha deciso ?? Chi si occupa di queste cose ??

http://www.ilgiornale.it/milano/affari_calati_30_ambulanti_fanno_conti_ticket/03-03-2012/articolo-id=575312-page=0-comments=1


Affari calati del 30%, gli ambulanti fanno i conti col ticket
di Elisabetta Flamini -

Almeno loro ce l'hanno fatta. I cinquemila ambulanti dei 95 mercati allo scoperto, quelli con cadenza settimanale o bisettimanale, i più amati dai milanesi, hanno subito, solo, un rincaro medio del 15% del Cosap, il canone di occupazione del suolo pubblico, anzich´ il paventato 120%, come si vociferava a seguito di un'infausta delibera circolata a novembre. Rivolta, trattative estenuanti tra l'Apeca di Giacomo Errico, l'Associazione degli ambulanti aderente a unione Confcommercio, e Assessorato al Commercio di Franco D'Alfonso, e i titolari di 10mila licenze e altrettanti posteggi, si sono visti attestare il Cosap su valori accettabili, comunque molto variabili a seconda della zona. Maggiori, ovviamente, i rincari nei mercati rionali del centro. In San Marco, per esempio, si è passati da una tariffa annuale per un posteggio tipo di 12 mq dai 546 euro del 2011 agli attuali 620, in luogo dei 1600, come si temeva a novembre. A Papiniano, la tassa è passata da 409 a 569, anzich´ 1100, mentre a Martini, De Predis, Pascarella, mercati periferici, gli aumenti sono stati più contenuti: da 364, 318 e 273 del 2011 rispettivamente a 484, 276 e 208 del 2012. Ma i problemi che affliggono la categoria non si limitano a questo. Tutti gli ambulanti, più o meno indistintamente, lamentano una flessione del giro d'affari dal 30% al 40%, imputabile, certo, alla crisi generale. Ma anche a problemi specifici di zona. E, è il caso di dirlo, a ciascuna i suoi. Nei mercati del centro, sostanzialmente S. Marco e Papiniano, ancora l'Area C a far da padrona. «Influisce molto, i clienti sono calati anche del 50% - dice Tonino, titolare di un banco di maglieria griffatissima in S. Marco - Non vedi? Un tempo a quest'ora (sono le 9 di giovedì mattina) c'era il doppio della gente». Ma non polemizza: sempre di buonumore, è il beniamino di tutte le signore delle zona, che ossequia e prontamente bacia dopo ogni acquisto. «Sono qui da quattro anni e a Papiniano da 52. Qui per cinque posti (due banchi grandi, ndr) sono passato quest'anno da 1200 ai 2400 euro di Cosap. Ma se l'Italia ha bisogno, faremo anche questo. E i rincari li assorbo tutti io» conclude mentre vende tre maglioni di fila. Un servizio da potenziare? «Il carro attrezzi fin dalle sei del mattino per rimuovere le auto in sosta sui nostri posti: se arriva alle 10, dato che il mercato chiude alle 14, hai perso un giorno». Abusivismo? «Qui non è un grosso problema: il mercato è piccolo (49 banchi, ndr), l'Annonaria passa spesso e gli abusivi li vede subito. A Papiniano, invece, che è più grande (237 banchi, ndr) si nascondono meglio. Quasi tutti senegalesi, con le borse. Ma a me non importa, non mi fanno concorrenza». Gli fa eco Gianni, altro venditore storico di biancheria di livello: «A me importa eccome: se io pago, perch´ loro no?». «Perdiamo molti clienti al martedì per l'Area C, a differenza che con l'Ecopass, con cui ne passavan di più - dice Luigi Ferroni, storico titolare del più grande banco del pesce in Papiniano - Ma credo perch´ la nostra è una clientela particolare: con il pesce in busta, mica tutti se la sentono di infilarsi in metro. Restano così solo i residenti».

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