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Inviato da avatar Fabrizio Montuori il 08-03-2011 alle 19:55

Ciao Alberto,

scusa se ti rispondo solo adesso. Cercherò di darti le nostre proposte sulle tematiche da te elencate.

Per quanto riguarda i trasporti e più in generale la mobilità delle persone e delle merci il problema  è serio. In parte esso è legato alle scelte urbanistiche e di pianificazione generale delle funzioni della città, in parte dal combinarsi di dati contraddittori. Pur considerando l’intensa attività edilizia, Milano ha perso circa 400.000 residenti tra il censimento del 1971 e quello del 2001. Ciò si combina però al fatto che l’espulsione della residenza è molto più accentuata in centro che non nelle periferie e che come abbiamo visto, la presenza dei cosiddetti city users in città è considerevole ed in un giorno-tipo incrementa la popolazione ufficialmente residente del 35%. In questa situazione la rete di trasporto pubblico, di per se non disprezzabile, non ha seguito l’evoluzione delle necessità della città, soprattutto nei suoi collegamenti con la sua area metropolitana e sulle tariffe applicate. Nel dicembre appena trascorso, per esempio, sono stati soppressi 384 treni, tra quelli circolanti uno su 4 è in ritardo. Da questa situazione deriva in parte l’abitudine all’utilizzo del mezzo privato (generalmente l’auto), che determina un aumento del traffico veicolare ed una riduzione della velocità commerciale del mezzo pubblico di superficie. Le difficoltà di mobilità sono da considerarsi una vera e propria emergenza poiché non sono solo un elemento di forte disagio per chi vive in città (in termini di perdita di tempo, di costi, di stress) ma fattore peggiorativo della salubrità dell’ambiente cittadino. Questa situazione non è più tollerabile, vanno ripristinate ragionevoli condizioni di mobilità in città in tempi il più possibile rapidi, e quindi combianando interventi strutturali con altri di assoluta urgenza. Noi pensiamo che “l’interesse pubblico” è in primo luogo la salvaguardia della salute dei cittadini, della quale il sindaco è persino formalmente responsabile, nell’ambito comunale. Siamo perciò favorevoli ad una drastica proibizione dell’uso del mezzo privato, anche attraverso l’incentivo di interventi specifici come la sostituzione del metodo ecopass con la chiusura al traffico privato di un’ampia zona del centro, la creazione delle “isole ambientali”, di nuove aree pedonali, l’estensione delle aree di sosta per residenti. Il tutto naturalmente da combinarsi con il potenziamento del trasporto pubblico per farlo diventare veramente attrattivo e competitivo rispetto a quello privato, anche attraverso apposite scelte tariffarie con un piano integrato con la Provincia, dalla quale arriva un elevato numero di pendolari per studio e lavoro (ecco il caso di un servizio pubblico che secondo noi può essere erogato anche in passivo). Più in generale. Per quanto riguarda infine la mobilità delle merci è indispensabile proteggere dallo smantellamento le aree ferroviarie degli ex smistamenti, in modo da salvaguardare la possibilità di tracciare una circle-line su ferro, connessa a poli logistici intermodali esterni alla città, che sarà utilizzata sia per il trasporto delle persone (tipo passante feroviario con opportune connessioni alle reti MM e di superficie) che per la movimentazione delle merci, riducendo così al minimo l’utilizzo di camion e furgoni.

Strettamente legato alla questione dei trasporti e della mobiltà vi è il problema dell' inquinamento. A Milano si è ampiamente sforato il limite dei giorni (35) in cui la legge stabilisce che i valori minimi per le polveri sottili non possano essere superati, superandolo per 108 giorni nel corso del 2009. A fare le spese di questa situazione sono in particolare gli anziani ed i bambini. Le politiche assunte dal Comune negli ultimi mesi per combattere le polveri sottili ed il Pm 10 si sono rivelate inefficienti ed inefficaci. Questo perchè si cerca sempre di affrontare i problemi a valle e non a monte. Come scrivevo sopra e, molti esperti confermano, il principale fattore inquinante è lo smog prodotto dalle automobili. Per questo noi proponiamo una drastica riduzione delle auto private favorndo il trasporto pubblico e l'utilizzo delle bici. Per far ciò è necessario costruire le piste ciclabili. Girare in bici nella nostra città oggi significa rischiare la vita. Bisogna si ricevere i sovvenzionamenti dell'Unione Europea ma non per finanziare gli amici degli amici ma per gestire la cosa pubblica, che appartiene a tutti noi.

Per quanto concerne i serivizi sociali della nostra città è un ulteriore elemento di impoverimento di molti milanesi. Milano è governata dal 1993 da Giunte di Centrodestra; il loro impegno è stato lo smantellamento sistematico di una rete di servizi sociali, ed in particolare servizi alla persona, che pur mai all’altezza delle richieste e necessità di una grande città come Milano, garantiva nei decenni passati un’erogazione di servizi certa e di relativa qualità. La possibilità di potere beneficiare di questi servizi ha rappresentato per decenni per molti lavoratori e persone a basso reddito un contributo importante, talvolta fondamentale, alla sopportabilità economica del vivere a Milano. Questi servizi costituivano il salario indiretto attraverso il quale anche chi guadagnava poco poteva poi risparmiare su una serie di spese quali ad esempio l’istruzione e la cura dei figli, l’accesso alla universalità dei servizi sanitari, la formazione professionale, l’abitazione, il trasporto e l’accesso a servizi meno fondamentali.

Negli anni appena trascorsi abbiamo avuto modo di verificare come incauti investimenti nel paludoso terreno finanziario siano serviti ad arricchire qualcuno e a sottrarre alla amministrazione milioni di euro (ad esempio attraverso la vicenda dei derivati finanziari). I responsabili di ciò, anziché essere perseguiti sono stati ricompensati con nomine ad incarichi prestigiosi dentro il complesso apparato della macchina comunale. Ciò non è più tollerabile. Ogni assessorato, ogni direzione centrale, in quanto parte della macchina comunale, deve rispondere alla Giunta ed al Consiglio comunale delle proprie attività, del raggiungimento degli obiettivi prefissati e del proprio buon funzionamento nell’interesse dei cittadini e lavoratori. Gli emolumenti del sindaco, dei membri della Giunta, dei direttori centrali e degli alti funzionari devono essere calmierati e ricondotti ai livelli dei lavoratori della pubblica amministrazione. Infine, proponiamo la cancellazione del sistema del cosiddetto spoil-system: è sbagliato ed irrazionale pensare che ad ogni cambio di maggioranza politica o di rimpasto ogni neo-assessore possa decidere di mandare a casa i funzionari precedenti per sostituirli con altri da lui stesso nominati. E’ un sistema nepotistico e feudale che risponde a criteri di clientelismo politico.

Per qunato riguarda i PGT bisogna partire dalle grandi trasformazione della nostra città. Le scelte fondamentali di natura urbanistica e sull’assetto del territorio sono state fatte a partire dagli anni ’80, dopo il grande e disordinato sviluppo urbano che va del secondo dopoguerra alla fine degli anni ’70, che ha determinato l’attuale struttura della città. Alla fine degli anni ’80, per effetto di un lungo processo di deindustrializzazione e delocalizzazione produttiva, a Milano ci sono milioni di metri quadrati di aree industriali dismesse, aree incastonate in una metropoli sempre più congestionata ed occupate dagli scheletri di fabbriche in agonia o chiuse da tempo. Rappresentavano l’occasione storica per grandi interventi urbanistici che potessero ridisegnare una città aflitta da cronici problemi di natura strutturale: traffico, mancanza di verde, carenza di servizi sociali, appartamenti a costi proibitivi. Ma anche l’ultima consistente possibilità di fare grandi affari con i mattoni in un tessuto urbano spremuto come un limone dalla politica delle varianti e dell’urbanistica contrattata. Possibilità che le giunte prima di Centrosinistra (fino al 1993) e poi di centrodestra hanno ampiamente praticato, favorendo in ogni modo la edificazione di residenza privata in particolare, ma anche di aree commerciali ed adibite a terziario ed uffici.

Il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) presentato dalla Giunta Moratti accentua ulteriormente questa spinta, eliminando di fatto ogni elemento di pianificazione e programmazione dello sviluppo del tessuto urbano da parte del Comune e dando carta bianca a costruttori e cementificatori. L’istituzione del borsino della compravendita dei diritti edificatori sancisce anche simbolicamente l’assoluto controllo del capitale e l’incontrastata supremazia della proprietà privata rispetto ad ogni possibile scelta di controllo pubblico su sviluppo della città e necessaria pianificazione dei servizi sociali.

Una battaglia ferma ed intransigente contro il PGT e per la conquista di un progetto urbanistico che ponga al centro i bisogni dei cittadini e dei lavoratori è irrinunciabile. Non si tratta solo di salvaguardare ciò che a Milano resta di bello attraverso la difesa dei quartieri storici, le aree di pregevole interesse storico ed architettonico, gli scorci di gradevole visione prospettica, le aree verdi o non ancora cementificate. Noi crediamo che la battaglia sul terreno urbanistico sia fondamentale in quanto non limitata ai puri aspetti ambientali, ma come parte di un più ampio lavoro per l’affermazione del diritto di ogni cittadino a vivere e lavorare in una città più a dimensione umana, il cui sviluppo sia dettato dalle esigenze dei cittadini e non da quelle di cordate di banche, finanziarie, società immobiliari e chiunque altro speculi e si arricchisca sulla pelle di tutti noi. Analogamente vanno aboliti il Piano Urbano del Traffico (PUT) ed il Piano Urbano Parcheggi (PUP), ormai vecchi di anni, non più rispondenti alle effettive necessità della città e da riscrivere interamente alla luce e sulla scorta di una pianificazione urbanistica completamente diversa che potrà riverberarsi positivamente anche sulle future necessità di mobilità e contenimento del traffico privato. Infine, poiché uno dei problemi delle aree urbane è anche il rumore, un nuovo piano di azzonamento acustico dovrà essere realizzato nel pieno rispetto del diritto alla salute ed al vivere un ambiente più accettabile. A questo va aggiunto la bonifica di una serie di terreni contaminati da sostanze tossiche e nocive per la salute dei cittadini, dall’area di Bisceglie fino a Santa Giulia, solo per citarne i casi più clamorosi. Per concludere osservando Milano, più che dare l’impressione di città più europea in Italia, dà l’impressione di essere un cantiere sempre in itinere. Città sempre più del mattone e delle speculazioni finanziarie ed immobiliari, il centro della città è ormai è solo il  salotto della finanza e del turismo e non della gente che lavora e che vorrebbe viverla. Dà sempre più la sensazione di essere una città a dimensione di capitale e non di uomo. Il salotto buono è tenuto in maniera decente, per dar sfarzo di quello che meglio può rappresentare la capitale dell’economia, della moda e della finanza, ma a Milano più che altrove le contraddizioni sono sempre più evidenti. Un tasso di disoccupazione crescente, strade che diventano laghi ed asfalti che si disfano con poche gocce d’acqua, metropolitane che devono chiudere perché dei fiumi lunghi poco meno di 50 km esondano, trasporti pubblici tagliati e ridotti nelle corse e negli orari. Piste ciclabili inesistenti, ma in tanto i soldi dell’Unione Europea sono arrivati , ma come sono stati spesi? Per case? Per trasporti? Per la messa in sicurezza delle scuole? No soldi spesi per cose futili o per pura speculazione. Si va dal nuovo palazzo della regione, perché il vecchio non andava bene… alle spese per luminarie (circa 2 milioni di Euro), allo smantellamento della vecchia feria per costruire un’altra nella zona di Rho..Nel piccolo Milano rappresenta ciò che si è verificato negli ultimi 30 anni in Italia, dove l’alternanza di governi di centro destra e di centro sinistra hanno fatto leggi che hanno devastato lo stato sociale ed emanato leggi ad personam o leggi che hanno tutelato e tutelano i grandi interessi della borghesia, del capitale, della finanza, delle banche e della chiesa a scapito dei lavoratori.

Milano nel corso degli anni si è trasformata da città industriale a città dei servizi ma le questioni lavoro, ambiente, trasporti  continuano a permanere.

Per queste regioni il Pcl si presenterà alle prossime elezioni in modo autonomo ed indipendente, per ribadire, con forza che Milano da città del Capitale deve essere una città di persone, di uomini e donne che vogliono vivere e dire la loro nella gestione della cosa pubblica. Perché sia realmente una città a dimensione di uomini, donne, bambini, anziani e di tutti coloro che vorranno realmente vivere questa città.

Spero di essere stato esauriente, ma puoi ben capire che su un blog non è facile esporre dettagliatamente tutte le problematiche e le proposte. Disponibile a nuovi interventi e discussioni, con affetto Fabrizio.

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