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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 26-04-2012 alle 10:03

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_aprile_26/parcheggi-scandalo-ampere-comune-2004225722003.shtml

Il cantiere ha creato pericoli per i palazzi vicini

Scandalo parcheggi di via Ampère : «A processo i funzionari del Comune per abuso d'ufficio»

Il pm: intascavano le parcelle per garantire che i lavori erano in regola

MILANO - I delegati del Comune all'«alta sorveglianza» non hanno mai controllato niente. Non hanno segnalato che i lavori stavano creando danni e gravi pericoli per i palazzi vicini, che le opere non erano conformi alle autorizzazioni, che a causa delle gravi irregolarità il cantiere andava sospeso o almeno sanzionato. Per anni, i due incaricati di Palazzo Marino hanno firmato verbali e ispezioni a ruota libera, certificando che tutto si stava svolgendo in regola. E nel frattempo incassavano direttamente dai costruttori le «parcelle» per il loro ruolo di controllori: in totale 21.241 euro a testa.

L'ACCUSA - Per questo la Procura di Milano li accusa di abuso d'ufficio e chiede che siano rinviati a giudizio. Arriva così a uno snodo chiave l'inchiesta sul parcheggio sotterraneo di via Ampère, zona Città Studi, a pochi metri dal Politecnico.
Un'odissea umana e giudiziaria per tre palazzi che si sono inclinati verso il buco degli scavi, attraversati da crepe e fenditure nei muri; per i cittadini che hanno acquistato i box 12 anni fa, a 23 mila euro, e ora ne dovranno spendere 50 mila; per un intero quartiere ridotto a una piccola Beirut ormai dal 2003, anno di inizio dei lavori. I due dipendenti comunali, Pietro Lupieri e Giuseppe Redaelli, avrebbero procurato «un ingiusto vantaggio patrimoniale sia a loro stessi, che percepivano dall'operatore i propri compensi, sia alla concessionaria... che proseguiva le opere».

IL PARCHEGGIO - Parcheggio su suolo pubblico, concesso a costo zero dal Comune secondo il piano della giunta Albertini, che ha avviato le procedure per oltre 200 cantieri che avrebbero dovuto togliere dalle strade 60 mila auto. Oltre ai «distratti» controllori, la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Paola Pirotta individua il reato (colposo) di «crollo di costruzioni» a carico dell'allora presidente della cooperativa Eugenia, l'avvocato Daniele Cucchi, del progettista Leonardo Pedrazzi e del direttore dei lavori Gianbattista Barbarossa. Avrebbero provocato loro una situazione di pericolo all'incolumità dei palazzi e del quartiere omettendo «una dovuta e attenta valutazione dei prevedibili spostamenti» degli stabili intorno al cantiere a causa degli scavi.

I DANNI - Come certificato da un'ispezione dei vigili del fuoco, i fabbricati di via Ampère 9 e 11 e via Compagni 5 hanno subìto danni alle strutture che ne hanno «ridotto il grado di sicurezza». Sono gli stessi condomini che da anni conducono una battaglia legale per i risarcimenti (sono aperti altri procedimenti in sede civile) grazie all'impegno dell'ingegner Pietro Gianni che vive nella zona e rappresenta gli interessi degli abitanti.
Su quel buco nero dei cantieri milanesi è aperto anche un altro procedimento penale: un operaio, caduto da un'impalcatura il 2 ottobre 2006, da allora è rimasto paralizzato. Per quell'incidente, avvenuto secondo l'accusa per gravissime carenze sui sistemi di sicurezza, gli imputati sotto processo sono quattro, tra cui anche un ingegnere che compare ancora sul cartellone con i simboli del Comune e della cooperativa «Eugenia» esposto davanti al cantiere. La sua qualifica è la stessa che aveva al momento dell'incidente: «Coordinatore per la sicurezza».

IL DIRETTORE- Ma c'è anche un altro filo ad unire due epoche nella storia dei parcheggi milanesi: lo stesso direttore dei lavori degli anni 2003/2007, per il quale la Procura chiede il processo, è ancora un interlocutore della nuova amministrazione comunale.

Gianni Santucci 26 aprile 2012 | 9:01

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