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Inviato da avatar Elena Pozzi il 29-04-2012 alle 11:56

"Milano si abbattono gli alberi quando bisognerebbe metterli in casa e sui tetti

Di Emanuele Plata - Planet Life Economy Foundation

Incredibile: nessuno aveva ordinato di abbatterli e invece li hanno tirati giù tutti.
Questo è quello che si capisce leggendo gli articoli e vedendo le fotografie dello scempio dei platani abbattuti lungo il viale che costeggia la Stazione Centrale a Milano.
Il sindaco Pisapia ha detto che il comune non l’aveva ordinato ma che è stata la società Grandi Stazioni
a decidere così, perché le piante si erano ammalate e c’erano dei rischi al punto che un albero era caduto per conto suo. La società Grandi Stazioni dichiara che non aveva ordinato nulla del genere ma che qualche struttura dipendente ha capito di doverli abbattere e lo ha fatto.
Chi sarà mai? Un dipendente da licenziare? Un fornitore di servizi da cancellare e a cui chiedere i danni?
Un comune cittadino si chiede, come sia possibile che un operazione del genere non sia stata verificata e autorizzata preliminarmente dai responsabili del verde comunale! No, non ci si può credere! Ed è anche difficile pensare che qualcuno di buon senso autorizzi, se informato, una distruzione del genere.
Ancora una volta si vuol far passare per stupido il prossimo .


Si dovrebbe sapere che il verde fa bene a tutti. Che chiunque ne ha grande bisogno, a maggior ragione nelle strade inquinate della città. Si dovrebbe sapere che una pianta con tutti gli anni di vita che colleziona e con il conseguente enorme fogliame sviluppato, come nel caso dei nostri platani, ha una capacità di assorbimento di CO2 molto elevata. Si dovrebbe capire che un Platano non è un vaso che si cambia o si sposta ogni dove, ma che rappresenta una vero e proprio patrimonio naturale - oltre che economico - da preservare e valorizzare.

Si dovrebbe sapere e si dovrebbe pretendere che chi ha fatto il danno non se la cavasse con altrettante piante allo stesso posto, ancorché giovani e sanissime, ma dovrebbe essere obbligato a ripianare con un indennizzo esemplare i danni complessivi causati. Per esempio, integrare la piantumazione con un verde fruibile per la cittadinanza; sviluppando all’interno della stazione una riforestazione con alberi, piante e verde verticale che disinquini l’ambiente della stazione centrale; piantando su tutti gli spazi esterni dell’edificio delle aree di cultura a verde anche senza terra, le così dette idrocolture. Mettendo all’evidenza dei milanesi e dei frequentatori della stazione quali vantaggi porta il verde nel disinquinamento di ambienti interni, quali prodotti ortofrutticoli si possono disporre vendendoli in stazione più che mai a chilometro zero, che risparmi si hanno al consumo in riscaldamento ed energia con i tetti e le pareti capottate di verde.

Tutto ciò è dimostrato essere possibile: proprio negli stessi giorni in cui qualcuno faceva il danno, la nostra Fondazione (www.plef.org) ne faceva propaganda in un fuori salone."

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