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Inviato da avatar Walter Volante il 08-05-2012 alle 01:33

Il Consiglio di Zona 8 di Milano, nell’ambito di “Culturalmente Parlando”, un’encomiabile progetto che porta il pubblico dibattito su temi di attualità nei nostri quartieri, ha organizzato, lunedì 7 maggio, nella sala della Biblioteca di quartiere, un incontro pubblico titolato “le Carceri milanesi”. Sull’argomento, si sono espressi: Don GINO RIGOLDI, Cappellano del Carcere Minorile "Cesare Beccaria"; LAMBERTO BERTOLE', Presidente della Sottocommissione Carceri Comune di Milano; ALESSANDRA NALDI, Presidente dell’Associazione "ANTIGONE" Lombardia; DANIELA BARBINI, Psicoterapeuta e Consulente ASL Milano presso San Vittore; ROBERTO BEZZI, Responsabile dell’Area Educativa al Carcere di Bollate. Tutti concordi sulla drammaticità del sovraffollamento che, invece, sembra non investire il Carcere di Bollate, più volte decantato dagli operatori presenti, per l’esemplare gestione della attuale direttrice. Opera, Bollate, San Vittore e Beccaria, ospitano, nel loro insieme 45 mila detenuti, pari al 50 per cento circa di tutta l’utenza lombarda. Parole di celebrazione anche per il terzo raggio di San Vittore, battezzato “la Nave”, riservato ai detenuti con problemi di droga, intenzionati ad intraprendere un percorso  riabilitativo. Una sorta di corridoio pre-comunità. Pesanti le accuse della Nardi sulle due leggi (la Fini- Giovanardi e la Bossi- Fini), responsabili del sovraffollamento di imputati che, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono rilasciati senza dover scontare condanne definitive. Amarezza nei toni, quando parla di sei brande in celle singole, di turni bisettimanali per la doccia e del suo sforzo per rendere il carcere “trasparente”. Mentre lo dice, il mio pensiero vola sugli scritti di Oscar Wilde: “Hanno costruito le prigioni con dei muri di cinta altissimi, nella speranza di nascondere a Dio questa orribile vista”.  “Manca una regia globale” dice Bertolè. “Troppi assessorati che lavorano per dei progetti individuali, sulla base delle proprie competenze, senza concertarsi tra loro. Il rischio è una grave, inutile dispersione di energie”. Un componente della Sottocommissione Carceri, dal pubblico, ricorda che la recidiva di chi sconta una condanna dietro le sbarre, è del 68 per cento, che cala vertiginosamente al 18 per coloro che scontano la pena in misure alternative (arresti domiciliari, affidamento…). Un anziano, tra il pubblico, borbotta sottovoce, lamentando un eccessivo buonismo. Sottovoce sussurra “Chi sbaglia, paga. Gli vogliono dare il premio ai delinquenti!”. Mi è mancato il coraggio, lo ammetto, ma avrei voluto citargli il Cardinale Martini: “La vendetta umilia la giustizia”.

Walter Volante

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