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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 15-03-2011 alle 13:13

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02blog intervista Mattia Calise: il candidato sindaco ventenne del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo

pubblicato: martedì 15 marzo 2011 da Trab



Quando mi dissero che Beppe Grillo candidò a sindaco di Milano un vent’enne non ci credetti. Rimasi un po’ scosso, un sindaco senza esperienza e gavetta politica che cerca di farsi strada tra dinosauri e professionisti della politica (ribadendo uno dei cardini del Grillo pensiero: la politica fatta da non professionisti). Un po’ di perplessità che Dino Amenduni ha sintetizzato in un articolo sul Fatto Quotidiano. Mattia Calise ha poco più di vent’anni, è uno studente di Scienze Politiche e, per sua stessa ammissione, è un attivista politico (su BeppeGrillo.it ci sono un po’ di info).

Eletto il 22 di gennaio attraverso una sorta di primarie, lo studente ha sbaragliato altri otto candidati. Il programma raccoglie quelle che sono da sempre le battaglie del movimento 5 stelle: Acqua pubblica,trasporti sostenibili e connettività alla rete per tutti. In pieno spirito 2.0 ho contattato Matteo su Facebook, una risposta non troppo celere, una telefonata e via, le domande via mail. Ho aspettato le risposte un po’. Sollecitato via telefono, Matteo si è scusato dicendomi che il periodo è intenso, oltre alle lezioni all’università si aggiungono gli impegni elettorali. Alla fine eccola.

Milano non è una città per giovani…

Vero, dal lavoro, alla cultura, ai prezzi d’affitto, la nostra città non è più a misura di giovane. Partiamo dai mezzi pubblici, a differenza della quasi totalità delle grandi città europee non abbiamo copertura nelle ore notturne (a partire dal sabato sera). Punti di aggregazione: in centro l’unica attività possibile è lo shopping, dedicare una parte degli edifici di proprietà del comune attualmente vuoti ad attività sociali, culturali e artistiche dovrebbe essere una priorità in una buona amministrazione.

Cosa manca a Milano per essere una bella città?
Una classe politica che risponda agli interessi dei cittadini e non a quelli delle lobby, credo sia il modo migliore per colpire tutte le tematiche.

A 20 anni potresti andare a divertirti, fare l’Erasmus. Cosa ti spinge a impegnarti e a rimanere in Italia?
L’hai detto, in questo paese chi vuole un futuro semplicemente “normale” non può che emigrare, non solo per studiare ma soprattutto per lavorare. Io ho scelto di restare e di iniziare a combattere chi ha ridotto la nostra città e il nostro paese in questo stato: la nostra classe politica. Sarò un cittadino con l’elmetto.

Sei uno studente di Scienze Politiche. Cosa dicono gli studenti stranieri che vengono a Milano a studiare?
La prima impressione è quasi sempre positiva, Milano dopotutto è una città immagine, temporanea (il temporary shop è ormai un simbolo), ma il parere cambia quando si inizia a capire come funziona la vita: cara, concentrata sul lavoro e senza possibilità per i giovani, dove le mamme vanno a prendere a scuola i figli con i SUV, dove la pubblica amministrazione antepone gli interessi dei commercianti alla salute dei cittadini (vedi giornate di superamento limiti pm10). Non faccio fatica a credere che uno studente in erasmus non si senta in Europa. Fortunatamente la pizza, gli spaghetti e il buon caffè li distraggono…

Parliamo del programma: le 5 stelle…
C come connettività: Oggi internet rappresenta uno strumento imprescindibile per l’economia e lo sviluppo di un paese, ed è l’unico media attraverso cui è ancora possibile fare e avere informazione libera. Milano rispetto al resto d’Italia è un’avanguardia, ma risente comunque di una visione miope e clientelare della propria Amministrazione: i soldi pubblici vengono destinati alla spesa corrente (canoni per l’acquisto di servizi dagli operatori – i soliti operatori) invece che al conto capitale, costruendo un’infrastruttura che garantirebbe, nel medio lungo periodo, l’abbattimento del costo dell’acquisto di servizi in outsourcing e la possibilità di erogare servizi di connettività al cittadino. Il progetto per Milano si pone due macro obiettivi. Creare una nuova infrastruttura di rete, di proprietà del Comune, per collega più di 700 siti (uffici, sedi, biblioteche, parchi, sedi dell’AMSA, dell’ATM, …) sul territorio comunale, garantendo, a costo pari a zero, i servizi di connettività (voce, dati, videoconferenza, videosorveglianza, …) tra i siti stessi (intranet) e verso la big Internet (collezionando le esigenze in un unico punto di interscambio verso Internet si ottimizza l’investimento). E poi la connettività ai cittadini; La nuova infrastruttura di rete, di proprietà del Comune, può garantire ai propri cittadini, sulla quasi totalità del territorio comunale grazie alla capillarità del Wi-Fi, a costo pari a zero, i servizi digitali del Comune (sempre) e la connettività verso la big internet (a tempo).
A come acqua - l’acqua è un bene primario, come il sole e l’aria. L’acqua è vita, come si può privatizzare la vita? Quando si privatizza un servizio idrico si mercifica l’acqua. la conseguenza è la mercificazione della vita. se pago posso vivere. Per questo sosteniamo i Referendum. Nello specifico per Milano vogliamo modificare lo Statuto Comunale per affermare l’accesso all’acqua come diritto umano universale e lo status dell’acqua come bene comune pubblico; confermare il principio della totale proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee. Vogliamo aumentare le “fontanelle pubbliche”, recuperare le acque piovane per doppio circuito ad uso non potabile, negli edifici della pubblica amministrazione anzitutto, pensiamo a campagne per l’utilizzo dell’acqua di rete al posto dell’acqua minerale ma anche misure come la definizione di una quantità pro-capite giornaliera minima gratuita, 50 litri al giorno, incentivare gli impianti di fitodepurazione, promuovere la ristrutturazione della rete idrica per ridurne le perdite, allestimento di distributori automatici di acqua dell’acquedotto, naturale e gassata, nei locali pubblici (pubblica amministrazione, università, scuole, luoghi di lavoro, supermercati) e la promozione dei detersivi a basso livello di inquinamento.

Uno dei punti cardini del programma dei concorrenti è il piano casa. Voi cosa proponete?
Occorre ripristinare la legalità e la fiducia nelle istituzioni, un proprietario non può attendere fino ad un anno per potere liberare il proprio immobile da un moroso, pagando comunque le tasse sulla pigione non corrisposta ed accollandosi gli oneri del ripristino dell’immobile oltre le spese legali. Una proposta potrebbe essere garantire, con appositi fondi, l’onorabilità del contratto ed un pronto intervento

In molti e accusano il movimento di sottrarre voti alla coalizione del centro-sinistra, come nelle Regionali in Piemonte. Come risponde il Movimento alle accuse di collaborazionismo con il centro-destra?
Che è il centro sinistra che con la sua politica di chiusura al futuro ed al rinnovamento sottrae voti al movimento. Prima di tutto la questione Piemonte che vede il moVimento “responsabile della loro sconfitta” è un alibi puro e semplice, smontabile semplicemente con i numeri: Bresso ha perso di circa 192′000 voti e il MoVimento ne ha presi 90′000, anche se gli elettori del Movimento avessero votato Bresso, cosa quasi imposibile per la posizione su Tav in Val di Susa e inceneritori, sarebbero serviti altri 100′000 voti. Che si assumano le loro responsabilità. Lasciando da parte i numeri, quello che si dice viene detto stando all’interno dello schema esistente che vuole collocare a tutti i costi ogni novità politica nelle caselle già predisposte destra/centro/sinistra porta qualcuno a dire che “rubiamo i voti alla sinistra” o addirittura che “collaboriamo col centro-destra”. Niente di più sbagliato. Non si coglie il punto, e cioè che il movimento è fatto di Cittadini che si uniscono intorno alle 5 stelle (acqua, ambiente, trasporti, sviluppo, connettività) principi universali che interessano tutti e non hanno colore politico.
Bisogna capire che il movimento si pone come alternativa a destra/centro/sinistra, come alternativa ai politici di professione di tutti gli schieramenti, proponendo una forma di democrazia diretta con persone qualsiasi che si mettono a disposizione della collettività per un breve periodo della loro vita. Circa il 40% dei milanesi non vota più, disilluso e disgustato dalla “casta”. Non siamo noi a rubare i voti agli schieramenti tradizionali. Li hanno già persi da se’. Per chi ha smesso di votare per sfiducia nel sistema, oggi l’alternativa c’è.

Voi quindi cercate di convincere quel 40% di indecisi che si sono astenuti dal voto?
La fiducia nella politica non è stata mai così in crisi. Siamo all’apice di un sistema di corruzioni e clientele che Tangentopoli doveva aver spazzato via e che invece è ricomparso più forte e aggressivo di prima. E il cittadino - che sia di destra o di sinistra - ogni giorno viene a sapere di comportamenti egualmente riprovevoli, dato che l’approfittarsene in proprio per sistemarsi la famiglia, è prassi trasversale della attuale classe politica. Il fenomeno è talmente vasto e talmente radicato che, sembra quasi incredibile, ma i candidati sindaco di destra e di sinistra hanno entrambi familiari direttamente coinvolti negli scandali immobiliari a Milano: il figlio della Moratti che per farsi la casa avvenieristica, va contro ogni norma urbanistica – emanata dalla madre, peraltro - e finisce nei guai per abuso edilizio, e a sinistra, con la compagna di Pisapia coinvolta nello scandalo Affittopoli. Con una situazione come questa dove i delegati guardano ai soldi e non agli interessi dei milanesi, è chiaro che molti cittadini non sapendo più di chi fidarsi, non votano più. Per chi è sfiduciato dalla politica il Movimento 5 stelle apre nuove possibilità sovvertendo le regole e eliminando soldi e politici di mestiere. La nostra proposta è l’unica risposta: siamo cittadini e non politici perché non accettiamo iscritti a partiti, ovvero Uno vale Uno, chi viene eletto è al servizio della base e vota come tutti gli altri per uno ma poi nel ruolo esecutivo obbedisce alla rete, senza protagonismo, ciascuno ha una sua vita e un suo ruolo politico ma è sostituibile in qualsiasi momento perché la nostra politica è fatta senza soldi come impegno civile, rifiutiamo recisamente di prendere i cosiddetti rimborsi elettorali: un miliardo di euro l’anno che i partiti si spartiscono alla faccia dei tagli ai servizi pubblici e allo sfascio della pubblica amministrazione.

La Moratti ha puntato molto sulla Cultura e sulle nuove infrastrutture. Voi cosa fareste per migliorare ulteriormente la situazione?
Prima di tutto dobbiamo capire di che cultura stiamo parlando, se la cultura sono i musei (vedi il nuovo Museo del ‘900, la Triennale e tanti altri) posso darti ragione, ma se con cultura intendiamo anche la salvaguardia della creatività, dell’avanguardia, di avere una città stimolante per artisti e creativi, temo che la giunta abbia toppato clamorosamente.
(Un esempio, ecco il primo progetto culturale previsto dall’expo )

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