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Inviato da avatar Lorenzo Cerati il 21-05-2012 alle 09:52

Trovo sempre sconcertante vedere come, mentre il nostro tempo consentirebbe di pianificare il disegno della città con maggiore attenzione rispetto a periodi di forte incremento demografico o alla ricostruzione dopo i danni della guerra,  purtroppo non c'è nessun interesse per questo argomento.

Sembra che molti pensino che edilizia ed urbanistica siano sostanzialmente una fonte di lavoro per i costruttori. E del resto quando si parla di partecipazione da parte dei cittadini solitamente si intende il diritto di avanzare le proprie pretese personali: chiedere per sè un parcheggio, un asilo, un'aiuola per portarci il cane.

Si è fatto qualcosa in questi tempi, nel migliorare la qualità di alcuni interventi all'interno della città, ma sempre in episodi frammentari e non perché l'obiettivo primario fosse consegnare nuovi spazi alla città ma per sfruttarli a livello immobiliare.

Eppure costruire parchi, e cominciare a muoversi (con cura, si intende, con ponderazione) per correggere il disordine estetico che caratterizza Milano, a promuovere un rinnovamento edilizio là dove si è costruito frettolosamente e senza cura nel secolo scorso, significherebbe porre le basi per una una città più vivibile e più attrattiva. Significherebbe lavorare per una ricchezza futura.

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