12 anni fa
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C'è una ordinanza comunale del 2008 che vieta in ambito urbano l'alimentazione dei piccioni, nessuno di preoccupa di far rispettare questa ordinanza, mentre un nutrito gruppo di ragazzi africani che infastidiscono i turisti di passaggio ad ogni ora con vendite di braccialetti e mangime per piccioni, andando persino ad insidiare con maleducata insistenza e intralciare il passaggio alle uscite/entrate dl metro nella Piazza.

Come può essere che il Comune di Milano consenta tutto questo?

Da IL CORRIERE DELLA SERA WEB:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_ottobre_5/piccioni-guerra-milano-parigi-2112113661153.shtml

IL comune tenta di limitare l'«esercito» di piccioni

«Guerra» ai piccioni: Milano copia Parigi
Con le torri colombaie una riduzione del 50%

I residenti di Palmanova: ormai entrano anche nelle case

(Rcs Quotidiani)








MILANO - Palmanova batte piazza Duomo. Non c'è cornicione, filo della luce, cartello stradale, aiuola, gronda, balcone e tetto libero dai colombi. «Sono un esercito», protestano i residenti. «Ora entrano anche nelle case, se solo si dimentica aperta una finestra». Vedere per credere. Loro, volatili intelligenti, fedeli, prolifici (possono riprodursi oltre cinque volte l'anno), stanno dove c'è cibo. E qui di cibo ce n'è in abbondanza. Una donna ogni giorno svuota un sacco di pane secco per loro.

DIVIETI
- Mentre la Provincia approva il nuovo piano di controllo della popolazione sovrannumeraria, tramite abbattimento, affidandolo alle Guardie ecologiche volontarie, il garante degli animali Valerio Pocar invita la polizia locale ad applicare l'ordinanza del sindaco che, dal 2008, vieta di somministrare cibo ai piccioni nel perimetro urbano (sanzione da 25 a 500 euro). L'ultimo censimento della popolazione di piccioni risale al 2000. Risultò, allora, che a Milano c'erano oltre 100 mila esemplari. Il professor Daniele Gallazzi, docente alla facoltà di medicina veterinaria ed esperto in malattie infettive, spiega che «bisogna educare la popolazione. Non lasciare in giro pattumiera, non dare cibo è il modo più semplice di contenerne l'espansione».

LE TORRI COLOMBAIE
- Trent'anni fa, ricorda, a Monaco l'amministrazione tappezzò la città con mega manifesti, lanciando questo stesso messaggio. Mentre a Parigi, il sindaco del 10° arrondissement (piazza della Repubblica, sulla riva destra della Senna) inaugura la dodicesima torre colombaia, che consente di controllare le nascite dei piccioni, attraverso le torri colombaie, Milano fa il punto sulla torre che dal marzo 2011 è installata nel Parco Baravalle. Non solo l'apprezzano le coppie di piccioni, ma la torre che ha 140 cellette, è diventata meta di altri volatili, anche migratori. La sperimentazione ha una durata di 3 anni. L'obbiettivo è sottrarre alcune uova delle covate, sostituendole con uova di plastica, per dimezzare le nascite in modo dolce. La torre ha anche consentito di monitorare lo stato di salute dei piccioni, capaci di spostarsi in giornata anche di venti chilometri. Questa sembra essere la strategia vincente: la città di Basilea, che adottò le torri colombaie nel 1988, ottenne in un anno la riduzione del 50% del numero di piccioni, di 1.650 chili di guano e la produzione di 2.500 uova in meno. L'esempio svizzero è stato seguito nel 2003 oltre che da Parigi, anche da Londra, Sydney e Nottingham.

SOVRAPPOPOLAZIONE
- «Questo sistema, che consente di togliere alcune uova dalle covate, con l'attenta supervisione di esperti naturalisti - aggiunge il professor Gallazzi -, funziona, ma potrebbe essere più efficace se venissero distribuite tante piccole torri in molti quartieri e zone della città». La popolazione è indubbiamente in crescita. Inutile nascondere che i piccioni possono essere portatori di agenti patogeni: «La chlamydia , per esempio - conclude l'esperto -. Per questo è importante evitare la sovrappopolazione. Anche sapendo che i piccioni in natura vivono qualche anno, mentre in città anche qualche lustro. Ci sono più cibo e migliori condizioni climatiche».

Paola D'Amico
5 ottobre 2012 | 9:09
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