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I progetti del nuovo direttore regionale lombardo Francesco De sanctis. "Milano è sempre stata di esempio per tutta l'Italia in campo didattico. Cercherò di mantenerla tale"

di Luca Salvi

Francesco De Sanctis, nuovo provveditore regionale agli studi
Francesco De Sanctis, nuovo provveditore regionale agli studi

 

Milano, 28 ottobre 2012 - Attuazione al progetto nazionale di valutazione delle scuole. Impegno per l’integrazione. E attenzione all’innovazione tecnologica, partendo dai progetti di didattica digitale già avviati dalla Regione e puntando sempre più sulla comunicazione web, Facebook e Twitter compresi. Sono alcune delle linee programmatiche che il nuovo direttore scolastico regionale, Francesco De Sanctis, intende adottare, in coordinamento con lo staff dell’Usr lombardo e insieme agli Enti locali, a partire da domani, quando si insedierà ufficialmente negli uffici di via Ripamonti, a Milano.

Innanzitutto, un bentornato a Milano. Quali saranno le linee guida del suo prossimo mandato?
«Punterò molto su tre concetti: valutazione, innovazione e integrazione».

Partiamo dalla valutazione delle scuole. Come intende procedere?
«Darò applicazione alla valutazione che è all’interno del progetto nazionale avviato dal Ministro Profumo, già partito in 300 istituzioni scolastiche italiane e che poi verrà allargato anche alle altre».

Quali invece saranno le strategie nel campo dell’innovazione?
«La Regione e l’Ufficio scolastico hanno già avviato un progetto di scuola digitale che mi sembra stia dando buoni frutti. Io lo porterò avanti perché ormai la didattica attraverso tablet e lavagne interattive è diventata cruciale per il futuro. Cambia l’approccio allo studio. Penso che il termine “nativi digitali” sia già superato. Ormai tutti gli studenti usano il computer».

Anche i suoi uffici sfrutteranno il web?
«Sulla comunicazione ho sempre lavorato molto. La scuola deve sapere comunicare con tutti. Il sito della direzione scolastica piemontese aveva collegamenti con Facebook e Twitter. Comunicavamo con gli esterni, con le famiglie, con gli studenti. Abbiamo anche promosso un giornale, “La pagina”, per rappresentare il mondo della scuola. Collaboravano presidi, genitori e ragazzi».

Veniamo all’integrazione. In Lombardia ci sono classi con più del 40 per cento di studenti stranieri, a Milano una scuola rasenta il 90 per cento.
«È un tema oggi comune in Italia. Non ci possono essere scuole ghetto e scuole con bassa densità di studenti non italiani. Mi confronterò con i presidi. È dovere della scuola integrare tutti i ragazzi. Da una parte metteremo a disposizione dei docenti strumenti formativi adeguati per fronteggiare le situazioni più problematiche. Dall’altra parte faremo in modo che non si formino classi a maggioranza di alunni stranieri, che poi vengono evitate dalle famiglie italiane».

Avrà subito una gatta da pelare: il concorso presidi sospeso dal Tar lombardo.
«Aspettiamo di vedere cosa deciderà il Consiglio di Stato il 20 novembre. Rispetteremo la decisione dei magistrati. Poi decideremo il da farsi. E’ una situazione che si è creata per una serie di problemi ma che cercheremo di risolvere. I nuovi dirigenti scolastici sono fondamentali per rimettere in equilibrio il sistema. Un preside non dovrebbe ritrovarsi a dirigere due o tre scuole».

Lei è stato provveditore a Milano dal 1995 al 2001. Cosa ricorda di quella esperienza?
«Ricordo un sistema efficiente, con uno staff preparato e un ambiente collaborativo che coinvolgeva tutte le istituzioni. Milano (e la Lombardia) è sempre stata di esempio in tutta Italia in campo scolastico. Metterò a disposizione il mio bagaglio di esperienze per mantenerla tale».

di Luca Salvi

luca.salvi@ilgiorno.net

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