14 anni fa
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Tutti i giorni su Affari italiani (www.affaritaliani.it), la prima testata giornalistica on line diretta da Angelo Maria Perrino, dialogo con Don Virginio Colmegna su fatti di scottante attualità che coinvolgono e appassionano i cittadini milanesi.

Emergenza profughi (4 maggio)

Don Virginio Colmegna: Ieri alla Casa della carità abbiamo accolto in emergenza 40 persone, tutti uomini, tutti giovani, che facevano parte di un gruppo di 300 portati a Milano, in pullman, da Bari, dove erano stati qualche giorno, provenienti da Lampedusa.

Maria Grazia Guida: Le emergenze che vediamo in televisione ci sono arrivate letteralmente in casa. Avere la possibilità di incontrarle da vicino e toccarle con mano è un'altra cosa. Al di là dell'aspetto umano, il guardare negli occhi questi ragazzi, poterci parlare e conoscerli, ci permette di capire la dimensione del problema e scoprire, ad esempio, che non c'entrano nulla con le rivolte dei paesi maghrebini

Don Virginio: Infatti, si tratta di giovani che arrivano dai paesi dell'Africa subsahariana, la Nigeria, il Mali, la Guinea Conakry, il Niger. Attraversano il deserto e poi, dalle coste tunisine o libiche, si imbarcano sognando di approdare in Occidente. Provengono da nazioni spesso rubricate alla voce dei cosiddetti conflitti dimenticati.  Ed è da queste situazioni che in tanti fuggono, alla ricerca di un futuro migliore, di pace. Maria Grazia Guida: E se ora sono a Milano, vuol dire che possono rimanere nel nostro Paese. Gli è stata riconosciuta la protezione umanitaria, sono richiedenti asilo e aspettano lo status di rifugiato politico. Stiamo parlando di diritto internazionale, norme precise, e un paese democratico come il nostro deve farsi carico di questo problema senza ridurlo a un dibattito di basso livello.

Don Virginio: Di fronte a fenomeni come questo non devono scattare paura sociale e strumentalizzazioni politiche. Sono piuttosto delle occasioni da sfruttare per migliorare la qualità della nostra democrazia. Concedere un documento è anche un lasciapassare di dignità, di relazione, il riconoscimento di uno status che va oltre l'odiosa distinzione tra profughi e clandestini.

Maria Grazia Guida: L'accoglienza non è una questione di buonismo, ma è un dovere, una vera e propria strategia per una reale, concreta ed efficace volontà di risolvere i problemi. Accogliere persone con un nome, un volto, una storia, dare loro dignità e diritti di cittadinanza è l'unico modo per risolvere queste emergenze.

La moschea a Milano (3 maggio)

Maria Grazia Guida: Don Virginio, le ultime notizie di grande impatto a livello internazionale, al di là degli aspetti di cronaca e attualità, ci ripropongono il tema del rapporto con l'islam. Per noi a Milano questo si è tradotto nella costruzione o meno di nuove moschee, un po' misero come dibattito non trovi?

Don Virginio: Direi di sì, abbiamo finora discusso se fosse meglio un nuovo, unico, grande luogo oppure tanti centri diffusi sul territorio.

Il livello va alzato e portato su cosa significa avere in città degli spazi di preghiera e se questi possano aiutare a costruire una società più unita e serena.

Maria Grazia Guida: Infatti, dovremmo sempre ricordarci che quando parliamo di moschea o di un altro luogo religioso stiamo parlando di libertà di culto, che è un elemento fondamentale per la democrazia perché accresce la possibilità di vivere in una società sempre più plurale. Anche perché una moschea è un luogo di spiritualità profonda. Mi vengono in mente le parole del cardinal Martini secondo cui tutte le religioni hanno preghiera, adorazione, lode e ringraziamento. Lui sostiene che il dialogo non va fatto tanto tra le religioni, in quanto sono sistemi chiusi, ma va incentrato sulla religiosità, perché nasce dalla preghiera, che è un sistema aperto. Ogni persona può leggere nell'altro la propria esperienza di Dio.

Don Virginio: Ci sono tanti altri elementi comuni tra le religioni, ad esempio la valorizzazione di stili di vita sobri e disinteressati. E inoltre, le religioni stanno cercando di liberarsi sempre più da ogni incrocio con la violenza che, storicamente, purtroppo c'è stato. In questo senso assume una valenza molto importante qualsiasi luogo di culto che porti con sé una capacità di rottura dal fondamentalismo.

Maria Grazia Guida: Invece certi slogan politici sembrano creare un clima di contro ideologico molto vicino al fondamentalismo. Ogni religione varispettata e, allo stesso tempo, va promossa una visione di laicità matura che opera per includere e non per escludere.

Don Virginio: Per questo non solo non dovrebbero esserci ostacoli alla moltiplicazione dei luoghi di culto, ma penso che è proprio qui, nella costruzione di coesistenza e rispetto reciproco, che si possano ritrovare i valori della nostra identità.

Maria Grazia Guida: Questa riflessione, tradotta su aspetti della quotidianità, mi fa venire in mente i nostri oratori, dove già adesso i ragazzini musulmani e quelli cattolici giocano insieme. Ma penso anche ai centri estivi organizzati e gestiti dalle mamme musulmane. Sono un esempio di come queste donne si prendono cura dei propri figli, dei luoghi positivi di coesione sociale, con cui noi dovremmo imparare a interagire.

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