Scadenza supporto XP MS e ripercussioni sulla Pubblica Amministrazione

No, non sei esauriente, ma neanche convincente.

Ti dico perchè.

Di Linux esistono centinaia di distribuzioni, tutte diverse ed incompatibili, il vero punto di debolezza di Linux.

Chi parla di Linux normalmente è uno smanettone, amante dell'interfaccia a comandi e che disprezza quella grafica, a sua volta preferita dai non addetti ai lavori.

Per cambiare un sistema operativo serve know-how, servono team di gestione, servono procedure di migrazione, servono pacchetti applicativi.

Tu non porti un utente da Windows a Linux facilmente.

I pacchetti di office, il software, i prodotti già realizzati chi li compra e chi li rifà ??

Cambiare sistema operativo significa pianificare attentamente a livello organizzativo, di addestramento e finanziario il lavoro, non piccolo, a priori, dirai.

Normalemente i prodotti Linx e quelli realizzati in Java sono più brutti, rozzi ed inefficienti rispetto a quelli Windows: questo non significa che non si possa farli uguali.

L'occupazione di risorse di Linux ad interfaccia grafica era compatibile con quella Windows, ora non so.

Il software libero non ha la gestione di una società professionale, non ha garanzie, presenta dei rischi.

Devi pensare all'ente pubblico come un'azienda che deve lavorare sempre e bene, non come una scuola, dovre si possa provare cose nuove senza pagare il conto.

Ora spezzo una lancia a tuo favore: passare da XP  Windows 7 o a Windows 8 non sono rose e fiori, l'hardware non sempre è sufficiente, il software non sempre è compatibile: meglio che con Linux, per quanto ne so io.

Vanno fatti degli studi e delle prove, vanno analizzate le masse di hardware e software a disposizione, va fatto un piano di lavoro accurato, per non buttare tempo e denaro. Putroppo temo che il pubblico impiego non lo voglia fare, non lo sappia fare bene: spero di aver torto.

Ti rispondo appena torno a Milano, perchè qui il collegamento è lentissimo.

Se riusciamo a tenere in piedi una rubrica su questo argomento, la cosa potrebbe essere interessante.

Ti anticipo che ero responsabile software di un gruppo multinazionale e mi occupavo della gestione, poi consulente.

Ti ho provocato apposta per rendere intensa la discussione.

Ora sono a Milano e ti rispondo:

ciao,

Roberto, non so che utente tipo di PC tu sia

un informatico applicativo

,e la frequentazione che hai di so unix-like,

poca e frammentaria, solo per carprine le possibilità e le funzioni

per quanto mi riguarda, sono utilizzatore da circa 10 anni di linux e nel contempo per maggior tempo anche a lavoro di microsoft; ma per quanto riguarda la professionalità di linux ti posto qs link per essere breve:

http://www.lffl.org/2013/06/editoriale-dove-viene-utilizzato-linux.html#more

ed inoltre vi sono molte distribuzioni professionali:

Io ho installato nel tempo alcune versioni gratuite di Linux a partire da una sconosciuta, Red Heat, una derivata da Ubuntu  leggera, ecc

vedi redhat, centos con supporto professionale, poi per quanto riguarda l'interfaccia, non so se usi mai linux, ma è di derivazione unix, come apple che in quanto a grafica per i soldi spesi da cupertino è la migliore, è sicuramente molto meglio di ms, linux, usando anche molte meno risorse, ma 1000 volte;

non dubito della professionalità delle distribuzioni, ma sono troppe, e rendono Linux non standard: lo stesso che accadde con Unix

e la riga di comando a seconda delle distribuzioni non è affatto necessario usarla, oggi linux è diventato user friendly

la linea di comando l'ho vista usare e suggerire a iosa nelle riviste e nei forum, preferita all'interfaccia grafica. Onestamente, credo in Kde, la possibilità di lanciare una funzione e da linea di comando e dalla stessa, con un parametro, evidenziare con gli stessi parametri, l'interfaccia grafica, mi ha affascinato, ma l'interfaccia che ho visto era eterogenea

,anche perchè se nò tutti gli utenti e i dipendenti delle biblioteche, per fare un esempio di csbno (consorzio bibliotecario nord ovest) che da 15 anni usano ubuntu, distribuzione linux, e non hanno nessun problema;

il mio riferimento a riga di comando era per la parte di installazione e tuning del sistema, non per gli utenti, per i quali, una volta che usano un pacchetto applicativom dovrebbe essere tutto lo stesso, a parità di qualità del pacchetto

con assistenza tecnica professionale e senza però pagare licenze, navigano e lavorano rispettando l'etica dell'opensource.

l'assistenza tecnica professionale dovrebbe essere interna, allo stato, al comune, a tutti gli enti pubblici, per poter dare aiuto se c'è già non c'è problema, se non c'è va creata e costa in tempo e denaro

Inoltre, le distribuzioni pur essendo centinaia, usano, quelli che si chiamano pacchetti, che altro non sono che i sw e le librerie che pur essendo scaricabili in formati diversi a seconda della distribuzione, sono intercambiabili e personalizzano la distribuzione in base alle tue necessità, infatti si può partire da un kernel, o addirittura prima e creare si dice, "from scratch", la distribuzione dalla base per i tuoi usi particolari....

quello che porti come punto di forza è un punto di debolezza. prima di tutto non esiste solo uno standard di pacchetto, ma almeno un paio, vado a memoria, e poi non ho trovato compatibili i pacchetti, io ho provato a fare il furbo, ma, a meno di conoscenze profonde, il pacchetto di un linux non andava su un altro Linux. le diverse variabili rendono i diversi utenti tutti diversi.

il passaggio c'è tutto il tempo di farlo, per quando nell'ottobre 2014 xp andrà in pensione... per esempio in ogni biblioteca di csbno c'è sempre una macchina oltre a quelle con linux, usata dai bibliotecari con ms, PER EVENTUALI SW PROPIETARI CHE GIRANO SOLO SU WINDOWS E NEANCHE SULL'EMULATORE DI WIN IN LINUX "WINE", ma anche loro hanno dei sw creati da loro come il gestionale della biblioteca che è un programma per linux...

se esiste un programma specifico per Linux ed esiste già Linux, non esiste un problema

se esiste un programma specifico per Linux ed esiste un'installazione microsoft con lo stesso pacchetto, ammesso e non concesso che il PC supporti linux, è un problema di installazione.

Se le due condizioni precedenti non sono vere, passare da micorsoft a linux significa bloccare almeno un utente, quindi fermare il lavoro: avere postazioni miste è un assurdo ed il contrario dell'efficiente

per dirne una anche android è un sistema linux...

vale per Android lo stesso ragionamento che faccio per Linux

in quanto a rozzezza assolutamente no!!! la semplicità del file system di linux ne è anche la forza, il neo è di windows con il mercato di programmi che è stato creato ed essendo quasi tutti i programmi di linux gratuiti ed avendo una forte community di supporto, non può competere a livello di personal pc con la qualità di linux!!! 

questo all'utente finale non deve essere visibile, in ogni caso, per quanto ne so io sul file system di Linux, che sono più di uno, non sono d'accordo

questo in breve per quanto ti posso dire io per il poco che ne sò... da utente base che da circa 8 anni ha due pc in dual boot wimdows-linux...!!

questa è una stupidaggine in ambiente lavorativo, a meno di specifiche esistenze applicative

poi tanto della mia opinione può o no iteressare qn, ma per me tant'è

ciao

la tua opinione vale quanto la mia e viceversa: utile e necessario lo scambio di esperienze, altrimenti il mondo non progredisce mai.

Ora ti riassumo il mio pensiero, partendo dalla mia ipotesi:

ogni ambiente deve avere un sistema informativo che serva per fare in modo facile, sicuro e veloce il proprio lavoro per raggiungere gli obiettivi aziendali

Da questa ipotesi viene la seguente:

in ogni ambiente le risorse utilizzate devono essre mutuamente scambiabili, almeno in percentuale per portare avanti lo stesso lavoro. Questo significa che in assenza di condizioni specifiche io ho tutti PC con Linux o con  MS o con Apple o con Android. Il 50% è rivolto solo alle risorse umane.

dalla precedente viene questa affermazione

se le risorse non sono uguali o si possono scambiare le funzioni, cioè se ho un pc con linux ed uno con MS e accidentalmente sono diversi, alemno i programmi sono uguali ed incidono sulla stessa banca dati (tu in biblioteca hai un pc con Linux ed uno con MS, non dipende da te, ma aggiornate dai due PC sempre la banca dati dei libri della  biblioteca)

dalla precedente discende la seguente affermazione

se i PC e le applicazioni sono diverse, almeno condividono e/o si scambiano dati: insomma io voglio sapere i libri della tua bliblioteca, fai quello che vuoi, ma dammi un elenco. Il minimo assoluto è la stampa delle informazioni o la produzione di un PDF.

Ritornando all'inizio: io voglio garantire la vita dell'ufficio, del reparto, della direzione, dell'ente, ad ogni costo e faccio le cose tutte uguali, stupidamente uguali, noiosamente uguali. Ogni differenza deve avere una valida giusitificazione.

Insomma io non do un giudizio qui sui sistemi, ma sulla possibilità di passare da un sistema all'altro, garantendo le stesse funzionalità al minimo costo.

A te creare un elenco di attività per passare da un sistema ad un altro, e l'elenco dei costi.

Io ero si responsabile del software, ma applicativo, quindi dovevo garantire la vita delle aziende del gruppo.

A te la parola

Io e te abbiamo approcci opposti:

1. io sono per una gestione centralizzata delle risorse informatiche ed organizzative
2. tu sei per il fai da te

Se tu sei un esperto di software che lavora nel software, tu lavori nella gestione centralizzata, se tu sei un biblitocecario, tu fai il, bibliotecario, eventualmente con altre funzioni, ma non tocchi nè hardware, nè software, se non per necessità d'uso.

La versione di Linux, se usata , deve essere decisa dalla direzione centrale, gestita da esperti che si interfacceranno con il fornitore, aggiornata da esperti, ecc. L'assistenza che dici tu è per tecnici, non per utenti finali.

A livello locale ci può essere un User Liaison (interfaccia tra reparti tecnici ed utente finale)  che eventualmente, ma non in una singola biblioteca, aiuta i colleghi ad usare gli strumenti.

L'approccio anarchico crea confusione, lega la soluzione a chi la fa, quindi impedisce agli altri di usarla, fa perdere tempo a scapito della funzione principale, costa molto di più e va bene solo a casa propria, qui parliamo di un grande comune con 16000 dipendenti.

Io non capisco come le biblioteche facciano a se stanti, scelgano la versione di Linux o altro, modifichino il sistema operativo: questo è caos.

Tu lo puoi fare se hai tantissimo tempo a disposizione e poco da fare: allora meglio che tu abbia ufficialmente anche altre mansioni o tu cambi direttamente reparto.

In una società devono esserci delle regole comuni, delle strutture comuni efficienti, non il fai da te. Il fai da te porta solo caos.

Io ho capito che tu fremi a fare queste cose ma lavori in un reparto non tecnico e non capiscono come te lo permettano. Meglio sarebbe che tu dedicassi il tuo tempo al problema in un'altra area comunale.

Capisco come nel pubblico impiego funzioni poco  e niente: tanto tempo, poco da fare, anarchia: questa è la mia visione, ma magari mi sbaglio.

La mia visione del software è che deve servire a fare qualcosa e non a far giocare qualcuno.

Se Linux è aziendalmente uno standard, è mantenuto dall'azienda, bene, se è un giocattolo in mano di ogni persona appassionata è una minaccia, un costo, un danno.

Io parlo di azienda , tu parli di passione, io faccio un discorso professionale, tu amatoriale.

Se ogni reparto del Comune di Milano fa quello che vuole, è il momento di cambiare i dirigenti.

Per quanto riguarda il pubblico impiego, avente un tasso di assenteismo pari al 200% o forse il 400% del privato ed un'efficienza pari ad uno zombi, non sono io che parlo ma le statistiche.

Io ho capito che ti interessi a Linux all'interno di una biblioteca, quindi hai molto tempo libero nell'orario di lavoro, ma forse ho capito male.

In ogni caso e tu lo faccia per lavoro e tu lo faccia per passione, non è tuo compito, così credo, scegliere sistemi operativi e software applicativi, ma se mai suggerirli, non certo modificarli.

Sei capace di documentare un'applicazione, un cambiamento, e distribuirlo a tutta la struttura ??: Se si, forse dovresti lavorare in un altro reparto a te più consono, se no,  non toccare quello che hai perchè serve ai cittadini e tu vieni pagato per lavorare per i cittadini. Se vai via tu, chi è capace di metterci le mani ?? Nessuno. Allora non farlo.

Per quanto riguarda la mia esperienza diretta sul pubblico impiego, ho appena fatto i complimenti all'INPS per avermi risposto in una settimana ad un quesito, e mi lamento che in piazzale Accursio la gente rientri alle ASL alle 12 dalla porta di sicurezza e non dalla porta principale e alla ASL nel palazzo del Comune entri alle 15, 50 per uscire alle 16: il resto è filosofia.

Si, lo ammetto per me nel pubblico impiego, non lavorano in molti, lavorano poco e male e chi lavora è un eroe e dovrebbe ricevere congrui aumenti di stipendio, perchè mantiene viva la società.

Per questo motivo ti dico che in una azienda privata nessuno ti lascerebbe mettere le mani nel sofware senza un preciso compito, anche se sei un esperto.

Pe la libera espressione del pensiero sono d'accordo, ma a casa tua con i soldi tuoi, non nel comune con i soldi miei. 

La libertà di parola e di pensiero vale per tutti, indiscutibile, e questo arricchisce il paese.

Per la produttività del pubblico impiego, ahimè, sono in profondo disaccordo, prova a vedere qui:

http://www.palermoreport.it/notizie/piu-produttivita-nel-pubblico-impiego-distinguiamo-chi-lavora-e-chi-no

Chi lavora va premiato chi non lavora va lincenziato a partire dai dirigenti, chi sta a casa in malattia e non è malato, va licenziato.

Linux non lo metto in discussione come piattaforma tecnologica, ma come supporto, sì.

Non metto in discussione neanche la sua diffusione, ma la sua standardizzazione, sì.

Io discuto che si possa passare semplicemente da una piattaforma all'altra, senza preparazione.

Io discuto che tutti in una pubblica amministrazione possano scegliere piattaforme e modificare software senza l'avvallo di una istituzione centrale, neanche nelle biblioteche.

Io affermo che serve lo studio dell'esistente, la pianificazione operativa e finanziaria per fare qualsiasi cambiamento, non può esser fatto a livello tecnico o di suggestione.

... anzi, questo sta diventando un argomento serio sulle problematiche Italiane.

Oggi mi ha telefonato un impiegato dell'INPS per comunicarmi qualcosa, ma l'ho preceduto dicendogli che mi avevano risposto velocemente ed avevano risolto il problema (sempre creato dall'INPS): servizio efficiente per un problema serio. Questo è lo stato che mi piace.

Linux è un pretesto, ma potrebbe essere adottato dalle PA (c'è una legge di qualche anno fa a tal proposito), e deve essere affrontato organizzativamente. Alla fine l'applicativo (sw) decide se passare o meno. Lo stato ha bisogno di soluzioni, non di istruzioni del computer.

Se la soluzione ottimale fosse il pallottolliere, pallottoliere per tutto, ma il problema deve essere risolto presto e bene.

Mi piacerebbe che ci fosse una soluzione italiana, ma l'abbiamo persa nel 1960: se manca la spinta emotiva, se manca il sogno, tutto muore. Il sogno italiano morì.

L'Elea è stato un calcolatore mainframe sviluppato dall'Olivetti nella seconda metà degli anni cinquanta, la cui terza generazione, denominata 9003, era interamente realizzata con transistor ad altissime prestazioni. Fu concepito, progettato e sviluppato da un piccolo gruppo di giovani ricercatori guidati da Mario Tchou.

Fu commercializzato alcuni mesi dopo l'uscita del concorrente 2002 della Siemens, che utilizzava però ancora alcune valvole, e vari mesi prima del lancio del 7090, il primo computer IBM interamente a transistor.

L'acronimo ELEA stava per ELaboratore Elettronico Aritmetico (successivamente modificato in Automatico per ragioni di marketing) e fu scelto con riferimento alla polis di Elea, colonia della Magna Grecia, sede della scuola eleatica di filosofia^[1].

Per una decina d'anni si potrebbe tranquillamente contuinuare ad usare XP, tanto gli applicativi si possono scegliere tra quelli oper source e nulla centrano con microsoft.

Se poi il dirigente di turno, per qualche strano motivo, vuole passare all'ultima versione di office non più compatibile con XP allora il discorso è un altro.

Tra l'atro in passato vidi che il sistema operativo di apparecchi come i distributori di biglietti ATM era Windows 2000.

In quei casi si potrebbe benissimo usare linux visto che l'interfaccia utente è fatta su misura.

I problemi sono:

• know how aziendale e supporto;
• software applicativo a disposizione su Linux uguale e compatibile a quello su MS;
• costo di migrazione e mantenimento nelle due ipotesi.

Se il sistema operativo costa poco, ma non posso garantire le stesse funzionalità, il gioco non vale la candela, costa di meno rimanere dove si è con il personale addestrato sul presente.