11 anni fa
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Apro questa discussione su un argomento non di stringente emergenza ma comunque attuale, un potenziale problema per il futuro della città e dell'intera nazione poichè riguarda la scuola e la formazione dei ragazzi che domani avranno la responsabilità di governare, produrre, innovare, mantenere, ecc..

Da recenti notizie riportate da quotidiani e telegiornali pare infatti che le iscrizioni ai licei classici siano in calo.

Milano conta numerosi licei classici, alcuni dei quali con una storia importante alle spalle, e un calo delle iscrizioni porta con sè due considerazioni sulla causa e sugli effetti.

Cause:

L'analisi dei vari quotidiani che hanno condotto l'inchiesta puntano il dito sulla "convenienza" di studiare materie classiche come greco e latino rispetto a lingue emergenti e più utili professionalmente come il cinese o l'arabo.

Da queste analisi risulta quindi giustificabile il crescente disinteresse per la formazione classica, specchio di una situazione in cui il mondo del lavoro punta tutto sulla ricerca e le competenze tecniche specifiche.

Io però credo sia giusto sottolineare l'importanza degli studi classici e come questi siano fondamentali per mantenere un livello culturale e sociale elevato, specialmente in Italia.

Facciamo un piccolo viaggio indietro nel tempo...

Qualche migliaio di anni fa, quando non c'era la tecnologia e i soldi non avevano il valore che hanno oggi le popolazioni più progredite fecero un'inestimabile scoperta: la bellezza.

Qualsiasi cosa, oltre che funzionale, poteva essere anche bella (e di solito le cose belle funzionano anche bene).

Nacquero quindi materie come la filosofia (che ricerca la bellezza nel pensiero) la matematica, l'architettura, ecc. ovvero materie che non si limitavano a insegnare un principio pratico ma anche la bellezza della simmetria della verità, della semplicità...

Personalmente non ho studiato né greco né latino ma credo che siano lingue complesse, quasi esagerate per il parlare comune, ma che racchiudano una ricerca della perfezione e della bellezza anche nel linguaggio.

Gli antichi romani, affascinati dalla cultura ellenica, fecero propria questa scoperta, realizzando monumenti, opere d'arte, scritti, manufatti e altre meraviglie in grado di trasmettere un concetto di bellezza solo a guardarle.

Tale bellezza, accumulata nei secoli, ha permesso agli italiani, anche quelli che poco avevano studiato, di essere costantemente a contatto con la bellezza e imparare a riconoscerla.

Ecco che allora in tutto il mondo viene scoperto e ammirato lo stile italiano: dalle auto ai vestiti passando per il cibo, ciò che è nato dalla tradizione e dalla cultura italiana è sempre stato più bello e apprezzato ovunque.

Una formazione classica significa innanzitutto entrare in contatto con opere di letteratura, arte visiva, linguaggi impregnati di questa staordinaria essenza, per poterla riconoscere ed imparare a valorizzarla, perché qualsiasi cosa si faccia, oltre che funzionale, sia anche bella.

Un calo delle iscrizioni ai licei classici quindi significa principalmente in crescente disinteresse per la nostra cultura e per le cose belle: i giovani vivono immersi in un mondo dominato dal brutto, dai soldi e dal concetto del guadagno massimo.

Se una volta un architetto/ingegnere apirava a realizzare opere di maestosa bellezza, oggi si punta ad usare meno materiale possibile, per contenere i costi, e spacciando ardite stranezze per opere di design innovativo.

Mentre all'estero si ricerca il genio italiano, la società contemporanea in italia snobba l'importanza di fare le cose belle e Milano non si sottrae con le sue squallide periferie.

A livello lavorativo manca totalmente il concetto di bellezza e non è prevista (neppure in ambito pubblico) una figura professionale che dia una valutazione "estetica" ai vari progetti da realizzare.

Il lavoro non gira più attorno alla capacità di realizzare cose belle.

I licei stessi lavorano poco su questo fattore: il rilancio della bellezza, saperla riconoscere, saperla aggiungere a ciò che si fa... si sono visti tanti governi tecnici in questo periodo e purtroppo hanno fallito forse proprio perchè nelle loro intenzioni non hanno lasciato spazio alla bellezza.

Effetti:

Un futuro senza bellezza è un futuro "cinese" sempre più dominato da rigide regole sociali dettate dalla finanza che ha in mente solo il profitto.

Un mondo di cose che funzionano perfettamente ma non danno nulls più di ciò che serve, non insegnano nulla al solo guardarle, non ti arricchiscono, non ti danno nessuno stimolo per migliorare se stessi e ciò che ci circonda.

Gli spazi virtuali del computer saranno riprodotti nella realtà già corredati di abbellimenti standard copiati da quelli antichi, o realizzati dai pochi che rimarranno in grado di crearne di nuovi, ma difficilmente saranno italiani.

Come per gli antichi greci, scopritori della bellezza tramandata ai romani, e che hanno poi dimenticato tali fasti, anche noi italiani se non puntiamo decisamente sull'arte e la bellezza classica, passeremo il testimone a qualcun'altro (lo stiamo già facendo) perdendo quella capacità che ci ha reso famosi in tutto il mondo. 

Quindi invito gli amministratori cittadini a rilanciare il valore della bellezza e dello stile italiano su tutto il territorio, costruendo con un diverso criterio, inserendo figure professionali che abbiano adeguata preparazione, rilanciando gli studi classici attraverso la pianificazione di nuovi sbocchi professionali.

avatar Jacopo Sacerdote 11 anni fa
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Bel messaggio, purtroppo molto vero e molto triste. Grazie.