In primavera al via i lavori per la ciclabile Duomo-Sempione

Sarebbe interessante una mappa con il percorso esatto... e magari con le parti della pista in sede protetta a differenza di quelli solo segnati a terra. E' possibile pubblicarla? grazie

Caro Ivan,
non ho il piano dettagliato, citerò gli Assessori Rozza e Maran (per segnalare loro la tua richiesta)...

Oliverio

La Napoli-Portici non serviva solo per andare alla residenza estiva dei Borboni, ma era il primo tratto di quella che è poi diventata la Napoli-Salerno-Reggio Calabria, che è tuttora la direttrice principale della rete ferroviaria (e stradale) del sud Italia.

Analogamente la Milano-Monza (villa Reale) era il primo tratto di quella che è poi diventata la Milano-Como-Chiasso-Gottardo. La Torino-Moncalieri è diventata il primo tratto della Torino-Genova.

Nessun regnante italiano di allora si era sognato di farsi ferrovie "ad personam" per un capriccio. Ciascuno degli stati preunitari aveva, fin dall'inizio, un piano complessivo di rete ferroviaria, e cominciò ad attivare i primi tratti già tenendo conto delle direttrici e delle priorità contenute in quei piani. Lo scopo di questi primi brevi tratti che andavano dalla capitale di stato ad una residenza reale suburbana, realizzati con le limitate risorse inizialmente disponibili, era di attirare nuovi capitali (in genere stranieri) facendo visitare ai possibili investitori quanto già realizzato e di convincere la gente ad usare il treno, che molti ritenevano ancora un mezzo insicuro, usando la famiglia reale come "testimonial".

Avendo partecipato direttamente alla progettazione della pista ciclabile in questione posso garantire che nemmeno questo progetto è frutto del capriccio di qualche "principe". Non solo, infatti, il progetto si inserisce in una più ampia rete di itinerari ciclabili programmata che si spera di poter realizzare prima possibile, ma esso stesso costituisce già di per sè una rete "locale" di piste ciclabili in sede riservata e protetta. Questa rete è inoltre connessa a itinerari già esistenti, come quello della Martesana o quella della Cerchia dei Navigli e le l'aree pedonale di via Dante e del tratto meridionale di Corso Sempione.

Cordiali saluti

Lucilio Cogato

Ciao Oliverio, puoi risegnalare ai gentili assessori Rozza e Maran. Se ci danno dei ragguagli sul come una pista ciclabile possa costare 1,4 milioni al km? (7 milioni / 5 km)
Inoltre, io, ed altri cittadini vorremmo vedere il progetto cosa comprende. Perchè, da un lato si parla di asfaltare perchè non ci sono soldi e poi si spendono 7 milioni per una ciclabile?
Quando, in un anno, se ne spendono 30 per asfaltare le strade. Mi pare ci sia qualcosa che non torna. grazie mille in anticipo a tutti

In Consiglio di Zona abbiamo approfondito il progetto in più di un'occasione, ci abbiamo lavorato su tanto e Cogato ricorderà diversi incontri in cui abbiamo chiesto modifiche e dato suggerimenti.

E' importante un dato, comunque: questo progetto risale a diversi anni fa (giunta Moratti) ed è stato portato avanti grazie a fondi comunitari, stanziati unicamente per questo progetto e non per altri (ossia non sono soldi in mano al Comune che può usarli per altri interventi).

L'intervento prevede percorsi protetti, che correranno - a grandi linee - lungo piazza Castello e Largo Cairoli, connettendosi ad altri rami ciclabili già esistenti o in via di realizzazione (cerchia dei Navigli, San Marco, Legnano), proseguendo verso via Pagano e diramandosi attraverso tanti diversi interventi di riqualificazione puntuale, ad esempio su Largo Callas, Legnano-Marengo, Milton, Cadorna. Abbiamo cercato di far sì che questo intervento in favore della ciclabilità fosse anche un intervento utile per evitare comportamenti sbagliati (in particolare diversi episodi di sosta selvaggia, ad esempio) e per migliorare la qualità urbana, sfruttando finalmente una potenzialità finanziaria che altrimenti non sarebbe mai stata disponibile.

In attesa, e sono convinto vana, che compaia almeno un metro di percorso davvero ciclabile utilizabile tra duomo (fontana) e castello, come da titolo argomento, leggevo qualche post più datato.

Mi ha colpito questa frase di Stefano D'Onofrio al termine di una descrizione peraltro condivisibile in linea generale: 

"Abbiamo cercato di far sì che questo intervento in favore della ciclabilità fosse anche un intervento utile per evitare comportamenti sbagliati (in particolare diversi episodi di sosta selvaggia, ad esempio) e per migliorare la qualità urbana, sfruttando finalmente una potenzialità finanziaria che altrimenti non sarebbe mai stata disponibile"

La domanda è questa: è necessario avere uno stanziamento di 5-7 milioni che siano per punire chi sosta abusivamente ? Perchè il problema di questa zona è che nessuno multa !! Invece di spendere non sarebbe meglio prendere da questi abusatori del parco e degli spazi pubblici peralltro in zona C non destinati alla sosta martellandoli a dovere fino a che non la piantano di abusare piazzando le loro sgraditissime latte in spazi di tutti ed anche verdi usando la nostra vigilanza che già è stipendiata per agire in questa direzione quindi a costi zero ed anzi molti incassi garantiti ? Sono anni che questa sosta selvaggia è tacitamente approvata ai danni del residente che viene assillato e ricoperto di veti a partire dall'accesso fino alla sosta per e sotto casa propria. E' una VERGOGNA !

Andrà a finire, e vedo bene già lo scenario, che avremo speso un sacco di soldi, la ciclabile la potranno usare solo i ciclopedoni e le nonnine, sempre che la useranno, e le soste abusive continueranno impunite.

Non pare proprio la direzione giusta. Dove sbaglio ?

Grazie per la risposta e precisazione,

in effetti il mio riferimento è quello ma anche la situazione in XX settembre e tanti altri luoghi, dove nonostante la ciclabile presente da anni le auto sono sempre lì impunite. Per quanto riguarda il tratto duomo castello vorrei ricordare che esso era aperto al traffico, ed in bici si passava bene, ed anche ora la presenza di auto e furgoni è piuttosto costante, ed ulteriormente fastidiosa per il ciclista. Se il lavoro di pedonalizzazione, a suo tempo ma anche con un nuovo progetto, avesse lasciato una carregiata pur chiusa al traffico e stretta, tipo corso Garibaldi, la ciclabilità sarebbe stata decisamente favorita, i pedoni più sicuri su due grandi marciapiedi e probabilmente anche l'estetica ne avrebbe giovato. Ora è un caos totale ed il luogo non è attrattivo.

Credo sia quindi inopportuno il parlare di ciclabile duomo-sempione allora, perchè non esiste ne esisterà. Si parli del giretto turistico del castello, che peraltro si poteva già fare sui vialetti interni al parco, a spesa zero.

Il discorso ritorna al concetto della città ciclabile, vista come fruibile da questo mezzo alternativo per muoversi in modo appena efficiente durante i bisogni di mobilità quotidiana per lavoro, Se non si creano percorsi dedicati ed esclusivi Milano non sarà mai ciclabile come in effetti ad oggi non lo è.

Forse quindi converrebbe abbandonare l'idea di renderla ciclabile perchè le bici non sono ben viste  quindi, invece di passare per il centro, debbono percorrere la circonvallazione interna esattamente come le macchine respirando le loro esalazioni, ma anche lì la ciclabile è drammaticamente incompleta.

Le città ciclabili non sono così, si passa ovunque, veloci, sicuri, senza pedoni e se esiste una zona solo pedonabile è perchè c'è l'alternativa per la bici poco distante.

Ritorno sul discorso di prima, spendiamo 5-7 milioni per nulla, tanto valeva lasciarli andare sui marciapiedi i ciclopedoni esattamente come in Dante od Orefici. Tra l'altro, grazie ai tram, percorsi come Meravigli e Magenta non sono percorribili senza rischi troppo elevati, buche e probabilissime rovinose cadute.

Anche in viale Tunisia la ciclabile presente è inutilizzabile da parte di un ciclista, il rifacimento della darsena non contiene alcun percorso ciclabile esclusivo.

Conviene davvero dimenticare la parola Milano Ciclabile  perchè la volontà è differente, le potremo godere solo andando a Copenaghen od all'estero, pazienza, Ma è la realtà della situazione che parla da sola ed è un peccato tremendo, ma ci siamo abituati da sempre e quindi o moto o macchina per lavorare.

La speranza è l'ultima a morire .. chissà un giorno ?

Beh abito anch'io nella stessa zona ovvero al confine del parco. Le zone più belle di Milano fuori di alcun dubbio. Ho provato, raramente, a percorrere quella ciclabile ma è impraticabile. Ci sono pedoni costantemente in mezzo, o bambini, passeggini gente che fa running. Impraticabile, sporca, vetri foglie ... Inoltre la stessa appena arriva all'arco finisce nel nulla + totale. Poi se devi andare verso il centro non ne esiste traccia di continuità. Sono stato proprio l'altra sera al ristorante argentino probabilmente vicino a casa tua, e sono arrivato in bici. Un vero incubo la strada .. (arrivavo da zona duomo) 

Non essendoci quindi un percorso adeguato passo regolarmente sulla strada nettamente più sicura. Da quando è stata chiusa piazza castello questo passaggio è impedito e comunque si interseca con pedoni in modo inacettabile.

Se in Olanda o Danimarca un pedone osa mettere piede su una ciclabile per prima cosa non ci riesce perchè verrebbe investito/insultato subito e quindi deve fuggire il più velocemente possibile e stessa cosa vale per un auto che solo osasse calpestarla, vengono prese a calci ed a pugni. Provatele se vi capita,

Quelle sono ciclabili ed i suoi utenti ciclisti. Quelle sono città dove la mobilità ciclistica è fattibile, veloce ed efficiente in adeguata sicurezza. Se solo un ciclopedone fosse sulla ciclabile gli passerebbe la voglia di pedalare senza imparare prima adeguatamente.

Qua in Italia, nazione del ciclismo, la stramaggioranza della popolazione non ha neppure idea di cosa voglia dire pedalare appena sul serio, ma fortunatamente la tendenza sta lentissimamente cambiando, pur ostacolata da chi progetta la viabilità che ignora l'esistenza del ciclista e da automobilisti che oltre a non sapere andare in bici neppure sanno guidare la macchina.

A Londra, città fenomenale, hanno fatto una scelta meravigliosa, che da noi sarebbe vista malissimo. Tale scelta prevede uno spazio per le bici al semaforo davanti alla linea di fermata delle auto. Queste sono nazioni civili. Ovviamente chi le usa non è il nostro ciclopedone ma sono urban bikers. Qua vi immaginate a mettere le bici davanti ai semafori con le auto che non vedrebbero l'ora di stirarli tutti e subito ? E' come sperare che a Napoli qualcuno butti la monnezza in modo corretto. Siamo inidietro come un paese del terzo mondo ma il primo a non portarci verso la "luce" e il nostro governo, le nostre amministrazioni locali e con questo non voglio dire che non ci sia nessuno che la veda giusta ma che non c'è nessuno che possa farla giusta perchè la media è ferma all'età della preistoria.

Eppure questa è una citta che mette la bici davanti e non dietro in fondo a tutti, pedoni inclusi, come da noi.

O si attua un cambio culturale vero e non a parole oppure è completamente inutile fare le cose che si stanno facendo ora. Se io salissi a 35 km/h sulla "ciclabile" di viale Tunisia minimo mi schianterei con qualche pedone, gli incroci non sarebbero percorribili in velocità e che ciclabile è allora ?

Si sta sulla strada, superando le auto, è pace. Ma intanto il comune ha gettato nostri denari per il nulla, anzi per fare l'opposto dell'interesse di chi si muove davvero in bici.

Sono esagerato ? No non credo proprio. La risposta viene data dalla quantità di bici che non usa ne userà mai le nostre "strutture" dedicate attuali che versano in stato di abbandono. Ma quanti anni dovranno ancora passare prima che questo semplice concetto venga assimilato ?

La pista ciclabile "protetta"  o considerata tale nei progetti attuali non è utilizzabile dai ciclisti ne per una vera mobilità alternativa.

La migliore pista ciclabile attualmente presente a Milano è quella disegnata sulla cinconvallazione interna, almeno dove non è stata cancellata e dove, vedi via carducci, alcuni hanno inserito delle protezioni. Figurati che naturalmente è anche quella indicata dai più come la meno adatta.  Proprio un mondo strano che ragiona alla rovescia.

E' ora di utilizzare progettisti ciclisti (non ciclopedoni) perchè altrimenti non è possibile avere idea delle reali necessità legate all'uso quotidiano del "fragile" mezzo, ma poi detto progettista deve anche poter lavorare e non essere continuamente ostacolato/modificato per poi giungere a progetti abortiti.

Io l'ho già detto più volte, vedremo in quanti useranno la ciclabile ora in costruzione al Castello .. da quel poco che ho visto io di sicuro non la userò. Si spera almeno che non ci venga negato l'uso della strada.

Pare che circa un milione di euro sarà speso nella riqualificazione (e pedonalizzazione parziale?) di Via Orefici per snellire l'imbuto di via dei mercanti.

Buonasera gent.mo sig. Lucillo Cogato,

grazie per le citzioni storiche, grazie per la seconda risposta maggiormente esplicativa del progetto.
La nostra domanda nasce dal fatto, che da un lato si toglie il pavè perchè costoso e dall'altro si fa una pista ciclabile con costo al km di oltre 1 milione di euro (che sembrano tanti, ma magari se nel progetto c'è dentro di tutto, possono essere pochi)
Alla fine, però l'importo sono sempre 7 milioni (e sono sempre tanti)
Comunque, sarebbe utile che gli assessori o chi per loro ci rispondano a quanto segue:
- quanto si spende all'anno per riasfaltare le strade (possibile che sia "solo" 30 milioni di euro? in confronto ai 7 della pista ciclabile sarebbe un'inezia)
- quanto si spende all'anno per sistemare il pavè (non gli interventi a spot per maselli fuori sede)
Visto che si citano i costi delle ciclabili straniere, allora si tenga conto che le ciclabili all'estero le fanno su pavimentanzioni in pietra.

Quindi, vorrei sapere se questo progetto prevede rimozione e/o asfaltatura di: pavè, ciotolato, porfido, etc.
E vorrei saperlo prima che venga fatto, perchè nelle città del nord europa, i cittadini sono a conoscenza degli interventi prima che verranno fatti

Altra cosa, se c'è un progetto approvato, ci deve pur essere una presentazione semplificata ed esplicativa dello stesso accessibile da subito

Non ci interessa il capitolato con relativi computi metrici. Basta vedere il percorso esatto su cartina, il riassuntivo dei vari interventi previsti (demolizione, rimozione, costruzione), etc, etc.

Grazie mille

Ivan

P.S.

ho letto solo ora il suo profilo ed ho scoperto che è la persona giusta per difendere il pavé : )

Lavora all'Ufficio Tecnico del Comune di Milano :) e sul suo profilo dichiara:

Mi interessa la storia (il pavè è storia), l'economia (il pavè dura secoli), la tecnologia, l'arte (il pavè è arte) e, in genere, tutto ciò che è umano (il pavè stato scolpito da umani).

Amo gli alberi, i fiori, i parchi, i boschi, la campagna, la collina, la montagna (da cui proviene il pavé) e le città ben costruite (il pavè è duraturo) ed organizzate.

Ho una particolare passione i lavori fatti bene, dal grande artista come dallo sconosciuto artigiano.

Mi piacciono sopratutto le cose fatte per durare (secoli come il pavé), come il mio piano del 1890 che ho pagato molto poco e suona ancora molto bene (anche il pavé rapportato alla durata costa molto poco e fa il suo mestiero bene).

Quindi, ci aiuti a tutelare il pavé e le altre pavimentazioni lapidee www.facebook.com/noasfaltoit

Dato che lavora in Comune, visto che siamo su una piattaforma partecipativa (non un semplice blog), ci alleghi la documentazione del progetto (in basso in fondo ai messaggi ci sono i pulsanti per allegare file) oppure ci indichi orari e luogo di dove poter ottenere tali documentazioni.

Ovviamente, non pretendo che mi risponda fuori orario d'ufficio

grazie mille

Gentile sig. Cogato,

La ringrazio per la risposta dettagliata. Sono lieto di leggere che le pavimentazioni lapidee rimarranno intatte ed addirittura in alcun punti sostituiranno l'asfalto.
Mi sembra, interessante e di pregio, sia la pavimentazioni in pietrischetto, sia il macadam/calcestre, rispetto all'asfalto.
La pavimentazione in via Beltrami è già decisa?
Mi fa piacere che lei concordi sui molti valori delle pavimentazion in pietra (che oltre a non scaldare, non può nemmeno ghiacciare e creparsi a causa di micro fessurazioni e relative micro infiltrazioni)
Concordo con lei sulle osservazioni tecniche, ma non capisco come mai questa giunta abbia rimosso pavimentazioni lapidee (Piazzale Baracca, Via Aurelio Saffi; Via Galvani, Via Monte Grappa, ed alcune di cui non sarò al corrente)
Da parte mia, non pretendo la posa di nuove pavimentazioni. Bensì, che le esistenti, proprio perchè di pregio ed economiche sul lungo termine, non vengano rimosse.
Per quanto riguarda i veicoli pesanti, mi risulta che le pavimentazioni in pietra se posate correttamente e manuntenute, non abbiamo problemi di durata e deterioramento (le allego una scheda che ho reperito in internet)
Mi può dire in che ufficio chiedere:
- costi annuali e per km/quadrato manutenzione strade in asfalto ed in pietra
- elenco delle vie che hanno subito interventi di rimozione
- elenco degli eventuali interventi programmati su pavimentazioni in pietra
- come si fa a sapere quando il progetto della pista ciclabile sarà visibile?

Cordialmente,
Ivan Salvagno

Un caro saluto.

La primavera è alle porte, il progetto attesissimo non pare sia ancora disponibile. Da un lato questo percorso ciclabile è fondamentale per la soluzione dei problemi attuali legati alla ciclabilità, ma dall'altro ho il terribile presentimento che lo stesso non verrà realizzato con le caratteristiche necessarie ad un percorso realmente adatto alle bici. Il mio dubbio è confermato da quanto già esiste, che è inutilizzabile per una vera circolazione su due ruote a modello Copenaghen giusto per dare un'indicazione.

Avete chiesto pareri ad architetti ciclisti (per davvero ciclisti) con esperienza nella realizzazione, nei particolari tecnici, di piste ciclabili efficienti e non pericolose ? 

Ho visto, con molto piacere, che è stato fatto un "test" (peraltro ci sono volute settimane) in XX settembre, percorso di 40 metri circa. Ebbene mentre il risultato estetico è molto buono quello funzionale no. Ci sono errori clamorosi che lo rendono inadatto alla circolazione in bici da parte di ciclisti, ed anche pericoloso. Difatti chi passa preferisce di gran lunga usare il controviale.

Quindi rimango preoccupato, temo infatti che tale realizzazione venga sprecata ed i ciclisti, come accade ora sulle tratte già teoricamente funzionanti, non potranno usare quei percorsi costretti ad stare in strada come ora mentre sulle "ciclabili" ci saranno i passeggini e le signore con il carrellino della spesa ed il cagnolino con il guinzaglio allungabile oltre a pedoni vari.

Io sono sia architetto che ciclista, sufficientemente esperto. Conosco benissimo la zona essendo residente lì e se volete un confronto del tutto disinteressato, da parte di un potenziale utente, prima di dare il via ai lavori, mi rendo volentieri disponibile nel senso rappresentato da partecipaMi.

Gentile Cogato, se i progetti sono pubblici e non costa nulla, puo' fare una scansione elettronica di questi documenti (se non sono già in formato elettronico) e postarli su questo thread?

Perchè non tutti hanno modo di prendersi mezza giornata di ferie x visionare i progetti comuni, purtroppo (dico purtroppo perchè a me piacerebbe, ma avendo la fortuna di lavorare, non posso).

Sarebbe un modo molto utile di valorizzare lo spirito di partecipaMi, peraltro..

Gentile sig. Lucillo Cogato,
la ringrazio per i suoi interventi su partecipaMi. Vedrò di trovare il tempo per passare con qualche cittadino per parlare con lei della rimozione del pavé e dei mancanti interventi di sistemazione che stanno portando alla distruzione di una pavimentazione storica e pregiata.
Inoltre, a breve partiranno dei lavori di "riqualificazione" su piazza XXIV Maggio, Alzaia Naviglio Grande e vie limitrofe dove secondo me ed altri vorremmo segnalarvi alcuni appunti.
Chissà mai che tramite la sua figura, grazie alla sua disponibilità al dialogo, non si riesca a costruire un pò di sana partecipazione e magari accogliere qualche proposta.

Cordiali saluti

Mi scuso per il ritardo ma ho potuto leggere solo ora la risposta e sono colpito favorevolmente dalla disponibilità.

Per quanto riguarda la pubblicazione del progetto intendevo su queste pagine, perchè mi sembrava fosse stato annunciato così. Immagino che tutti i progetti siano consultabili in via Pirelli ma non è proprio la stessa cosa. Il mio campo lavorativo si è allontanato dalla progettazione da diversi anni.

La mia esperienza è ferrata come utilizzatore, non come progettista non ho mai ralizzato nulla del genere anche se la preparazione scolastica e di esperienza personale non mi trova incompetente, ed è dal punto di vista dell'utilizzatore che ho manifestato le mie preoccupazioni (e spero davvero che siano cancellate da questo progetto che non conosco nei dettagli).  Mai avuto neppure l'occasione, se non ai banchi universitari, di occuparmi di progettazioni a destinatione pubblica.

Preocupazioni dettate dal fatto che le attuali "piste" ciclabili in città non sono utilizzabili da un ciclista e sembrano realizzate da chi non sa che cosa voglia dire usare la bici o ne ha una visione molto limitata.

Non ho idea di chi abbia realizzato quella di XX settembre, ho più idea di quale/i amministrazione/i non provvede a multare le auto in sosta sulla stessa ma questo è altro discorso. Il riferimento su XX settembre riguarda quel tratto appena realizzato di fronte alla villa di berlusconi, ecco così non va bene. Gradini, restringimenti, gimkane .. un disastro si passa nel controviale e si fa prima, meglio e con maggior sicurezza. Vedendo questo tratto mi sono preoccupato, di positivo l'estetica e il blocco della sosta alle auto.

Che caratteristiche dovrebbe avere una ciclabile per essere davvero ciclabile ? Per prima cosa essere sufficientemente larga ed ad un solo senso di marcia, direi non meno di 2 metri. Per secondo luogo non utilizzabile da pedoni o peggio in condivisione con gli stessi. Una ciclabile deve essere liscia, non avere dislivelli positivi ai suoi bordi, il gradinetto in granito anche consistente (pericolosissimo) è molto diffuso nelle progettazioni nostrane, un errore pericoloso confuso con una strana parola "pista protetta" non lo è anzi il contrario.

Una ciclabile deve pensare che il ciclista debba subire meno rallentamenti possibili, gimkane, attaversamenti strani delle intersecazioni, una ciclabile deve trovarsi prevalentemente adiacente al piano stradale e non avere una delimitazione con lo stesso che vada al di là di una riga dipinta o di un lieve dislivello, in negativo. Una ciclabile deve avere precedenza sulle altre vie di mobilità, per quanto possibile. La ciclabile migliore dovrebbe occupare lo spazio ora usato dalle auto in sosta, che dovrebbero essere trasferite in box interrati.

Un chiaro esempio di questo tipo di realizzazione l'ho trovato nella città di Copenaghen, ma ottime ciclabili, anche sulle statali, le ho provate in Francia ed in Svizzera e poi nella stessa Amsterdam. Negli Stati Unti non ho avuto riscontri positivi di questo genere, probabilmente sono molto in ritardo anche là. Anche Berlino ha degli interessanti spazi per le bici, ma le sue vie sono talmente enormi che non risulta sistema paragonabile a Milano.

Quello che differenzia sostanzialmente la ciclabile nostrana con quella danese, giusto per confrontare una delle migliori, è la velocità prevista del mezzo sulle due ruote. In danimarca se usi la bici sotto i 20 km/h ti stira perfino la nonnetta. Da noi semplicemente non puoi andarci a 20, e quindi, come fanno in moltissimi ciclisti, le bici stanno in strada e non su ciclabili inutilizzabili, almeno la velocità della 2 ruote è più in sintonia nella sede stradale che non su quella teoricamente "ciclabile".

Tanto è vero che in danimarca sulle ciclabili ci vanno anche i ciclomotori. Queste sono ciclabili. Che trovano agli incroci precedenze sul resto del traffico e la corsa a propulsione umana viene interrotta o rallentata il meno possibile e si va, si arriva veloci ovunque. Qua le ciclabli funzionano, questo è l'esempio da copiare, ma si può anche migliorare.

Per quanto riguarda il progetto credo sia cosa gradita a tutti poterne vedere una bozza definitiva pubblicata da qualche parte in rete, anche sul sito del comune ad esempio. Quel rendering attuale lascia solo molti dubbi.

Grazie e buon lavoro.

Mille grazie della risposta, ritengo che i confronti siano sempre costruttivi. Io siceramente ricordo, e sono stato proprio a luglio scorso a copenaghen e giravo solo in bici, che il gradino esisteva ma in negativo, intendo verso il basso non verso l'alto e di pochisimi centimetri, sinceramente non ho misurato :-)

Allora al di là di cosa fanno gli uni o gli altri motivo la mia opinione:

se una cilabile ha dei gradini positivi (come quelli in foto delle milanesi) nasce un immediato pericolo per il ciclista, e non da poco. Infatti se per qualsiasi motivo, attraversamento di un pedone, di un cane o sorpasso di altro ciclista, bisogna fare uno scarto (e capita molto ma molto spesso) se si finisce con la ruota contro quel gradino di 6 cm si vola rovinosamente a terra, probabilmente battendo anche la testa. o comunque facendosi molto male. Se il rillievo fosse, al contrario, semplicemente si scende dallo stesso e non si cade. poi per risalire si farà la dovuta attenzione. Quello di Copenaghen sarà stato di 3 cm credo e si risale con una certa facilità. Tra l'altro questo gradino è presente solamente quando la ciclabile è sulla sede stradale, altrimenti è liscia e basta, ed il gradinetto è solo verso il lato della strada dedicata ad auto e bus, ove ovviamente è vietata la sosta.

Le nostre ciclabili sono troppo alte rispetto la sede stradale, agli incroci i dislivelli sono eccessivi e spesso davvero da mountain bike che richiedono di rallentare se non di fermarsi anche se non sarebbe necessario per la viabilità, magari ogni 20 metri .. Una ciclabile per essere tale deve essere al piano stradale o quasi. E' proprio il concetto di pista proteta che sortisce il risultato opposto, ovvero è molto più pericolosa protetta alla milanese che non la strada normale. E questo lo dico per esperienza diretta di anni ed anni.

ll doppio senso: allora se la ciclabile è così stretta come quella della foto il doppio senso è di un pericoloso intollerabile, dovrebbe essere di 3-4 metri per essere doppia e poi ancora.

Ho avuto un bruttissimo inciente su una ciclabile doppia appena ai confini milanesi, vicino a monza nuova di pacca.  Ciclabile delle stesse dimensioni di quella della foto.

Ebbene scendevo della mia corsia di destra in un tratto lievemente in discesa, sarò andato a 20 km/h, una velocità molto moderata  proprio perchè la visibilità era ostacolata. La ciclabile era molto rialzata dal piano stradale a fianco e non consentiva vie di fuga (vedi sopra) mentre dall'altra c'era un muro. Il gradino era molto alto credo più di 20 cm e anche doppio. Affrontata la discesa, era in curva abbastanza ampia ma con visibilità per 30 mt circa, mi ritrovo due placide signore menefreghiste con il cestino, piuttosto corpulente, che occupavano TUTTA la ciclabile larga esattamente come quella della foto e come loro.

Ho segnalato il mio arrivo con discreto anticipo, tentato di frenare, ma la bici non ha l'abs e le ruote sono strette scivolava e basta sulla superfice liscissima della stessa ed in discesa, le due sembrava avessero capito di lasciarmi il passo, ma erano invece talmente svampite prima mi avevano lasciato un passaggio in mezzo al loro due ma appena ho tentato di infilarmi quella che occupava la mia corsia si sposta di colpo verso la compagna chiudendomi il pasaggio. La botta è stata pazzesca. Grazie alla mia esperienza sono incredibilmente rimasto in piedi ma l'altra è finita rovinosamente a terra (colpa tutta sua). L'ho aiutata a rialzarsi, si è scusata ed ha ripreso acciaccata la sua strada. Ci è andata bene, io avevo il casco lei il cestino e cavalvava una specie di cancello.

Insomma tutto questo racconto per spiegare che io su una ciclabile a doppio senso non ci salgo più neppure pagato, e li era anche scelta obbligata perchè la strada era vietata alle bici, bella roba, ma non solo che una simile ciclabile rappresenza un pericolosità inacettabile.

Non si possono fare ciclabili così, meglio l'autostrada piuttosto. A questo mi riferisco con la mia preoccupazione, se si progettano "ciclabili" per inesperti, imbranati, mezzi pedoni e disattenti chi va in bici capace, allenato e tutti i giorni, come chiunque in danimarca ad esempio, su quella ciclabile non ci sale ed alla fine verrà usata da pedoni, signore con il passeggino e 4 imbranati con le rotelle o quasi come peraltro avviene ora ed chi va in bici è in strada con auto camion e bus.

Non realizzate opere costose con queste caratteristiche perchè non assolveranno alla loro funzione e non trasformeranno la città in in centro abitato ciclabile. Sono denari buttati al vento. Meglio il nulla piuttosto.

Tra quelle della foto l'unica che potrebbe avvicinarsi ad un minimo di utilizzazione sarebbe quella a doppio senso se fosse a senso unico. Le altre impercorribili da un ciclista, io passerei al 100% sulla strada come chiunque altro.

Bisogna rammentare la velocità di una bici in pianura che va dai 20 ai 50 km/h a meno che non si voglia mettere l'autovelox anche alle bici così siamo davvero a posto. Provate ad andare a 10, 15 in danimarca, vi stirano urlando di togliervi dai piedi. Questa è una città ciclabile per una cittadinanza ciclista da noi va ancora abituata ma senza strutture adeguate non avverrà mai.

PS allego una foto dove si vede la tipica ciclabile danese

Ma la ciclabile che fine ha fatto ? Ora no si riesce neppure più a passare in bici .. che tristezza. O forse si trattava di ciclabile con bici condotta a mano ?

Gentile Arch. De Giorgi.

Non ho la pretesa di convincere nessuno, ma penso che sia giusto che su questi argomenti si parli il più possibile, anche e soprattutto quando non si è del tutto d'accordo.

In piazza Castello a traffico aperto i ciclisti non passavano "benissimo", ma passavano nello stesso modo in cui si passa in analoghe strade del centro di Milano con considerevole traffico di mezzi pesanti. Cioé forse piuttosto agevolmente e velocemente, ma non certo in condizioni di sicurezza, come dimostra l'incidente mortale dell'anno scorso in corso Europa.

Gli incidenti mortali che coinvolgono ciclisti e dei pedoni in città accadono soprattutto agli incroci e soprattutto con autobus e camion. Aggiungo che tali incidenti possono essere molto gravi anche a basse velocità, anche  più basse dei fatidici 30 Km/h. I ciclisti e i pedoni, infatti, vengono "schiacciati" sotto le ruote dei mezzi pesanti e non "urtati".  Inoltre, poiché l'incidente avviene per ragioni di ostruzione del campo visivo (il posto di guida è in alto e il ciclista in basso) e non di percezione/attenzione, la velocità ha poca influenza, oltre che sulle conseguenze, anche sulla probabilità di questo tipo di incidenti.  Non per niente in via Restelli abbiamo avuto un ciclista morto per investimento da veicolo pesante dopo solo 6 mesi dall'inaugurazione della nuova sistemazione stradale fatta dalla Regione, nonostante ci fosse il limite a 30 Km/h e il veicolo investitore stesse andando ben al di sotto di tale limite. Ironia della sorte, in via Restelli, giustamente, la pista ciclabile c'era, ma il ciclista investito non l'aveva imboccata, il perché non è certo. E' certo invece che se lo avesse fatto sarebbe ancora vivo.

Tutto questo per dire che la pista ciclabile in piazza Castello serviva moltissimo con la prospettiva di mantenere il traffico motorizzato (prospettiva peraltro non del tutto escludibile al momento in quanto la pedonalizzazione è ancora ufficialmente solo sperimentale).

La pista è tuttavia estremamente anche con la piazza pedonalizzata. Infatti con le attività di vario tipo che già si svolgono e ancor più si svolgeranno nella piazza (mercati, feste, raduni ec.) i ciclisti avrebbero, in assenza di una pista ad essi dedicata, condizioni di transito assai poco favorevoli. Basti guardare quello che già oggi succede nel tratto nord di via Brera, in via Mercanti o in via Dante, in corso Garibaldi o in qualunque strada sede di mercato rionale. 

D'altra parte nei paesi che tutti prendiamo come modello per la mobilità sostenibile le isole pedonali, quand'anche non "ingombre" di oggetti come quelle citate, o sono interdette ai ciclisti in sella (come nel caso dello Stroget, la più importante e più estesa area pedonale di Copenhaghen) o sono attraversate da una pista riservata di uso obbligatorio per i ciclisti e interdetta ai pedoni (come in alcuni recentissimi esempi sempre a Copenhaghen).  Tutto ciò ovviamente a tutela sia dei ciclisti che dei pedoni. 

La possibilità per i pedoni di camminare  nelle zone pedonali come nei marciapiedi, senza doversi guardare alle spalle dai ciclisti o da altri veicoli, è infatti una conquista, si spera irreversibile, della civiltà moderna. Una conquista per la verità con radici nel passato: i marciapiedi furono inventati dai  romani, abbandonati nel medioevo e poi riproposti a partire dal XIX secolo  ben prima dell'avvento dell'automobile. Si tratta quindi di una conquista legata alla modernità ma non alla motorizzazione di massa. Più o meno a Milano i marciapiedi rialzati sono arrivati a fine Ottocento un po' dopo i tram, qualche decennio prima dell'automobile,  e praticamente assieme alle biciclette. Tutto questo significa qualcosa per chi vuol vedere e capire. 

Aggiungo che la necessità di tenere separati i pedoni dai ciclisti negli ultimi anni è stata avvertita persino nei sentieri di montagna più affollati. Alcune località turistiche hanno addirittura già costruito sentieri separati e intersezioni a livelli differenziati tra  sentieri ciclabili e sentieri pedonali. 

Ogni tanto, invece, almeno nella nostra città, qualcuno sembra invece volere considerare gli spazi riservati ai pedoni un lusso che non possiamo più permetterci.

La convivenza tra pedoni e ciclisti in spazi promiscui funziona solo quando sia i ciclisti che i pedoni sono molto pochi. Altrimenti la coabitazione diventa scomoda e pericolosa. Lo dimostrano le esperienze condotte in tal senso in alcune città della Spagna e in Giappone, dove si è tentato di mandare le biciclette in promiscuo con i pedoni sui marciapiedi. Questo  perché le biciclette sotto i 15 Km/h non sono stabili e, d'altra parte, a questa velocità un ciclista adulto è già pericoloso per un pedone. 

Per quanto riguarda il collegamento Duomo-Castello i lavori attualmente in corso, come risulta anche dai disegni pubblicati in questa piattaforma,  collega Castello a Cairoli con una coppia di piste ciclabili monodirezionali larghe 200 cm e consente, per chi arriva da Castello di andare verso il centro sbarcando sulle vie Dante, Camperio, Cusani, Pozzone-Rovello, S.Giovanni sul Muro.

Per il tratto via Cairoli-Duomo avevamo negli scorsi anni redatto un ulteriore progetto che per adesso in attesa di finanziamento. Coerentemente con le considerazioni sopra riportate, consiste essenzialmente nel creare una sede riservata ai ciclisti al centro della zona pedonale, in segnaletica in via Dante e in sede protetta in piazza Cordusio e via Orefici.  In tal modo i ciclisti avrebbero accesso al lato meridionale di piazza Del Duomo, a Piazza Fontana e a Corso Europa, creando un itinerario alternativo all'asse Mercanti-Vittorio Emanuele che già oggi è saturo di pedoni e ciclisti. Inoltre verrebbero notevolmente ampliati anche gli spazi per i pedoni, soprattutto in via Orefici.

Questo progetto inizialmente aveva incontrato molto favore, poi sono subentrati i dubbi. Alcuni, infatti, ritengono che pedoni e ciclisti (e tavolini e quant'altro) possano continuare a condividere tra Duomo e Cairoli un unico spazio indifferenziato. Noi pensiamo, al contrario, anche per quanto sopra esposto, che già oggi questa convivenza sia problematica e che i problemi si acuiranno nel tempo con l'auspicabile ed inevitabile aumento del numero dei ciclisti e dei pedoni.

Cordiali saluti

Gent.le Salvagno.

Scusi il ritardo con cui rispondo.

Sui vantaggi delle pavimentazioni in pietra sono d'accordo con lei, ma questo forse le era già noto.

Sui costi delle piste ciclabili le consiglio invece di prendere con le molle chi dice che le nostre costano di più di quelle che fanno all'estero. Una pista italiana fatta bene costa come una danese od olandese. Parlo sulla base di dati reali e riferiti a costi consuntivi, non a preventivi. Chi sostiene il contrario è male informato oppure trae qualche vantaggio dall'incasinare il dibattito sulla ciclabilità. Dibattito che avrebbe invece estremo bisogno di rimanere su binari rigorosamente razionali e pacati.

Per quanto riguarda la possibilità di mandare in promiscuo ciclisti e pedoni sul piano teorico si può sostenere tutto. Ma le teorie vanno verificate sperimentalmente.  I ciclopedonali promiscui funzionano solo quando i pedoni e/o i ciclisti sono pochi. Ad esempio lungo una strada extraurbana. Infatti in Nordamerica è pieno di ciclopedonali di questo tipo a fianco delle strade extraurbane ma i pedoni sono così pochi  che quando ne vedono uno la polizia lo ferma per verificare se non abbia bisogno di aiuto ovvero sia un malintenzionato.

Nei contesti ad alta densità di pedoni la ciclopedonalità, dove sperimentata, (ad esempio in Spagna e in Giappone, ma pensi anche a certi affollati sentieri nelle località turistiche) si è dimostrata poco funzionale e sicura sia per i ciclisti sia per i pedoni.

Cordiali saluti

Tenendo conto che quando avviene un incidente con un ferito grave a tal punto da dover chiamare l'ambulanza è d'obbligo anche l'arrivo dei vigili che procedono con una denuncia penale, mi diverto a citare le le statistiche di Torino, città diversa da Milano per dimensioni ma estremamente simile per urbanistica: "dall'inizio del 2013 a oggi (ndr. 16 ottobre 2013) gli scontri di cui sopra, fra due ruote e due gambe, sono stati esattamente sei, cioè lo 0,14 per cento del totale". Ho paura che dovrete riconsiderare le vostre valutazioni sull'incompatibilità tra pedoni e ciclisti. Tale incompatibilità nasce solo dall'odio incondizionato che alcune persone provano verso le biciclette. Il problema di un pedone non è quello di doversi spostare ogni tanto per far passare il ciclista che percorre, nella stragrande maggioranza dei casi, educatamente il marciapiede ma quello di dover attraversare la strada senza essere tirato sotto, e casualente è lo stesso problema dei ciclisti che non hanno alcun problema a percorrere via Dante ma hanno paura a percorrere piazza castello con le macchine che sfrecciano accanto, e quelle sì che se, anche per sbaglio, ti colpiscono fanno male!

Personalmente quando vado in bici e trovo un pedone sulla pista ciclabile suono il campanello per segnalargli il mio arrivo e quando sono sul marciapiede e vedo passare una bicicletta mi faccio tranquillamente da parte. Non possiamo vivere in una società dove la gente si odia per cose così futili, quando vado in giro io ho ben altri problemi molto più importanti.

No allora "ciclopedone" è una parola un po' da definire, io vado in bicicletta quasi 365 giorni l'anno (a parte quando devo uscire dalla città), è anche vero che non ho una bici al posto dei piedi e dunque per gli spostamenti brevi uso le mie gambe.

Sul fatto che i ciclisti non possano convivere con i pedoni possiamo prendere come esempio piazza Castello (prima di essere pedonalizzata): la maggioranza dei ciclisti preferiva percorrerla sullo stretto marciapiede pur di non stare insieme alle auto, e anche per andare dal castello in Duomo la maggior parte dei ciclisti preferisce fare l'affollatissima via Dante piuttosto che "arrischiarsi" nella strada Via Manfredo Camperio - Via Santa Maria Segreta - Via Armorari ecc. che è pochissimo trafficata.

Poi io sono perfettamente dell'idea di Ciclobby, cioè che l'obiettivo dev'essere dare spazio alla bicicletta togliendolo alle automobili e non ai pedoni, però va fatto tutto con ragionevolezza, io personalmente non ce la vedo proprio via Dante con due linee bianche in mezzo e la folla divisa in due a ricordare immgini bibliche.

Aprile 2015: ad oggi della fantomatica ciclabile tra duomo e sempione sono percorribili 20 metri sì e no stretti con scarsa visibilità e peraltro sono invasi dai pedoni.

I lavori proseguono a creare un percorso discontinuo inutilizzabile ed inadatto ai ciclisti spendendo cifre straordinarie. Purtroppo tutte le premesse che immaginavo già lo scorso anno hanno trovato conferma, anzi perfino peggio di quanto osassi ipotizzare.

Il colpo da maestro sono i parcheggi dei pulman turistici praticamente su quelle che "dovrebbero" essere ciclabili che causano invasione delle stesse con la salita e discesa dei passeggeri. Fantastico..

Unica soluzione ora per poter avere una ciclabile è prendere un Katerpillar e spianare quanto realizzato a contorno.

Ed intanto rischio la vita ogni giorno per la mia cocciutagine a voler usare la bici in una città dove la stessa è inutilizzabile ed avversata in primis da chi a parole vorebbe imporla senza conoscerne neppur vagamente le esigenze e ci confonde con dei pedoni. Peccato che i soldi che sono stati usati, a fare quello che non servirà, siano anche i miei e questo mi fa davvero imbestialire.

Ma che diranno di noi i visitatori stranieri abituati alle vere ciclabili specialmente del nord europa ?

Unico, ma davvero unico, provvedimento potenzialmente utile è l'aver dipinto con pochi euro dei gran "zona 30" peccato che nessuno ci faccia neppure caso. Vale più questa piccola spesa dell'intera ciclabile che non c'è.

Caro Oliverio, cari tutti,

sono profondamente perplesso (che per me vuol dire 'disgustato') sulle ciclabili a Milano.
I progettisti hanno mai inforcato una bici? Se no, li capisco. Se si ... il loro QI?

Abbiamo (sì, perché purtroppo ho partecipato anch'io con le tasse) progettato delle ciclabili separate dal piano stradale con DOPPIO CORDOLO di pietra affilato (intendo 'uno sopra l'altro') 

Ma a qualcuno è venuto in mente che se - per caso - qualcuno lo tocca (il cordolo) ..si sfracella?

Non è arredo urbano, ma un inutile spreco di risorse e degli ammenicoli di cui parleranno i giornali tra cinque/sei  anni ..

Una soluzione come all'estero, sul livello stradale, magari come a Basilea al centro della strada con una banale segnalazione in giallo ... Proviamo ad immaginare quanti chilometri di ciclabile avremmo potuto fare con quello che si è speso (diciamo) anche solo in Via Verdi ..

Lo so che non si riesce a 'beccare' l'autore dell'obbrobrio civico, ma .. la disaffezione sale. O no?

Peccato che Milano non sia Basilea.

Le ciclabili fatte, giusto per annunciare di averne fatti tot chilometri, semplicemente tracciando una "banale segnalazione in giallo", come lei auspica, sono diventate spazi di sosta e di fermata per le automobili. Le basterà farsi un giro in largo V Alpini o sulla fantastica ciclabile con striscia gialla di via Molino delle Armi e della cerchia dei navigli.

La scelta di creare ciclabili protette con cordolo (ossia vere ciclabili, non una semplice pennellata gialla) è dettata proprio dalla necessità di tutelare realmente i ciclisti, che altrimenti si trovano a fare la gimcana fra le auto con le 4 frecce. 

Carissimo,

sul fatto che siano spesso inutilizzate, sono d'accordo pienamente con lei: questo però dipende dal fatto che molte sono state fatte 'a capocchia', senza una vera programmazione di una rete ciclabile, il che ha portato a piste di pochi metri spesso fatte da qualche privato per recuperare oneri di urbanizzazione. Che manchi una vera e propria strategia nella realizzazione delle ciclabili è indubbio, anche se qualche passo avanti è stato fatto.

Quanto alla tolleranza zero, non vorrei dilungarmi troppo, ma le dico che purtroppo l'unico modo sarebbe di fare dei veri e propri presidi fissi a tutela delle ciclabili, dal momento che passare anche 2/3 volte al giorno a controllare permette di prendere sì e no il 5% dei 'furbetti' (molti si fermano 10 minuti, altri meno, altri magari stanno in macchina): il costo sarebbe altissimo, soprattutto in termini di personale. Prendiamo la ciclabile di Molino delle Armi: andrebbe sorvegliata giorno e notte, soprattutto il sabato sera; se ipotizziamo una pattuglia (2 vigili) su 4 turni giornalieri, ecco che i già sono 4 pattuglie in meno. Se lo moltiplichiamo per tutte le ciclabili a raso della città, forse non sarebbe necessario il numero di vigili oggi presenti in strada (sui 3000 totali, molti meno in realtà), ammesso che tra l'altro non si curino più tutte le altre soste vietate, gli incidenti, la viabilità, etc. Già adesso per un intervento spesso ci vuole mezz'ora prima che si liberi una pattuglia. Si aggiunga poi che molte multe non vengono pagate.

È evidente allora che il rapporto costi-benefici sarebbe iniquo: avremmo magari le ciclabili a raso 'libere', ma dovremmo impiegare una mole immensa di personale lasciando praticamente scoperti tutti gli altri ambiti di intervento.

Sarebbe un po' come dire:  anziché mettere i dissuasori (paletti), togliamoli e mandiamo in giro vigili a fare multe su multe. D'accordo, ma allora dovremmo raddoppiare l'organico del corpo, le strutture, le pattuglie e così via.

Con che soldi? E a che pro?

Vogliamo (io per primo) le ciclabili libere? Proteggiamole, facciamole rialzate e preveniamo alla radice il problema.

Averne ne abbiamo. Però non 10mila, ma 3000 di cui solo una parte per strada. Forse non ha letto il mio intervento.

Io francamente mi sento molto più sicuro quando viaggio sulle ciclabili con cordoli, che non su quelle con una striscia gialla dove il primo incivile (per usare un eufemismo) che supera a destra o decide di fermarsi senza freccia ti taglia la strada facendoti cadere. O mettiamo un vigile ogni 100 metri, ma penso che anche lei lo ritenga irrealistico, o preveniamo il problema.

La ciclabile della circonvalazione, se fossero modificate le fermate dei bus, sarebbe la migliore di Milano. ripeto che ci vogliono multe a go go ma proprio a raffica a chi parcheggia piratamente. Non fa anche bene alle casse  invece che mettere gli insulsi autovelox ?

La sitazione è incredibile. Tutta la ciclabile intorno al castello, ma direi praticamente le ciclabili presenti a milano, sono progettate da persone che non conoscono le esigenze del mezzo che dovrebbe percorrerle e si divertono a fare installazioni e relativa segnaletica da bambini ma dell'asilo nido. Sembra di vedere i percorsi finti dei vigili che insegnano la viabilità a questa platea. Ma ci siete ?

Ma ormai i ciclisti milanesi hanno capito che non devono passarci e quindi la ignoreremo finendo tra le auto e con l'enome difficoltà aggiuntiva di passare ora tra le stesse in una viabilità non più adatta a nessuno.

La parola più idonea è "beata ignoranza" peccato che è sempre a spese di chi paga e di chi, come nel mio caso, ha una protesi causata da queste loro scelte scellerate. Ecco la auguro a chi ha progettato quel cordolo invisibile sul trattino di ciclabile alla darsena. Troppo bello che siano sempre gli altri a farsi male.

Scandaloso.

Il lavoro non è ancora terminato ed il primo post è del 2013. Stanno facendo gli ultimi ritocchi e lucidando paletti ed ameni semafori oltre a capire come fare accedere le ambulanze che andranno a soccorrere i malcapitati che urteranno i cordoli o qualche pedone.

Che dire... esteticamente il risultato, almeno nella zona Alemagna, è buono. Giardini rifatti e soprattutto auto sloggiate (parcheggiano altrove senza che le multino ma pazienza) tanto hanno fatto un bel accesso "privato" per gli amici che vanno alla triennale e sono a posto.

La ciclabile basta vederla, urla "non usarla che ti ammazzi". Ribadisco i percorsi da bimbi dell'asilo ad ostacoli e quelle lastre finali a condimento tanto poi quando sbuchi da li ti tiocca via pagano .. che mette in crisi le moto da cross.

La famosa diciura Duomo-Sempione è una frottola. Da Duomo a Castello la ciclabile non esiste, hanno fatto una solo una circolare in Cairoli che è imbarazzante .. non la faranno neppure i bambini e poi gita all'expo gate, tutto rigorosamente in mezzo ai pedoni. Altro ch 5 KM ... ma dove ?

7.000.000 di euro ? Ovviamente non per la ciclabile che non è utilizzabile. I pedalatori si arrabatteranno a caso su marciapiedi, zone pedonali, in mezzo a lastroni vari rischiando la vita come sempre. O meglio lasceranno la bici scoraggiati ed useranno la moto, come sto facendo io dall'ultimo incidente sulla ciclabile.

Vado in bici solo per allenarmi ora.

Adesso mi atrezzo. Metterò una webcam sulla bici ed andrò in giro a fare un bel reportage delle schifezze pseuduo ciclabili realizzate. Poi vi diro dove posterò i filmati. Ci sara da piangere .. ma devo prima riprendere il coraggio per girare a Milano in bici.

Milano la città meno ciclabile dell'Europa, era più ciclabile prima delle ciclabili e prima che una certa fazione politica ne cavalcasse maldestramente la sella.