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11 anni fa
Via Fratelli Zoia, 194, 20152 Milano, Italia
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Ho letto da cittadino relativamente esterno (abito solo a qualche centinaio di metri dalla cascina, ma non me ne sono mai interessato) lo scambio di considerazioni sul filo dell'improperio reciproco tra l'assessore De Cesaris e l'arch. Eugenio Luxardo in merito alla vicenda della cascina Linterno. Cascina petrarchesca, monumento, centro di attività sociali a lato del parco delle Cave... insomma un luogo di rilievo, credo, per Milano che merita salvaguardia attenzioni e... spese. Se non ho capito male, restauro e recupero entrano nella fase operativa, traguardo Expo 2015.

Tutto bene. In apparenza. Vale a dire, sulla superficie di un dibattito che dà per scontato che le memorie storiche vadano salvaguardate; manutenute; monumentalizzate; messe sotto vetro e, mi esprimo poco tecnicamente e i possibili interlocutori mi perdonino, ritagliate dal vortice delle traformazioni urbane che tutto coinvolge e tutto stravolge.

Sono brutale: a che pro, con quale vantaggio? Ora, dico; con quale guadagno, oggi, quando questa «brutta e mal combinata città», come ne scriveva Carlo Emilio Gadda, ha compiuto il periplo della sua autodistruzione e si accinge a completarlo? Le città si degradano in vari modi, ma la costanza con la quale Milano si è ingegnata a togliersi di dosso ogni segno della sua storia sacrificandolo alla speculazione della crescita è un caso di scuola. La deformità della sua struttura; l'eloquenza del suo disordine; la bruttura dei suoi insiemi e dei suoi sistemi urbani sono tali e così tanto profondi che il solo pensare che si debba salvare la cascina nella quale soggiornò Patrarca, se non fosse il frutto disinteressato del sogno di esimi e meritevoli cittadini, appare derisorio e grottesco. Ma come, salviamo la cascina, ne curiamo la sopravvivenza in un insieme inspiegabile di degrado e sporcizia che solo dietro l'angolo porta in vie lastricate di escrementi di cane, di deiezioni immonde, lunghe e intensamente popolate? 

La stessa prospettiva del parco delle Cave dura solo l'angolo di una testa che deve tenersi bassa per non incappare, non appena si alzi un poco per far prendere aria agli occhi, nelle sagome dei falansteri popolari che lo contornano in una suburra di colori smorti e violentati dalla sporcizia.

Milano è questa, se solo pensiamo al piano intercomunale (addirittura) di De Carlo che nel 1963 disegnava una «turbina» di ottanta chilometri imperniata sul Duomo: e cosa fa una turbina se non girare vorticosamente a produrre energia per attività che nulla lasciano alla meditazione petrarchesca, seppure monumentalizzata, vale a dire cristallizzata nel reperto museale a cielo aperto? La cascina Linterno subisce l'ingiuria della turbina milanese su un arco temporale che potrebbe misurarsi in secoli non solo in decenni.

Il mio è un discorso paradossale che nulla vuole togliere, lo ripeto a scanso di equivoci, all'impegno meritevole di chi difende la Linterno. Mi chiedo solo: ci rendiamo davvero conto in che tipologia di città siamo riusciti ad infilarci? Una città non vigilata nella crescita ora vorrebbe essere attenta nella sua decrescita? E da dove riprende la forza anche per tornare indietro? Perché, almeno così la penso io, moltiplicare i segni della sopravvivenza del passato potrebbe voler dire anche rinunciare alla possibilità di vigilare un processo di crescita che si è palesemente arrestato dopo essersi proposto come necessario e ineluttabile (a chi? ai geometri? non dico agli ingegneri e men che meno agli architetti, per non parlare del livello del piano razionale che è nella mente di ogni fondatore di città, figura vera del politico, da noi assente da sempre). Quando riprenderà, se mai riprenderà, si opererà la vigilanza che non ci fu in base a ciò che abbiamo salvato? Non è detto. Anzi, sono convinto del contrario: aver costretto, in vece della vigilanza, alla conservazione lascerà solo e senza strumenti di controllo il nuovo slancio e si riavvierà un nuovo periodo di rompete le righe e asfaltiamo dove possiamo, costruiamo dove sappiamo e come sappiamo e non rompeteci che tanto dobbiamo guadagnare e guadagnando diamo lavoro e dando lavoro consumiamo e consumando viviamo e, più spesso, moriamo... Quel che resta, se hanno tempo, gli insegnanti che già più non insegnano Petrarca e pur tuttavia muovono annualmente in comica processione dalla scuola media di via Constant alla Linterno, se proprio avranno voglia, lo faranno dire allo stesso Petrarca: «Poi che mia speme è lunga a venir troppo, / et de la vita il trappassar sí corto, / vorreimi a miglior tempo esser accorto, / per fuggir dietro piú che di galoppo» (Rerum Vulgarium Fragmenta, LXXXVIII del Canzoniere).
È l'affermarsi del dettaglio quando non c'è più che solo quello da risparmiare alla furia della speculazione... anche sociale, dico io. A tal proposito vedasi le case convenzionate di fronte all'obitorio dell'ospedale San Carlo: chi le ha progettate proprio lì, con quale idea dell'abitare se non di ciò che chiude e separa da ciò che impende di fronte, appunto il cattivo esito delle degenze ospedaliere, nell'idea forsennata che ogni spazio utile sia occupato dalla necessità di risolvere in costruzione il bisogno di vivere. Il risultato è che chi abita può vedere chi muore tra gli alberi e chi muore non avrà nostalgia di chi vive nella sua stessa prospettiva... cioè di morire.

avatar Marco Righini 11 anni fa
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Egregio Riccardo De Benedetti, rispondo in breve a caldo e mi scuso se non sarò preciso come vorrei. Ci sono molti punti in comune tra la Sua visione e la mia personale, dagli storici errori/orrori...
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A beneficio e riconoscimento di tutti coloro che si sono battuti per i risultati che giustamente elenca nella Sua replica: intenzioni e risultati non si discutono, sono anche i miei e spero che siano...
avatar Marco Righini 11 anni fa
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Caro De Benedetti, nella Sua replica scrive: < i discorsi paradossali non portano a conclusioni paradossali di alcun tipo, offrono, quando ci riescono, uno sguardo laterale obliquo, addirittura storto......
avatar Gianni Bianchi 11 anni fa
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Gent.mo Sig. De Benedetti, sono Gianni Bianchi, Presidente dell’Associazione “Amici Cascina Linterno”. Ho letto con interesse il Suo scritto da cui emerge una sofferta e lacerata protesta verso il proprio e...
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Grazie per la risposta. Cercherò di essere più presente alle attività della Cascina e alle iniziative che ruotano intorno. Mi sforzo, nella mia riflessione, ho scritto diversi libri su argomenti filosofici, e...
avatar Eugenio Luxardo 11 anni fa
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Gianni ,Ti sarò sempre grato per la Tua gentilezza di guida, di ospite e custode della Cascina Linterno. Ricordati che attendo ancora una Tua risposta alla mia domanda che Ti posi l'altra sera e cioè: “dove...
avatar Massimo De Rigo 11 anni fa
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Lo scorso 17 maggio un uomo buono e grande amico ci ha lasciato. Si chiamava Gianbattista Vida. Con Tino, abbiamo perso un maestro di vita, un grande uomo e non solo l'anima e il cuore del progetto europeo "La...
avatar Francesco Galluccio (email non verificata) 11 anni fa
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I docenti della Scuola "Benedetto Marcello" non entrano nel merito dell'opportunità o meno di finanziare un progetto di restauro, perchè non conoscono le priorità, i bisogni, i piani urbanistici, le risorse...
avatar Eugenio Luxardo 11 anni fa
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Cantavamo : “DOVE C'ERA L'ERBA, ORA C'E' UNA CITTA'”. ORA continuiamo a dire : “ALLEGRIA” ! Quant'è bella giovinezza ma si fugge, tuttavia chi vuol esser lieto sia del doman non v'è certezza ! Diamo VITA...
avatar Eugenio Luxardo 11 anni fa
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Cronache di Pastrufazio  (RIMANI nel TUO CAMPO !!! Per FAVORE !!!) Pastrufazio si trova a Milano. Vista con gli occhi del Gadda della «Cognizione del dolore». L'unico sguardo possibile per la mia città,...
avatar Eugenio Luxardo 11 anni fa
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Udite ! Udite! È nato, in INTERNET, un nuovo sito calunniatore è stato nominato: Cronache di Pastrufazio. Un susseguirsi di calunnie, per compiacere alle proprie Regine ed ai propri Re.  “ "discorsi...
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Mi chiamo Riccardo De Benedetti, ho lavorato in Avvenire per più di quarant'anni; sono vi presidente di ASSOCOND CONAFI, ho scritto più di cinque libri e non ho calunniato nessuno. Ho solo espresso la mia...
avatar Eugenio Luxardo 11 anni fa
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Dottor Riccardo De Benedetti, Le chiedo scusa, pubblicamente, per tutte le mie parole che Le hanno provocato risentimento ed offesa, e se mi sono espresso in modo irruento di fronte a inesattezze. Spesso non...
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Nessun problema Eugenio! Amici come prima. Per me non è successo nulla. Piuttosto diffondiamo le notizie positive, i miei pensieri su come è messa Pastrufazio sono il mio personale sentire e, diciamo sono di...
avatar Eugenio Luxardo 11 anni fa
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Grazie RICCARDO, Quindi potrai correggere, nel sito di Pastrufazio, ciò che avevi scritto su Luxardo, che non corrispondente alle mie idee, come Ti avevo precisato nel mio precedente messaggio ove Ti chiedevo...
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Fatto. Dimmi se così come messo ti va bene. Ho accettato l'amicizia su fb. Ciao. Riccardo
avatar Eugenio Luxardo 11 anni fa
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Grazie infinite Riccardo . <Si giudicava le sorti delle cascina>  Va molto, molto bene ! . Forse era meglio: <Si polemizzava sugli interventi alla Cascina>. Scusami per la mia, che pare a molti...