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Roberto Caputo, vicepresidente Pd del Consiglio provinciale, lancia un appello a Pisapia affinchè si superi non ho capito che cosa in relazione ai tantissimi socialisti che soffrirebbero di non ho capito che cosa.

Bettino Craxi è stato, lo dice lui stesso, "un pregiudicato morto in latitanza per la giustizia italiana" che, pure dice, sarebbe stato "un grande statista".

Io, su quest'ultima qualifica, dissento; comunque, i tantissimi socialisti che soffrono, cessino di vederlo come un'icona e discutano laicamente su luci ed ombre del personaggio.

Contribuiranno così a rendere un servizio alla storia, anche del socialismo e, in ultima analisi, a Craxi stesso (il quale, come tutti i morti, ormai vive di verità).

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/14_gennaio_08/appello-pisapia-craxi-un-gesto-pacificazione-881b762c-784d-11e3-8d51-efa365f924c5.shtml

LA LETTERA

Appello a Pisapia su Craxi

«Un gesto di pacificazione»

Nell’anniversario della scomparsa del leader socialista Roberto Caputo scrive al sindaco


Bettino Craxi

Questa volta non si tratta di una piazza, una via, un giardino, una fontana. E neanche di una targa. Questa volta, la richiesta è più politica. È un invito al sindaco Giuliano Pisapia, perché «compia un piccolo gesto di pacificazione soprattutto verso tantissimi socialisti, un gesto che anche se simbolico sarà importante per chiudere quella ferita». Si avvicina l’anniversario della morte di Bettino Craxi (scomparso ad Hammamet il 19 gennaio del 2000) e ancora una volta il mondo socialista torna alla carica chiedendo di «sanare» una ferita che è ancora viva, perché Craxi resta un grande statista per i suoi amici, un pregiudicato morto in latitanza per la giustizia italiana e un feticcio da abbattere per i tanti suoi nemici.

Tocca a Roberto Caputo, vicepresidente Pd del Consiglio provinciale e socialista storico milanese, rivolgersi con una lettera aperta al sindaco Pisapia - «Un vero garantista, lo sei sempre stato, come sei sempre stato un uomo di sinistra» - per tentare quello che non era riuscito né con Letizia Moratti, né con Gabriele Albertini: «So benissimo che la sua è una figura molto controversa, che ancora divide e suscita odi e amori fortemente contrapposti. E sono altrettanto consapevole che, soprattutto ad una parte della sinistra, risulta decisamente ostico - scrive Caputo - Credo sia venuto il momento di andare aldilà delle sue vicende giudiziarie e ricordarlo come un portatore di pace quando assolse con grande capacità il ruolo che l’Onu e l’Internazionale socialista gli avevano assegnato nel Medio Oriente. Come va ricordato anche per aver ridato prestigio ed orgoglio alla nazione sulla vicenda di Sigonella. Le sue intuizioni espresse nel Congresso di Rimini sui “meriti e i bisogni”, come il grande progetto di riforma istituzionale, sono oggi più che attuali».

Ecco l’invito: «Io, non vado a farti l’ennesima richiesta che, con molte probabilità, cadrebbe nel silenzio, ma ti chiedo un piccolo gesto di pacificazione soprattutto verso tantissimi socialisti. Un gesto che anche se simbolico sarà importante per chiudere quella ferita.Se tu lo facessi, compiresti non solo un’azione politica, ma anche un atto di grande umanità». Percorso difficile. Se non impossibile. Anche all’indomani dell’intitolazione di una piazza a Enrico Berlinguer, Stefania Craxi, figlia di Bettino, si rivolse a Pisapia con una lettera aperta perché desse seguito alle promesse di Letizia Moratti di intitolare una via al padre. Un appello caduto nel vuoto assoluto. Come tante altre.

08 gennaio 2014

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